Zhuweiqiu
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Concetti Chiave

  • Le massime sono regole soggettive basate su esperienze personali, importanti ma non universali.
  • Gli imperativi si dividono in ipotetici e categorici; i primi richiedono una condizione per raggiungere un fine, i secondi sono universali e dettati dalla ragione.
  • Kant distingue tra leggi morali e leggi religiose, criticando la morale basata su fini esterni come il paradiso.
  • La legge morale secondo Kant è autonoma, universale e non dipende da credenze religiose o fini personali.
  • Kant si discosta dalle filosofie morali precedenti, rifiutando la dipendenza da dettami religiosi come base universale della moralità.

Indice

  1. Gradi di comando morale
  2. Imperativi e ragione
  3. Kant e la legge morale

Gradi di comando morale

Vi sono diversi gradi di comando morale:

le massime, ossia regole, norme, che ci si dà ma che hanno valenza soggettiva, come la decisione di non mangiare qualcosa perché si è consapevoli del fatto che ci faccia male. Non sono poco importanti, anzi, la loro esistenza è fondamentale perché ognuno si comporta di conseguenza e spesso derivano dalle esperienze personali, però non possono arrivare ad essere leggi universali e valide univocamente

Imperativi e ragione

gli IMPERATIVI, norme oggettive che si suddividono in imperativi ipotetici e imperativi categorici. I primi si formulano con un condizionali, indicano cosa bisogna dare per raggiungere un fine dunque postulano la condizione necessaria per raggiungere uno scopo il cui compimento dipende dalla volontà e poi, a seconda dei casi, magari anche dalle abilità e inclinazioni. Sono basati su qualcosa che hanno tutti gli uomini in maniera intrinseca, ossia la ragione. Gli altri invece sono qualcosa che si deve fare semplicemente perché la ragione dice di farlo, possono assurgere a universali perché non dipendono da una soggettività come le massime e non si fanno per raggiungere un fine, sono svincolati dalla soggettività e dall’empiricità (il dipendere da ciò che si fa e dalle proprie abilità), dunque hanno un valore universale e valgono per tutti gli esseri razionali proprio perché imposti dalla ragione.

Kant e la legge morale

Le leggi della religione hanno un fine, quello di andare in paradiso, pertanto non possono essere considerate leggi morali perché finalistiche e non osservate per necessità, in più sono esterne agli uomini, non interne, mentre secondo Kant la legge morale è autonoma (come si evince dall’epitaffio) e non eteronoma, si conosce da sempre come soggetto uomo. Con questo ragionamento, Kant scredita i pensieri dei filosofi precedenti, ad esempio, che riguardavano la scommessa su Dio, in quanto non si può pensare ai fini.

E’ importante in quanto si discosta da tutte le filosofie morali del passato, come quella cristiana, che ha in sè un filo morale basato su dei dettami: Kant dice che sebbene questi possano essere condivisibili non possono essere universali perché decadono qualora non si creda in Dio.

Domande da interrogazione

  1. Qual è la differenza tra massime e imperativi secondo Kant?
  2. Le massime sono regole soggettive basate su esperienze personali, mentre gli imperativi sono norme oggettive che possono essere universali, come gli imperativi categorici che si basano sulla ragione.

  3. Perché le leggi della religione non possono essere considerate leggi morali secondo Kant?
  4. Le leggi della religione hanno un fine esterno, come andare in paradiso, e non sono osservate per necessità, mentre le leggi morali sono autonome e universali, imposte dalla ragione.

  5. In che modo Kant si discosta dalle filosofie morali del passato?
  6. Kant si discosta dalle filosofie morali del passato, come quella cristiana, affermando che le leggi morali devono essere universali e non basate su credenze religiose, che decadono se non si crede in Dio.

Domande e risposte

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