Elisa P.
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Concetti Chiave

  • L'empirismo di Locke enfatizza l'esperienza come fonte primaria e strumento di verifica della conoscenza, opponendosi all'innatismo cartesiano.
  • Il concetto di "tabula rasa" di Locke suggerisce che la mente è inizialmente vuota e si riempie attraverso l'esperienza, contrastando l'idea di idee innate.
  • Locke distingue tra percezioni semplici e complesse, con le prime che formano la base per lo sviluppo delle seconde, in un processo dinamico e gerarchico.
  • La teoria del convenzionalismo linguistico di Locke afferma che i nomi sono simboli arbitrari, decisi convenzionalmente e variabili tra le lingue.
  • Locke critica l'idea cartesiana di idee innate utilizzando l'esempio di bambini e pazzi, che non possiedono idee matematiche o di Dio innate.

Il valore dell'esperienza nell'empirismo

Gli empiristi danno due valori all’esperienza:

- come fonte originaria del processo conoscitivo;

- come vero e proprio strumento di verità, ovvero lo strumento con cui si verificano le tesi proposte dall’intelletto. Sono vere, per cui hanno una valore scientifico solo se sono supportate dall’esperienza. L’ empirismo ha dei punti di contatto con la rivoluzione scientifica, la conoscenza non è a priori, ma a posteriori.

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1)Il concetto di TABULA RASA

E’ un concetto innovativo nell’ambito della filosofia; Locke sostiene che la mente di un individuo alla nascita sia vuota e che si riempia di conoscenze in seguito alle esperienze.

Sostenendo che la mente sia una tabula rasa, Locke vuole criticare l’innatismo cartesiano, secondo cui nella mente dell’ uomo fin dalla nascita sono presenti delle idee che appaiono in modo chiaro e distinto (rispondono alla regola dell’ evidenza: le idee matematiche e l’ idea di Dio).

Secondo Locke non esistono idee innate e per dimostrare la sua tesi considera due categorie di persone che, secondo lui, non hanno logica e non ragionano: i bambini e i pazzi; entrambi non possiedono l’idea di Dio e neanche delle nozioni matematiche innate.

Le idee che Cartesio aveva definito come innate in realtà non lo sono, sennò i bambini e i pazzi le avrebbero. La conclusione dunque è la seguente: l’esperienza che durante la vita umana riempie la tabula vuota.

2)LA DISTINZIONE TRA PERCEZIONI SEMPLICI E COMPLESSE

Locke sostiene che tutto ciò che la mente produce sia il frutto della rielaborazione di una percezione esterna: "nulla vi è nell’intelletto che prima che prima non vi sia stato nella percezione".

Per Locke esiste una gerarchia di percezioni: prima lavorano quelle più semplici che, collegandosi tra di loro, danno origine a quelle più complesse; riprende inoltre la distinzione tra qualità primarie e secondarie. Questa gerarchia viene costantemente rivista, è un lavoro di accumulo e affinamento tra l’individuo e l’esperienza, per cui qualcosa di dinamico.

3)Il CONVENZIONALISMO LINGUISTICO

Locke è il primo filosofo ad occuparsi del problema del linguaggio; precedentemente si credeva che le cose e gli animali avessero un dato nome, perché Adamo era stato il primo a nominarle. La spiegazione religiosa è la seguente: Secondo il filosofo i nomi vengono attribuiti alle cose in via convenzionale, infatti, i nomi sono dei puri simboli, qualcosa di arbitrario che varia da lingua a lingua.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il ruolo dell'esperienza nell'empirismo di Locke?
  2. Nell'empirismo di Locke, l'esperienza è fondamentale sia come fonte originaria del processo conoscitivo sia come strumento di verifica delle tesi proposte dall'intelletto. Le conoscenze hanno valore scientifico solo se supportate dall'esperienza.

  3. Cosa intende Locke con il concetto di "tabula rasa"?
  4. Locke sostiene che la mente umana alla nascita sia una "tabula rasa", ovvero vuota, e che si riempia di conoscenze attraverso le esperienze. Questo concetto critica l'innatismo cartesiano, che afferma l'esistenza di idee innate.

  5. Come Locke affronta il problema del linguaggio?
  6. Locke introduce il convenzionalismo linguistico, affermando che i nomi sono attribuiti alle cose in modo convenzionale e arbitrario, variando da lingua a lingua, contrariamente alla credenza che i nomi fossero dati da Adamo.

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