paoletz00
Ominide
3 min
Vota

Concetti Chiave

  • L'idealismo, rappresentato da Fichte, Schelling ed Hegel, nasce per superare le limitazioni del dualismo kantiano tra fenomeno e noumeno.
  • Mentre Kant vedeva il noumeno come inconoscibile, l'idealismo lo considera parte della coscienza del soggetto, un processo infinito di consapevolezza.
  • Il soggetto cerca costantemente di rendere cosciente l'inconscio, simile a un processo matematico infinito che incrementa continuamente la conoscenza.
  • L'idealismo sostiene che l'io, essendo pensiero puro, è il creatore della realtà, non solo una funzione conoscitiva ma un principio ontologico universale.
  • Fichte descrive l'io come un'attività perpetua; se smettesse di cercare la conoscenza, cesserebbe di esistere, poiché la sua essenza è l'azione continua.

Indice

  1. Esponenti dell'idealismo
  2. Dualismo kantiano
  3. Superamento del dualismo
  4. Io e realtà secondo l'idealismo
  5. Noumeno e soggetto conoscente

Esponenti dell'idealismo

I maggiori esponenti dell’idealismo furono: Fichte, Schelling ed Hegel. Questa corrente filosofica nacque al fine di risolvere le problematiche della filosofia kantiana, di modo da condurla ad unità.

Dualismo kantiano

Kant riteneva che la realtà fosse caratterizzata da un dualismo fra fenomeno e noumeno: il fenomeno è ciò che appare al soggetto in virtù delle sue facoltà conoscitive, invece, il noumeno è la realtà della cosa in sé e coincide il concetto limite, difatti, è possibile pensarlo ma non conoscerlo in quanto, secondo Kant, la conoscenza presuppone sia l’esperienza che le forme a priori. Questo implica il fatto che la ragione kantiana abbia dei limiti dovuti al fatto che non sia in grado di intuire.

Superamento del dualismo

L’idealismo intende sanare questo dualismo in cui il noumeno non è conoscibile ed esiste di per sé, è autonomo. Gli idealisti ritengono così che il noumeno rientri nella coscienza del soggetto conoscente. Quindi non è vero che il noumeno non è conoscibile e che è esterno al soggetto, in realtà, il soggetto non ne è cosciente. Vi è nel soggetto un continuo processo che tenta di rendere cosciente questa parte inconscia. Tale processo viene paragonato alla radice di due: non ha limite, tuttavia, continuando a fare divisioni, è possibile conoscere una cifra in più del suo valore e quindi prenderne coscienza. Però non è possibile mai arrivare al dunque e, perciò, questo processo è infinito. In sintesi, il noumeno è una parte un po' oscura dell’io.

Io e realtà secondo l'idealismo

L’idealismo ritiene quindi che tutta la realtà sia l’io stesso, che, ricordiamo, è solo pensiero. Kant riteneva invece che l’io penso fosse solamente un principio logico formale che presuppone l’esistenza della realtà; quindi, che non fosse un principio creatore.

Se tutto ciò che è è frutto del pensiero dell’io, l’io come già detto è creatore e quindi non è solamente una funzione conoscitiva, ma un principio (universale) ontologico che implica che nulla sia inconoscibile di principio per quanto detto precedentemente.

Noumeno e soggetto conoscente

Il noumeno non è perciò più contrapposto al soggetto conoscente, ma è una parte dell’Io, così come lo chiama Fichte, la cui attività è quella di pensare e la cui essenza è quella di agire: siccome il processo della conoscenza è infinito, quella dell’io è una perpetua attività; anche perché, se l’io si fermasse e non cercasse più di aumentare la propria coscienza morirebbe. Inoltre, con la sua attività genera se stesso e, pur essendo pensiero, esiste.

Domande da interrogazione

  1. Chi sono i principali esponenti dell'idealismo e quale problema cercavano di risolvere?
  2. I principali esponenti dell'idealismo sono Fichte, Schelling e Hegel. Cercavano di risolvere il dualismo tra fenomeno e noumeno presente nella filosofia kantiana, portandola ad unità.

  3. Come l'idealismo affronta il concetto di noumeno rispetto alla filosofia kantiana?
  4. L'idealismo sostiene che il noumeno non è esterno e inconoscibile, ma parte della coscienza del soggetto conoscente. È un processo infinito di cui il soggetto cerca di prendere coscienza.

  5. Qual è la visione dell'io secondo l'idealismo rispetto a Kant?
  6. L'idealismo vede l'io come un principio creatore e ontologico, non solo una funzione conoscitiva. A differenza di Kant, l'io è considerato il creatore della realtà e non solo un principio logico formale.

Domande e risposte

Hai bisogno di aiuto?
Chiedi alla community