pexolo
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Concetti Chiave

  • La vita religiosa per Kierkegaard è definita dalla fede e dal pentimento piuttosto che dai voti religiosi formali, con Abramo come esempio supremo.
  • La fede è vista come paradossale ma non contraddittoria, poiché implica un salto oltre il ragionamento logico verso una dimensione eterna.
  • La rivelazione divina è imponderabile e dialogica, richiedendo una risposta attiva e dialogante piuttosto che un'introspezione passiva.
  • La chiamata divina esige un distacco dalle consuetudini e un atto di decisione radicale, segnando una rottura piuttosto che una conciliazione.
  • La rivelazione è un processo continuo di velamento e svelamento, in contrasto con la concezione hegeliana di un'assoluta sintesi.

Indice

  1. La vita religiosa secondo Kierkegaard
  2. Il paradosso della fede
  3. La rivelazione divina e la fede

La vita religiosa secondo Kierkegaard

La vita religiosa non è, per Kierkegaard, semplicemente quella del consacrato che ha preso i voti, ma è la vita di colui che, una volta pentitosi, sente di dover chiedere perdono. Poiché nessun esistente finito è in grado di conferirgli il perdono di cui ha bisogno, egli sente di doversi riferire alla dimensione dell’eterno. La figura che incarna, al massimo grado, questo stadio esistenziale è Abramo, l’uomo provato da Dio per antonomasia e la cui fede riesce a superare il paradosso cui è sottoposta.

Il paradosso della fede

Tuttavia, quando si parla di paradossi non si parla di contraddizioni, perché se è vero che ogni contraddizione è un paradosso, non è altrettanto vero che un paradosso è contraddizione; perciò, riconoscere che la fede è paradossale non significa reputarla contraddittoria.

La rivelazione divina e la fede

«Dio disse ad Abramo»: con questo versetto si apre l’intero ciclo di Abramo; tale incipit risulta squarciante e repentino, perché non è anticipato da un’introduzione, da una premessa che lasci intendere una già consolidata relazione fra Dio ed Abramo, il fatto accade improvvisamente. Inoltre, il versetto sta ad indicare l’imponderabile iniziativa con cui Dio decide di rivelarsi al suo popolo: la fede è la risposta ad un’iniziativa del tutto imponderabile, è un inizio e non il punto di arrivo di un ragionamento (per cui è richiesto il salto della fede). Tra tutte le possibili forme di rivelazione Dio sceglie la parola: la rivelazione è, oltre che imponderabile, anche dialogica e perciò la risposta, la fede ad un Dio che ci interpella non può che essere dialogante (non è un crogiolarsi intimistico). La dialogicità e l’imponderabilità della rivelazione divina giustappongono tale concezione biblica a quella gnostica e a quella panteistica. «Vattene dal tuo paese!»: l’imperativo indica l’urgenza impressa dalla rivelazione alla storia del Singolo, in cui l’evento dell’incontro con Dio assume i connotati di un atto di decisione, che richiede una scelta decisiva, un salto, una rottura. La rivelazione richiede un allontanamento dall’ordinarietà, dalle consuetudini: contrariamente al comune sentire l’imponderabile entrata di Dio nella storia non segna una conciliazione, ma indica la necessità di effettuare una rottura, non una sintesi. «Vattene verso il paese che io t’indicherò»: la rivelazione non è mai pieno disvelamento, possesso totale di Dio e di quanto Dio intende rivelare, ma è sempre un velarsi, uno svelare qualcosa in un velare qualcos’altro, non è un evento definito, né un’apertura totale e come tale non può essere ricondotta a mero stadio del farsi dell’Assoluto (il sistema hegeliano è radicalmente incompatibile con cristianesimo). La fede è un cammino nella non evidenza e contemporaneamente uno sbilanciamento verso il futuro; perciò la rivelazione assume i connotati di un atto imponderabile, originale, centrifugo e sconvolgente.

Domande da interrogazione

  1. Qual è la concezione di vita religiosa secondo Kierkegaard?
  2. Per Kierkegaard, la vita religiosa non è solo quella del consacrato, ma di chi, pentito, cerca perdono in una dimensione eterna, come Abramo.

  3. Come viene descritta la fede nel contesto della rivelazione divina?
  4. La fede è vista come una risposta a un'iniziativa imponderabile di Dio, un dialogo che richiede un salto di fede e una rottura con l'ordinarietà.

  5. Qual è il significato del comando "Vattene dal tuo paese" nella rivelazione?
  6. Indica l'urgenza e la necessità di una scelta decisiva e di un allontanamento dalle consuetudini, segnando una rottura piuttosto che una conciliazione.

  7. In che modo la rivelazione è descritta come un processo di velamento e svelamento?
  8. La rivelazione non è un disvelamento totale, ma un processo di velare e svelare, non riconducibile a un sistema assoluto, come quello hegeliano, ma un cammino nella non evidenza.

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