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Concetti Chiave

  • Il dialogo è animato da tre personaggi: Simplicio, sostenitore di Aristotele, Salviati, proponente della teoria copernicana, e Sagredo, l'interlocutore neutrale e curioso.
  • Sagredo introduce un approccio empirico alla discussione, criticando il dogmatismo accademico e l'irrazionalità dell'ipse dixit attraverso l'episodio del "notomista".
  • La figura di Simplicio viene ridimensionata dagli avversari, Salviati e Sagredo, che usano ironia e argomentazioni per mettere in dubbio la dottrina aristotelica.
  • Il dialogo assume un carattere teatrale e drammatico, definito da Campanella come una "commedia filosofica", grazie alla vivacità e tensione del dibattito.
  • Galilei promuove un linguaggio accessibile, il "realismo del linguistico", per esprimere concetti in modo chiaro e comprensibile, discostandosi dal latino accademico.

Il testo è tratto dall'opera di Galileo "Dialogo sui due massimi sistemi del mondo". Il testo è scritto in forma dialogica come ci suggerisce il titolo dell'opera, e gli interlocutori sono tre:Simplicio, Sagredo e Salviati. Simplicio è un sostenitore della dottrina aristotelica, Salviati si presenta come un assertore della teoria copernicana mentre Sagredo è l'interlocutore neutrale che anima la discussione spinto dalla sua naturale curiosità.

Il testo si presenta appunto come un dibattito, aperto da Simplicio il quale aveva fatto nuove considerazioni riguardo alle argomentazioni della Prima Giornata e nel punto di nominare Aristotele viene interrotto da Sagredo.

Indice

  1. Simplicio e la critica
  2. Carattere teatrale del dialogo
  3. Linguaggio e personalità

Simplicio e la critica

A questo punto Sagredo in contrasto con ol'argomentazione di Simplicio prosegue la discussione portandola sul piano empirico, discostandosi dal dogmatismo che caratterizza la cultura accademica e basandosi soltanto sulla sua esperienza, introducendo così l'episodio del "notomista". Questo episodio e la descrizione dell'invenzione del telescopio riportata da Salviati si pongono come una critica all'ipse dixit, mettendo in evidenza l'irrazionalità del principio stesso ma soprattutto degli aristotelici i quali si sono appropriati del pensiero di Aristotele per farne una dottrina alla quale sostenersi per avere una sicurezza. Da qui diventa chiara la debolezza di Simplicio e dei tradizionalisti:la paura dell'ignoto scaturita dalla loro dipendenza da un ideale astratto di perfezione il quale non può essere deturpato dalla sensibilità terrena.

Carattere teatrale del dialogo

La figura di Simplicio risulta essere minimizzata dai due avversari che servendosi della loro ironia, (evidente nella parte iniziale del testo in cui Sagredo sogghigna mentre Simplicio sta per nominare Aristotele) riescono a sradicare brillantemente la posizione dell'aristotelico. Il dialogo assume quindi un carattere teatrale grazie alla vivacità del dibattito e all'introduzione dell'elemento comico, inoltre alcuni momenti rivelano una forte tensione caratteristica del genere drammatico, per cui Campanella la descrive come una "commedia filosofica".

Linguaggio e personalità

Rilevante è anche il linguaggio nella determinazione della personalità dei tre interlocutori. Simplicio imita appunto il parlare dell'intellettuale accademico, seppure egli si esprima in lingua volgare risulta comunque essere ancora legato a determinate terminologie e a complesse costruzioni logiche come il sillogismo. Il sillogismo è un'argomentazione logica nella quale da due preposizioni (una maggiore e una minore) legate tra loro da un termine comune, se ne deduce una terza. Simplicio e Sagredo utilizzano un linguaggio sintatticamente più scorrevole. Galilei parlava appunto di "realismo del linguistico", ossia di un linguaggio che si prestasse ad esprimere i concetti in modo più chiaro rispetto al latino, un linguaggio nuovo che andava "scoperto" e arricchito ma sopprattutto che potesse essere compreso da tutti e non solo dalla ristretta cerchia di dotti; in questo senso lo possiamo intendere come il risvolto espressivo dell'atteggiameno scientifico di Galilei.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il ruolo di Simplicio nel "Dialogo sui due massimi sistemi del mondo"?
  2. Simplicio rappresenta il sostenitore della dottrina aristotelica, spesso messo in difficoltà dagli altri interlocutori, Sagredo e Salviati, che criticano la sua dipendenza da un ideale astratto di perfezione.

  3. Come viene utilizzato l'elemento comico nel dialogo?
  4. L'elemento comico è introdotto attraverso l'ironia di Sagredo e Salviati, che minimizzano le argomentazioni di Simplicio, conferendo al dialogo un carattere teatrale e vivace.

  5. In che modo il linguaggio contribuisce a caratterizzare i personaggi del dialogo?
  6. Il linguaggio riflette le personalità dei tre interlocutori: Simplicio utilizza un linguaggio accademico e complesso, mentre Sagredo e Salviati adottano uno stile più scorrevole e accessibile, in linea con il "realismo del linguistico" di Galilei.

  7. Qual è la critica principale rivolta agli aristotelici nel testo?
  8. La critica principale è rivolta all'irrazionalità del principio dell'ipse dixit e alla paura dell'ignoto degli aristotelici, che si aggrappano a una dottrina per sicurezza, evitando di confrontarsi con l'esperienza empirica.

Domande e risposte

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