Concetti Chiave
- La "Fenomenologia dello spirito" di Hegel utilizza la figura del servo-padrone per affrontare il problema della schiavitù.
- L'opera descrive la crescita della coscienza verso l'autocoscienza, passando per certezza sensibile, percezione e intelletto.
- L'autocoscienza emerge attraverso una lotta per la vita o la morte tra coscienze, portando all'affermazione di sé.
- Nella relazione servo-padrone, il servo diventa consapevole della propria essenzialità attraverso il lavoro, ribaltando i ruoli.
- Il servo acquisisce una libertà spirituale e di pensiero, ma rimane insoddisfatto poiché la vera realtà risiede dentro di sé.
La dialettica servo-padrone
Una soluzione al problema della schiavitù sembra essersi trovato nella "Fenomenologia dello spirito" hegeliana con la figura del servo-padrone.
Il percorso dell'autocoscienza
L'opera si presenta come una sorta di "romanzo di formazione" cioè racconta la storia della coscienza che attraverso un percorso difficile che consiste nella certezza sensibile, percezione e intelletto si riconosce e giunge alla consapevolezza di essere l'intera realtà ovvero la coscienza diventa autocoscienza. L'autocoscienza però si esprime attraverso la lotta delle autocoscienze, è una lotta per la vita o per la morte, con questa lotta ciascun autocoscienza si contrappone alle altre e si misura con esse arrivando all'affermazione di sé.
La consapevolezza del servo
Un ulteriore sviluppo dell'autocoscienza si ha nella figura del servo-padrone, in cui la coscienza sconfitta nella lotta, avendo sperimentato la paura della morte, accetta di asservirsi al vincitore che diventa il suo padrone, però il signore dipende dalla "coscienza servile" per soddisfare i propri bisogni perdendo così la propria autonomia e di conseguenza attraverso l'esperienza del lavoro si arriva ad un ribaltamento dialettico, il servo diventa consapevole di essere indispensabile al suo padrone, prende atto della propria essenzialità, dignità e libertà (però si tratta di una libertà sul piano spirituale e sul piano del pensiero e non ancora reale concreto). Il servo rimane comunque infelice perché scopre che sono troppe le cose da conoscere sulla realtà e riflettendo capisce che la vera realtà che cerca sta dentro di sé (facendo utilizzo della ragione).