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Concetti Chiave

  • Gli imperativi kantiani sono divisi in ipotetici e categorici, con validità universale.
  • Gli imperativi ipotetici richiedono di seguire regole specifiche per raggiungere un obiettivo prefissato.
  • Gli imperativi categorici sono incondizionati e valgono sempre, indipendentemente dalle circostanze.
  • La legge morale universale è rappresentata dagli imperativi categorici e implica l'azione basata su massime universalizzabili.
  • È immorale trattare gli altri come mezzi o sfruttarli; l'umanità deve essere vista come un fine in sé.

Gli imperativi kantiani valgono universalmente e sono di due tipologie:

Indice

  1. Imperativi ipotetici e loro applicazione
  2. Imperativi categorici e legge morale
  3. Universalizzazione delle massime morali

Imperativi ipotetici e loro applicazione

◦ ipotetici: se ci si pone un preciso obiettivo, bisogna seguire le stesse regole. Ad esempio, se un ragazzo desidera prendere 100 alla maturità deve studiare con costanza. Ne deriva che tutti i ragazzi che vogliono prendere 100 devono studiare con costanza. In questo caso per raggiungere uno scopo vi è un’unica via;

Imperativi categorici e legge morale

◦ categorici: è un imperativo incondizionato, che vale sempre e di per sé, non legato a una specifica condizione. Per esempio “bisogna aiutare il prossimo”, senza alcuna precisazione. Kant per farci comprendere al meglio quali azioni sono morali afferma: agisci soltanto secondo quella massima che, al tempo stesso, puoi volere che divenga una legge universale. Per esempio dire le bugie quando fa comodo non può essere una massima che diventa universale perché talvolta può provocare degli episodi spiacevoli.

Gli imperativi categorici sono la legge morale universale. Non sono comprese nella legge morale quelle situazioni in cui la ragione non è pura ed è commista ad altro. Per esempio, se sono malato e non mi muovo non è perché me lo dice la legge morale.

Universalizzazione delle massime morali

Per comprendere meglio, una massima che è possibile universalizzare è la seguente: agisci in modo da trattare l’umanità, sia nella tua persona sia in quella di ogni altro, sempre anche come fine e mai come mezzo. Ne deriva che sia immorale sia sfruttare gli altri, che suicidarsi perché vorrebbe dire usarsi come mezzo. L’uomo deve essere considerato come un fine in sé stesso.

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