Concetti Chiave
- Locke afferma che le idee non sono innate, ma derivano dall'esperienza, criticando la dottrina dei neoplatonici di Cambridge.
- Tutti gli uomini, se avessero nozioni innate, ne sarebbero consapevoli e le applicherebbero nella vita quotidiana, cosa che non accade.
- L'idea di Dio e i principi morali, come il bene e il male, variano tra individui e culture, dimostrando che non sono innati.
- Locke sostiene che i principi teorici e pratici si sviluppano attraverso l'esperienza e l'educazione.
- L'intelletto umano è inizialmente una tabula rasa, priva di contenuti di idee, su cui l'esperienza scrive.
Che cosa pensa Locke dell’origine delle idee?
Locke dichiara decisamente che le idee non sono innate (a priori) ma provengono dall’esperienza (a posteriori) e critica perciò la dottrina dei neoplatonici di Cambridge.
Egli infatti sostiene che tutti gli uomini, se possedessero nozioni e principi impressi nella propria mente fino dalla nascita, ne avrebbero coscienza e li userebbero nella loro vita quotidiana; invece si può osservare che i bambini, gli idioti ed i selvaggi ragionano in modo diverso dalle persone adulte, normali e civili e, ad esempio, spesso si contraddicono perché non applicano i principi di identità e di non contraddizione ( principi logici).
Inoltre, l’idea di Dio (principio religioso) varia da popolo a popolo, anzi da uomo a uomo, e si modifica via via durante l’esistenza dello stesso individuo; ugualmente, l’idea di bene e di male, di giusto e di ingiusto (principi morali) non è identica presso ogni paese e in ogni tempo, ma cambia in conseguenza della diversa civiltà.
Questi principi teoretici e pratici pertanto non sono innati ma, tratti dall’esperienza, vengono sviluppati con l’educazione.
Perciò l’intelletto umano, al momento della nascita è vuoto di qualsiasi contenuto di idee: è tabula rasa –dice Locke, ripetendo l’affermazione di Aristotele,-una carta bianca su cui l’esperienza va, di volta in volta, annotando i suoi segni.