Concetti Chiave
- Fichte, nato in una famiglia povera in Germania, emerge come filosofo influenzato da Kant e diventa un noto insegnante a Jena, costretto poi a trasferirsi a Berlino per accuse di ateismo.
- La sua filosofia, esposta ne "La dottrina della scienza", si basa su un'infinita dialettica dell'"io", suddivisa in tesi, antitesi e sintesi, che esplora il sapere assoluto.
- Il processo dialettico di Fichte culmina nella sintesi, essenziale per comprendere la conoscenza e la morale, attraverso fasi di crescita intellettuale dall'intuizione alla ragione.
- Fichte vede la morale come un processo infinito di autorealizzazione dell'"io" attraverso l'azione, enfatizzando la collettività e l'educazione per superare l'egoismo.
- In politica, Fichte sottolinea il diritto alla proprietà e al lavoro, promuovendo uno stato liberale e chiuso che valorizza la cultura e l'educazione per il bene del popolo.
Vita e Opere
Fichte nasce in Germania da una famiglia povera, ma la sua genialità viene fuori fin da giovane. Da grande frequenterà il College di Jena dove poi si laurea. Il suo approccio filosofico nasce con la lettura delle opere di Kant e con la stesura di una sua opera "Ricerca di una critica di ogni rivelazione" ispirata proprio alle teorie di Kant. Successivamente insegnò alla stessa
Jena, i suoi corsi furono molto affollati così da organizzare anche lezioni domenicali.
Nel corso della sua carriera da insegnante fu costretto ad abbandonare il College poiché dichiarato ateo, così si trasferì a Berlino.
"La dottrina della scienza"
In quest'opera è racchiusa la filosofia di Fichte, filosofia dell'infinito, un'infinito che può essere identificato nell'uomo stesso. In questo modo Fichte vuole costruire una filosofia che sia sapere assoluto partendo dal concetto di dialettica. Il processo dialettico non è determinato o cronologico ma parte da intuizioni intellettuali, ossia immediata apprensione di ciò che non è sensibile, e si suddivide in tre fasi: tesi, antitesi e sintesi che rappresentano i tre principi fondamentali dell'io infinito. Con la tesi l'io pone sé stesso come attività creativa, principio primo del sapere, condizione incondizionata di sé stesso e della realtà. Con l'antitesi l'io pone un "non io". Per realizzarsi come attività è costretto a contrapporre a sé stesso qualcos'altro. Infine con la sintesi l'io oppone un "non io" divisibile ad un io divisibile.
La sintesi è il principio più importante perché esprime la concezione teoretica della conoscenza e della morale. Fichte spiega il processo della sintesi realizzando una sua attività definita Strevel e caratterizzata da cinque fasi che rappresentano i cinque gradi della conoscenza: sensazione, immaginazione, intelletto, giudizio e ragione.
La morale
L'attività morale di Fichte pone l'io sul mondo e sulla natura come attività incessante mediante un processo infinito che porta l'io ad autorealizzarsi. Il primato della ragion pratica in Fichte allude al fatto che l'io risulta capacità conoscitiva solo per poter agire. Quindi per realizzare sé stesso l'io deve agire moralmente. La moraler poi è determinata dal concetto di collettività che allontana l'uomo dall'egoismo, e dall'educazione che permette all'individuo di vivere bene.
La politica
Riguardo questo concetto Fichte si rifà al diritto e allo stato.
Per diritto egli sostiene il diritto alla proprietà che si pone alla base di uno stato e il diritto al lavoro che rende gli uomini liberi.
La visione di stato di Fichte si lega a quello liberale,uno stato chiuso così come quello della Germasnia del suo tempo. La sua idea di stato si deve preoccupare anche della cultura, gli intellettuali devono educare il popolo cercando di capire le sue esigenze.
Domande da interrogazione
- Qual è l'origine del pensiero filosofico di Fichte?
- Qual è il concetto centrale nella "dottrina della scienza" di Fichte?
- Come Fichte concepisce l'attività morale dell'io?
- Qual è la visione politica di Fichte riguardo allo stato?
Il pensiero filosofico di Fichte nasce dalla lettura delle opere di Kant e dalla stesura della sua opera "Ricerca di una critica di ogni rivelazione", ispirata alle teorie kantiane.
Il concetto centrale è la filosofia dell'infinito, dove l'infinito è identificato nell'uomo stesso, e si sviluppa attraverso un processo dialettico di tesi, antitesi e sintesi.
L'attività morale dell'io è vista come un processo infinito di autorealizzazione, dove l'io agisce moralmente per realizzare sé stesso, allontanandosi dall'egoismo attraverso la collettività e l'educazione.
Fichte sostiene un'idea di stato liberale e chiuso, basato sul diritto alla proprietà e al lavoro, con un ruolo importante per la cultura e l'educazione del popolo da parte degli intellettuali.