Concetti Chiave
- Heidegger emphasizes the unique role of humanity in exploring the essence of being, noting that only entities themselves can reveal their true nature.
- The concept of "thrownness" describes humans as cast into the truth of being, tasked with safeguarding its essence, independent of human will.
- Ontological inquiry into being begins with self-analysis, leading to understanding one's presence in a world filled with entities and meanings.
- Language, according to Heidegger, is not merely a tool for communication but an articulation of the world's meanings, linked to the very act of understanding.
- Heidegger revisits the original concept of logos, as articulated by Aristotle, to highlight its role in revealing the essence of entities beyond mere substance presentation.
Indice
Riflessioni sull'essere
Dal momento che considerare l’essere significa riflettere su ciò che costituisce e su ciò che determina ogni ente in quanto ente, solo l’ente può rendere conto del proprio essere e può dire qualcosa riguardo a ciò che lo costituisce. Nella prospettiva heideggeriana, consideriamo l’ umanità come l’insieme di quegli enti che, per essenza, indagano riguardo al loro essere, all’essere di tutto ciò che è, all’essere del mondo.
Ma l’essere, pur essendo ciò che è più vicino a noi e nostro fondamento, non è conoscibile immediatamente. Ciò che ci fonda, quindi, non è un’entità sempre fissa, sempre uguale a se stessa, sempre essenzialmente identica.
Il nostro mondo, la nostra realtà, noi stessi, siamo ciò che viene dall’essere, costituendosi nella possibilità di essere e non essere.
L'uomo e la verità dell'essere
«L’uomo è piuttosto “gettato” dall’essere stesso nella verità dell’essere , in modo che, così e-sistendo, custodisca la verità dell’essere, affinché nella luce dell’essere l’ente appaia come quell’ente che è. Se e come esso appaia, se e come Dio e gli dèi, la storia e la natura entrino nella radura dell’essere, si presentino e si assentino, non è l’uomo a deciderlo. L’avvento dell’ente riposa nel destino dell’essere. All’uomo resta il problema di trovare la destinazione con- veniente alla sua essenza, che corrisponda a questo destino; perché conformemente a questo destino, egli, in quanto è colui che e-siste, ha da custodire la verità dell’essere.»
Analisi dell'uomo e del linguaggio
Dunque, la ricerca ontologica sull’essere non può che partire dall’analisi di quell’ente che noi stessi siamo, dall’analisi dell’uomo, dall’ ‘analitica esistenziale’. Concentrandosi quindi su quanto contraddistingue questo ente particolare, delinea un trovarsi già in un mondo ricco di enti nonché di significati e un comprendere questo stesso mondo nel quale l’uomo già da sempre è.
«Non si esaurisce nel solo essere mezzo per intendersi [...] non è lo strumento che l’uomo possiede accanto a molti altri, ma invece è proprio soltanto il linguaggio a concedere la possibilità di stare in mezzo all’apertura dell’ente»
Logos e comprensione
Oltre a trovarsi in un mondo ricco di enti da comprendere, l’uomo si trova in un mondo ricco di significati che costituiscono il suo parlare, il suo linguaggio. Quest’ultimo quindi ha la stessa origine della comprensione, ovvero il trovarsi già in un mondo, ma può essere spiegato solo grazie al comprendere perché il linguaggio ne rappresenta appunto l’articolazione. Anche se in Essere e tempo la riflessione esplicita sul linguaggio resta molto esigua, c’è una definizione dell’ente che deve essere indagato, dell’uomo, con la quale Heidegger costantemente si confronta e che implica una certa considerazione proprio riguardo al linguaggio. Questa definizione è il celebre detto aristotelico: ζῷον λόγον ἔχον.
Heidegger e il logos
Per la tradizione il logos, il linguaggio, è sia ciò che contraddistingue l’uomo, sia una proprietà che inerisce alla sostanza umana. Infatti dall’incomprensione dell’essere, considerato come entità sempre identica a se stessa, deriva solo una sostanza sempre uguale a se stessa.
Heidegger affronta questa questione nel corso della sua riflessione e mostra come tale concezione derivi da quell’incomprensione dell’essere da cui il cammino è iniziato.
In un momento in cui era in atto una ricerca dell’essere delle cose, il logos non poteva essere semplicemente il presentare la sostanza di ciò su cui si fa parola, ma, secondo Aristotele, esso si riferiva al verbo ἀποφαίνεθαι, al mostrare.
Il discorso, quindi, era un mostrare ciò che si svela, ciò che si dischiude, rivelando appunto la propria essenza: esso era un di-mostrare, nel senso originario di disvelare.
È appunto questa originaria concezione di logos, che ancora rende conto di un cercare, che Heidegger riprende per mostrare l’essenza del suo cammino: un ritorno alle cose per mostrare ciò che esse stesse disvelano, cioè ciò che sono, il loro essere.
Domande da interrogazione
- Qual è il ruolo dell'essere nella riflessione heideggeriana?
- Come si relaziona l'uomo con il linguaggio secondo Heidegger?
- Qual è la definizione aristotelica che Heidegger considera riguardo all'uomo?
- In che modo Heidegger interpreta il concetto di logos?
- Qual è il problema dell'uomo riguardo al destino dell'essere?
Nella prospettiva heideggeriana, l'essere è ciò che costituisce e determina ogni ente, ma non è conoscibile immediatamente. L'uomo è "gettato" dall'essere nella verità dell'essere per custodirla.
Il linguaggio non è solo uno strumento per l'uomo, ma è ciò che permette di stare nell'apertura dell'ente. È l'articolazione della comprensione del mondo in cui l'uomo già si trova.
Heidegger si confronta con la definizione aristotelica ζῷον λόγον ἔχον, che implica che il logos, o linguaggio, è ciò che contraddistingue l'uomo e inerisce alla sua sostanza.
Heidegger riprende la concezione originaria di logos come un mostrare ciò che si svela, rivelando la propria essenza. È un ritorno alle cose per mostrare ciò che esse stesse disvelano, cioè il loro essere.
L'uomo deve trovare la destinazione conforme alla sua essenza, che corrisponda al destino dell'essere, poiché è colui che e-siste e deve custodire la verità dell'essere.