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Concetti Chiave

  • Il "Trattato sulla natura umana" di Hume mira a una scienza della natura umana basata sull'esperienza, analizzando ragione, sentimento, morale e politica.
  • Hume divide le percezioni in impressioni, che sono più vivide e dirette, e idee, che sono immagini attenuate delle impressioni.
  • Contrariamente a Locke e Berkeley, Hume nega l'esistenza di realtà oltre le idee e le impressioni, portando a una visione scettica.
  • La connessione tra idee, secondo Hume, è garantita dal principio di associazione, basato su somiglianza, contiguità e causalità.
  • Hume critica il principio di causalità, sostenendo che la sua presunta necessità è una credenza derivata dall'abitudine, non razionalmente fondata.

Indice

  1. Il trattato di Hume
  2. Percezioni e idee secondo Hume
  3. Critica alle idee astratte
  4. Associazione e immaginazione
  5. Proposizioni e causalità
  6. Critica al principio di causalità
  7. Credenza e conoscenza umana
  8. Credenza nell'esistenza continua

Il trattato di Hume

L'opera più importante di Hume è il “Trattato sulla natura umana”, il quale fu scritto con lo scopo di costruire una scienza della natura umana su base sperimentale, in grado di offrire un'analisi sistematica delle varie dimensioni che caratterizzano la natura umana: dalla ragione al sentimento, dalla morale alla politica.

Percezioni e idee secondo Hume

Hume chiama percezioni i contenuti della mente e li divide in due classi, che si distinguono tra loro per il diverso grado di forza e di vivacità con cui colpiscono lo spirito:

1. le percezioni che penetrano con maggiore forza ed evidenza nella coscienza si chiamano impressioni e sono tutte le sensazioni, passioni ed emozioni, considerate nel momento esatto in cui le esperiamo.

2. Le immagini illanguidite di queste impressioni sono le idee o pensieri.

-Locke aveva riconosciuto la realtà dell'io, di Dio e delle cose oltre alle idee.

- Berkeley pur negando la materia ammette l'esistenza degli spiriti finiti e dello spirito infinito di Dio, realtà entrambe irriducibili alle idee.

Hume invece nega l'esistenza di altro oltre alle idee, dato che tutto ciò che ha a disposizione sono idee, impressioni e i loro rapporti, perciò giunge ad una conclusione scettica.

Critica alle idee astratte

Hume nega le idee astratte, secondo lui esistono solamente idee particolari assunte come segni di altre idee particolari a esse simili (l'omino sulla toilette è un'idea particolare che racchiude in sé l'idea di tutti gli uomini, dato che li rappresenta, ma non esiste l'idea di uomo in senso generico, ovvero non esiste l'idea di un uomo che non sia né questo né quell'uomo)

Per spiegare l'idea del segno, cioè la capacità di un'idea di richiamare un gruppo di idee tra loro simili, Hume ricorre all'abitudine (la disposizione, prodotta dalla ripetizione di un atto, a rinnovare l'atto stesso senza che intervenga il ragionamento). Quando abbiamo identificato una certa somiglianza tra idee che per altri aspetti sono diverse noi adoperiamo un unico nome per indicarle. Si forma così l'abitudine di considerare unite le idee designate da un unico nome, siccome quel nome risveglierà in noi non una sola di quelle idee ma l'abitudine che abbiamo di considerarle insieme. La funzione puramente logica del segno concettuale, che Locke e Berkeley avevano desunto da Ockham, diventa per Hume un fatto psicologico, un'abitudine.

Associazione e immaginazione

La facoltà di stabilire relazioni tra le idee è detta immaginazione, che non è affidata puramente al caso, dato che vi è sempre una connessione tra le diverse idee che si succedono l'un l'altra, nei sogni e nelle fantasticherie. Questa connessione è garantita da una forza,il principio di associazione.

Questo adopera secondo tre criteri fondamentali: la somiglianza, la contiguità nel tempo e nello spazio, e la causalità.

Hume ritiene che l'associazione stia alla base di quelle idee definite da Locke come complesse, tra le quali le più importanti sono l'idea di spazio, tempo, causa ed effetto e sostanza. Lo spazio e il tempo non sono impressioni ma “maniere di sentire” le impressioni, ovvero modi con cui le impressioni si dispongono dinanzi allo spirito.

Proposizioni e causalità

Hume distingue le proposizioni che concernono le relazioni tra idee dalle proposizioni che concernono le materie di fatto.

Le proposizioni che concernono le relazioni tra idee sono proposizioni che costruiamo basandoci semplicemente sul principio di non contraddizione.

Le proposizioni che concernono le materie di fatto (matters of fact) sono fondate sull'esperienza, e siccome il contrario di un fatto è sempre possibile, affermare il contrario di una proposizione che concerne ciò, non è intelligibile e nemmeno contraddittorio.

Critica al principio di causalità

Hume critica inesorabilmente il principio di causalità, secondo Hume la relazione tra una causa e un effetto non è conoscibile mediante un ragionamento ma solo per esperienza. Due oggetti vengono considerati uno causa dell'altro per contiguità spaziale e priorità temporale; ma una tale vicinanza spazio temporale non è sufficiente per poter parlare di causalità. È anche necessario costatare che si tratta di un congiungimento costante, ovvero bisogna avere sperimentato che due eventi analoghi in analoghe circostanze si siano sempre presentati connessi l'uno all'altro. Hume critica anche il fatto che attribuiamo alla relazione causa-effetto il carattere della necessità, ma non abbiamo basi sulle quali possiamo effettivamente fare una simile induzione.

Per poter assumere l'esperienza passata come base per ragionamenti e previsioni sul futuro occorre presupporre che il corso della natura non cambi. L'idea che il corso della natura sia uniforme costituisce quindi il fondamento del principio di causalità. Ma il principio dell'uniformità della natura non è vero a priori, né si può inferire mediante induzioni da precedenti osservazioni. Questo principio risponde a un'aspettativa, costituisce una credenza non razionale e soggettiva, frutto dell'abitudine.

Credenza e conoscenza umana

Siccome la conoscenza umana della realtà non è fondata razionalmente ma è frutto di un sentimento o di un istinto, è priva di necessità e rientra nel dominio della probabilità e non della scienza. La credenza è quindi riconducibile alla stessa vivacità che le impressioni possiedono rispetto alle idee.

Credenza nell'esistenza continua

Hume distingue la credenza nell'esistenza continua delle cose, propria a tutti gli uomini e anche agli animali, dalla credenza nell'esistenza esterna delle cose, che suppone la distinzione delle cose dalle loro impressioni sensibili.

Per quanto riguarda la prima credenza Hume osserva che dalla coerenza e dalla costanza di certe impressioni l'uomo è tratto a immaginare che esistano cose dotate di esistenza continua e ininterrotta. Questa credenza appartiene alla parte irriflessiva e afilosofica del genere umano, ed è distrutta dalla riflessione filosofica, che spiega che ciò che si presenta alla mente è solamente la percezione e l'immagine dell'oggetto. La realtà esterna è dunque ingiustificabile, seppure è ineliminabile l'istinto a credere in essa. Infatti secondo Hume noi non facciamo alcuna esperienza, né abbiamo impressione del nostro io ma solo dei nostri stati d'animo. Ciò che sperimentiamo come “io” è soltanto un fascio di percezioni che si susseguono nel tempo.

Domande da interrogazione

  1. Qual è l'opera più importante di David Hume e qual è il suo scopo principale?
  2. L'opera più importante di Hume è il "Trattato sulla natura umana", il cui scopo principale è costruire una scienza della natura umana su base sperimentale, analizzando sistematicamente le varie dimensioni della natura umana, dalla ragione al sentimento, dalla morale alla politica.

  3. Come Hume distingue le percezioni della mente?
  4. Hume distingue le percezioni della mente in due classi: le impressioni, che sono le sensazioni, passioni ed emozioni vissute con forza e vivacità, e le idee o pensieri, che sono immagini illanguidite di queste impressioni.

  5. Qual è la posizione di Hume riguardo alle idee astratte?
  6. Hume nega l'esistenza delle idee astratte, sostenendo che esistono solo idee particolari che fungono da segni per altre idee particolari simili, e che l'abitudine gioca un ruolo chiave nel collegare queste idee.

  7. Come Hume critica il principio di causalità?
  8. Hume critica il principio di causalità affermando che la relazione tra causa ed effetto non è conoscibile tramite ragionamento ma solo per esperienza, e che la necessità attribuita a tale relazione è infondata, basandosi su una credenza non razionale e soggettiva.

  9. Qual è la distinzione di Hume tra la credenza nell'esistenza continua e quella nell'esistenza esterna delle cose?
  10. Hume distingue la credenza nell'esistenza continua delle cose, comune a uomini e animali, dalla credenza nell'esistenza esterna delle cose, che implica la distinzione tra le cose e le loro impressioni sensibili. La prima è una credenza irriflessiva, mentre la seconda è distrutta dalla riflessione filosofica, che riconosce solo percezioni e immagini degli oggetti.

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