Rosabianca 88
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Concetti Chiave

  • Galileo Galilei promuoveva l'autonomia della ricerca scientifica dalla religione, basandosi sull'osservazione diretta e sull'interpretazione matematica dei fenomeni naturali.
  • Egli sosteneva che, in caso di contrasto tra religione e scienza, si dovesse fare affidamento sulla scienza che si fonda su esperienze dirette e non su autorità predefinite.
  • Le idee innovative di Galileo sfidavano la cultura ufficiale del Seicento, dominata dalla Chiesa, opponendosi ai neoaristotelici e ai teologi gesuiti che si basavano sul principio d'autorità.
  • Galileo rispettava i contributi dei filosofi antichi come Aristotele, ma rifiutava il dogmatismo dei suoi seguaci che negavano l'evidenza scientifica basandosi sul principio "ipsedixit".
  • Proponeva la separazione tra scienza e religione, considerando la scienza come mezzo per comprendere l'universo e la religione come strumento per la fede e la morale.

Indice

  1. Galileo e l'autonomia della scienza
  2. Il contesto storico del Seicento
  3. Critica all'autorità e all'aristotelismo
  4. Separazione tra scienza e religione

Galileo e l'autonomia della scienza

Galileo Galilei, il fondatore della scienza moderna e lo scopritore del metodo sperimentale, sostenne l’autonomia della ricerca scientifica dalla religione. Entrambe hanno come fine la conoscenza della natura, ma, mentre la seconda agisce mediante simboli ed esempi rivelati dal Verbo divino nella Bibbia, la scienza si basa sull’osservazione diretta della realtà di cui indaga i fenomeni attraverso l’interpretazione dei caratteri matematici. La “Bibbia non fa scienza”: questa l’affermazione di Galilei. Ne consegue, seguendo il suo ragionamento, che in un eventuale contrasto tra religione e ricerca scientifica è su quest’ultima che bisogna fare affidamento, non in quanto la Bibbia contenga verità errate, ma perché esse sono il risultato di un adattamento, svolto per mezzo di un linguaggio simbolico, alle conoscenze a al grado di comprensione degli antichi.

Il contesto storico del Seicento

Tali teorie, inserite in un contesto storico come quello del Seicento, in cui l’opera degli intellettuali, degli artisti, dei poeti e degli scrittori era posta sotto il controllo della Chiesa, assumono un notevole valore innovativo e costituiscono uno strumento di lotta contro la cultura ufficiale dell’epoca. Infatti Galilei polemizzò aspramente contro gli zelanti neoaristotelici ed i teologi gesuiti, criticando in particolare quel principio d’autorità che sia gli uni sia gli altri ponevano a fondamento del sapere.

Critica all'autorità e all'aristotelismo

Per lo scienziato pisano era inconcepibile l’esistenza di forme di conoscenza precostituite, quindi indipendenti dell’esperienza. Rifiutò pertanto ogni autorità che fosse anteposta all’osservazione diretta dei fenomeni naturali, sia che essa derivasse dal pensiero degli antichi filosofi, a cominciare da Aristotele, sia dalle verità contenute nelle Sacre Scritture.

Galilei non metteva assolutamente in dubbio l’importanza del contributo che Aristotele e gli altri filosofi diedero allo sviluppo della conoscenza nella loro epoca.

Ad irritarlo era invece l’atteggiamento degli zelanti seguaci dell’aristotelismo i quali, nella convinzione che gli antichi, in particolare il loro maestro, fossero i depositari assoluti della verità, solevano negare qualsiasi evidenza, chiudendo la questione sempre con la solita frase: “ipsedixit” (se lo ha detto Aristotele, deve essere necessariamente così).

Separazione tra scienza e religione

Per quanto concerne la polemica contro i teologi, Galilei tentò di dimostrare che, poiché la scienza e le Sacre Scritture hanno finalità diverse, anche la ricerca scientifica e la religione devono essere separate: l’obiettivo della prima è di far conoscere all’uomo la struttura dell’universo; lo scopo della seconda è di rafforzare la fede e la condotta morale degli individui affinché possano conquistare la salvezza dell’anima.

I teologi respinsero queste tesi, nel timore che potessero condurre ad un relativismo tale da mettere in discussione, mediante la negazione del principio di autorità e della centralità della Terra nell’universo, il controllo esercitato dalla Chiesa sulla cultura dell’epoca.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il contributo principale di Galileo Galilei alla scienza moderna?
  2. Galileo Galilei è considerato il fondatore della scienza moderna e lo scopritore del metodo sperimentale, sostenendo l'autonomia della ricerca scientifica dalla religione.

  3. Come Galileo Galilei vedeva il rapporto tra scienza e religione?
  4. Galileo sosteneva che la scienza e la religione hanno fini diversi: la scienza si basa sull'osservazione diretta e l'interpretazione matematica dei fenomeni, mentre la religione si esprime attraverso simboli e esempi rivelati nella Bibbia.

  5. Qual era la posizione di Galileo riguardo all'autorità degli antichi filosofi e delle Sacre Scritture?
  6. Galileo rifiutava l'autorità precostituita degli antichi filosofi e delle Sacre Scritture, sostenendo che la conoscenza deve derivare dall'esperienza e dall'osservazione diretta dei fenomeni naturali.

  7. Perché i teologi respinsero le tesi di Galileo?
  8. I teologi respinsero le tesi di Galileo temendo che potessero portare a un relativismo che mettesse in discussione il principio di autorità e la centralità della Terra, minacciando il controllo della Chiesa sulla cultura dell'epoca.

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