Concetti Chiave
- Kant distingue l'arte dalla natura, scienza e mestiere, definendo l'arte estetica come quella che provoca piacere immediato.
- L'esclusione dell'arte dall'animalità e dalla natura riflette la ricerca di una finalità umana proiettata sulla natura stessa.
- La capacità di giudizio riflettente collega esperienze del bello e fenomeni organici alle leggi dell'intelletto, sottraendole a spiegazioni causali.
- Nel giudizio estetico, si trova un'armonia che genera piacere, basata su un principio di finalità soggettivo e non oggettivo.
- Il principio estetico riguarda il rapporto delle rappresentazioni con il soggetto giudicante, rendendo il giudizio un'esperienza personale.
I Giudizi nell'arte
In “Critica della facoltà di giudizio” di Immanuel Kant al capitolo “Dell’arte in generale”, si tratta di un paragrafo in cui distingue l’arte dalla natura, dalla scienza e dal mestiere prima di trattare l’arte bella che chiama anche arte estetica, ossia quella avente come sentimento immediato il piacere che accompagna le rappresentazioni in quanto modi di conoscenza. L’esclusione dell’arte e del senso estetico dall’animalità e dalla natura è del tutto conforme all’impianto dell’opera, con la quale indaga la finalità nella natura, ma che non è della natura stessa ma il riflesso sulla natura del principio di finalità che gli uomini portano con sé. Secondo Kant è la medesima capacità di giudizio riflettente a presiedere alle esperienze del bello e i fenomeni organici, nella bellezza e nel vivente sono infatti direttamente sussumibili alle leggi necessarie dell’intelletto perché l’irriducibile contingenza che caratterizza entrambe li sottrae una spiegazione riassumibile in termini di causa e di effetto.Eppure, la capacità di giudizio riflettente riesce a rinvenire tanto nel bello quanto nel vivente un’armonia al cui emergere il soggetto giudicante prova piacere, il principio di finalità in base a cui opera il giudizio in entrambi i casi un principio estetico, ossia tale da riguardare il rapporto delle rappresentazioni con il soggetto, dunque un principio non oggettivo ma soggettivo.