Dammacco
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Concetti Chiave

  • La vita estetica è caratterizzata dalla ricerca del piacere immediato e del nuovo, evitando impegni continuativi e scegliendo di "non scegliere".
  • L'esteta vive in un'illusione artistica, simboleggiata da figure come don Giovanni e Faust, ma è inevitabilmente destinato alla noia e alla disperazione.
  • La vita etica rappresenta il passaggio all'assunzione di responsabilità e alla creazione di progetti, basandosi su scelte ripetute e la normalità.
  • La vita etica si fonda su modelli universali di comportamento e relazione, come il matrimonio e il lavoro, per realizzare l’individuo etico.
  • Anche la vita etica porta al fallimento quando il pentimento spinge a riconoscere i limiti della propria storia, conducendo verso la vita religiosa.

LA VITA ESTETICA

Indice

  1. La vita estetica
  2. Il simbolismo dell'esteta
  3. La disperazione dell'esteta
  4. La transizione alla vita etica
  5. Il fallimento della vita etica

La vita estetica

È la forma di vita in cui l’uomo è “immediatamente ciò che è”, di chi cerca l’attimo fuggente della propria realizzazione, rifiutando la monotonia e la ripetitività di ogni impegno continuato: quindi l’esteta SCEGLIE DI NON SCEGLIERE.

L’esteta vive la sua vita come fosse un’opera d’arte, all’insegna dell’inedito, delle emozioni nuove.

L’esteta, che insegna a “godere la vita e vivere il desiderio”, concepisce la donna come “spunto poetico” al servizio della propria raffinata ricerca del piacere.

Il simbolismo dell'esteta

L’esteta è simboleggiato dalle figure di don Giovanni (il protagonista de Il diario di un seduttore), del Faust di Goethe e dalle coscienze “inquiete” dell’Ebreo Errante.

Anche se apparentemente gioiosa e brillante, in realtà estetica è condannata alla noia (che segue alla vanità del piacere) e al fallimento esistenziale.

La disperazione dell'esteta

Infatti, vivendo attimo per attimo e rifiutando ogni impegno (quindi scegliendo di non scegliere), l’esteta rinuncia alla propria identità esistenziale, avverte il vuoto della propria esistenza che non ha centro né senso.

Da qui nasce la DISPERAZIONE ( = non avere più speranza, non riuscire più a vedere il futuro, le possibilità): poiché la vita estetica è ansia di una vita sempre diversa, alternativa, per raggiungere tale alternativa bisogna SCEGLIERE la disperazione, rompendo così l’involucro della pura esteticità per agganciarsi con un SALTO all’alternativa della vita etica.

NOIA → DISPERAZIONE → ESITO FALLIMENTARE DELLA VITA ESTETICAVITA ETICA

VITA ETICA

La transizione alla vita etica

È il momento in cui l’uomo, SCEGLIENDO DI SCEGLIERE, si impegna in un compito e fa progetti, assumendo così la responsabilità della propria libertà.

La etica non va alla ricerca dell’inedito, ma si fonda sulla scelta ripetuta del proprio compito.

L’individuo quindi si sottopone a un modello universale di comportamento, fondato sulla normalità (e non più sull’eccezionalità).

Per Kierkegaard la morale è il generale, ciò che vale per tutti.

La vita etica è simboleggiata dallo stato matrimoniale (il ruolo del marito è universale).

La vita etica, inoltre, si basa sul lavoro, il quale realizza la persona etica che in questo modo adempie al suo compito, oltre a metterla in relazione con gli altri.

Il fallimento della vita etica

Tuttavia, pur collocandosi su un piano più alto rispetto alla vita estetica, anche la vita etica è destinata al fallimento. Infatti, la scelta che l’uomo fa di se stesso nella vita etica (scelta della libertà, scelta della scelta) fa sì che l’uomo identifichi se stesso con la propria storia, riconoscendo di non poter rinunciare a nessun aspetto di essa, neanche a quelli più dolorosi. Nel riconoscersi in questi aspetti negativi, l’uomo si pente. Il pentimento determina il fallimento della vita etica e il salto verso la vita religiosa.

Nella vita religiosa, tra l’altro, l’uomo riesce a realizzarsi come “singolo”, visto che nella “generalità” della vita etica l’uomo non riesce a trovare veramente se stesso e la propria “singolarità”.

Domande da interrogazione

  1. Qual è la caratteristica principale della vita estetica secondo Kierkegaard?
  2. La vita estetica è caratterizzata dalla ricerca dell'attimo fuggente e del piacere immediato, rifiutando l'impegno continuato e scegliendo di non scegliere, il che porta alla noia e alla disperazione.

  3. Come viene simboleggiata la vita estetica?
  4. La vita estetica è simboleggiata da figure come Don Giovanni, il Faust di Goethe e le coscienze "inquiete" dell'Ebreo Errante, rappresentando la ricerca del piacere e dell'inedito.

  5. In cosa consiste la vita etica secondo Kierkegaard?
  6. La vita etica consiste nel scegliere di scegliere, impegnandosi in un compito e assumendo la responsabilità della propria libertà, basandosi su un modello universale di comportamento e sul lavoro.

  7. Perché anche la vita etica è destinata al fallimento?
  8. La vita etica fallisce perché l'uomo, identificandosi con la propria storia e riconoscendo anche gli aspetti negativi, si pente, portando al salto verso la vita religiosa per realizzarsi come "singolo".

Domande e risposte

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