silvia.vallenari
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Concetti Chiave

  • Kierkegaard critica il razionalismo e l'universalismo, sostenendo che la realtà è irrazionale e solo attraverso la fede religiosa si può comprenderla.
  • Si oppone all'ontologia hegeliana, affermando che la dialettica non porta a una sintesi ma a una contrapposizione insormontabile tra tesi e antitesi.
  • Per Kierkegaard, l'individualità è la vera dimensione del reale, contrariamente all'universalità proposta da Hegel, che considera un'invenzione della ragione umana.
  • Propone tre stadi di vita: estetico, etico, religioso, ciascuno caratterizzato dall'angoscia e dalla difficoltà di trovare un significato stabile.
  • La religione cristiana è vista come la migliore poiché è irrazionale e incomprensibile, offrendo una paradossale speranza e accettazione della vita.

Indice

  1. Critica al razionalismo e universalismo
  2. Critica all'ontologia di Hegel
  3. La fede come unica via
  4. Il concetto di ironia
  5. Esistenza e religione
  6. I tre stadi della vita
  7. Vita estetica e angoscia
  8. Vita etica e impegno
  9. Vita religiosa e fede
  10. Il paradosso della fede
  11. Rapporto individuale con Dio

Critica al razionalismo e universalismo

Critica il razionalismo, l'universalismo, l'ottimismo. Kierkegaard dice come Schopenauer che la realtà è irrazionale, quindi ragionare non serve per conoscerla. Si occupa eccessivamente dell'uomo.

Critica all'ontologia di Hegel

Critica all'ontologia di Hegel

1) critica alla dialettica hegeliana, precisa il punto del rapporto tra tesi e antitesi, Kierkegaard dice che non c'è sintesi perché si tratta di due dimensioni completamente diverse, io solo con un salto passo all'antitesi e non è una conseguenza. Quindi per lui la dialettica svolge una funzione completamente negativa.

2) Critica a Hegel, insisteva sul concetto di universalità, mentre per Kierkegaard non esiste l'umanità esistono solo uomini, individui. L'unica dimensione del reale è l'individualità, ogni individuo vive il suo dramma interiore, si angoscia. L'universalità è un'invenzione della ragione umana, quindi non esiste.

La fede come unica via

Per Kierkegaard c'è questa possibilità di scegliere, ma qualunque cosa si scelga, la conclusione è sempre negativa (categoria della possibilità negativa).

Se noi vogliamo conoscere la realtà, dobbiamo affidarci alla fede, in particolare quella religiosa, perché la ragione è incapace di conoscere la realtà (il titolo di una delle sue opere principali “aut-aut”).

Il concetto di ironia

Concetto di ironia per Kierkegaard è il fatto che ogni uomo si sente attratto da un qualcosa che vuole raggiungere, ma che poi si ritrova senza niente, ed è angosciato (la realtà non ci da niente). Critica radicale da parte di Kierkegaard agli idealisti e in particolare verso Hegel.

Esistenza e religione

Ogni individuo è chiuso nel suo dramma interiore senza possibilità di cambiare. Si mise in urto con le autorità religiose e inoltre non ebbe fortuna in quanto nel mondo culturale trionfava ancora Hegel con il suo idealismo.

Significato etimologico per Kierkegaard di esistere (exsistere) come uscire fuori fa un nulla o tutto come individualità (per poi rientrarvi con la morte).

I tre stadi della vita

La religione è la dimensione vera perché è incomprensibile irrazionale, abbiamo tre stadi differenti: 1) etico 2) estetico 3) religioso – si può vivere nei tre modi diversi, anche se tutti e tre sono fallimentari.

Vita estetica e angoscia

1) Vita estetica: è quella di colui che prende tutto alla leggera. Può essere un esempio la vita del seduttore, colui che salta da un punto all'altro senza impegnarsi mai, ma così pian piano avverte sempre di più il vuoto di questa vita angosciante. Questo tipo di vita può provocare: Angoscia: scaturisce dalla constatazione che qualsiasi cosa si faccia, questa è sempre negativa – disperazione: mentre l'angoscia è provocata dalla consapevolezza dei miei limiti, la disperazione è l'impotenza del mondo esterno, mentre l'angoscia è l'impotenza del mondo interno.

Vita etica e impegno

2) Vita etica: l'essere fa il salto, é colui che si impegna in tutto, in tutte le sue attività, ci crede, ma a poco a poco anche in lui affiora l'angoscia, cioè il senso di vuoto si fa tante domande, su quale valore abbiano le sue scelte.

Vita religiosa e fede

3) Vita religiosa: l'essere va ancora più avanti, si evolve, e si rinuncia a ragionare (secondo Kierkegaard la religione cristiana è la migliore perché è la più irrazionale, incomprensibile).

Il paradosso della fede

Comprendere l'incomprensibile è difficile anche per questo autore. La fede, soltanto vivendo la vita, e intuendone il significato, si può sopportare quella croce che ci grava. La religione ci offre di accettare rassegnatamente questa croce, devo accettare che la vita è questo e che è la vita dello scandalo, del paradosso.

Soluzione paradossale quella di Kierkegaard però in effetti non ci sono altre soluzioni, quindi la religione ci da la speranza che anche se non si verifica mai, ci aiuta.

Rapporto individuale con Dio

Il rapporto con Dio è individuale, io devo imitare Cristo, però lui si è sacrificato per gli altri allora lo devo fare anche io o no? Kierkegaard in un primo momento crede più nell'individualità, poi cambia opinione.

Domande da interrogazione

  1. Qual è la critica principale di Kierkegaard alla dialettica hegeliana?
  2. Kierkegaard critica la dialettica hegeliana affermando che non esiste una sintesi tra tesi e antitesi, poiché si tratta di due dimensioni completamente diverse. Per lui, la dialettica ha una funzione negativa.

  3. Come Kierkegaard vede l'universalità rispetto all'individualità?
  4. Kierkegaard critica il concetto di universalità di Hegel, sostenendo che esistono solo individui e non un'umanità universale. L'individualità è l'unica dimensione reale, mentre l'universalità è un'invenzione della ragione umana.

  5. Qual è il ruolo della fede secondo Kierkegaard?
  6. Per Kierkegaard, la fede, in particolare quella religiosa, è essenziale per conoscere la realtà, poiché la ragione è incapace di farlo. La religione è vista come la dimensione vera e irrazionale.

  7. Quali sono i tre stadi di vita secondo Kierkegaard e come si caratterizzano?
  8. I tre stadi di vita sono: estetico, etico e religioso. La vita estetica è leggera e superficiale, portando all'angoscia; la vita etica è impegnata ma anch'essa porta al vuoto; la vita religiosa rinuncia alla ragione e accetta la fede.

  9. Come Kierkegaard interpreta il rapporto individuale con Dio?
  10. Kierkegaard vede il rapporto con Dio come individuale, dove l'individuo deve imitare Cristo. Tuttavia, si interroga se debba sacrificarsi per gli altri come Cristo ha fatto, riflettendo sull'importanza dell'individualità.

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