Concetti Chiave
- Pico sostiene che l'uomo è un miracolo non per la sua forza o intelligenza, ma per la sua dignità superiore e la libertà unica tra tutte le creature.
- L'uomo è considerato un'opera di immagine e natura indeterminata, priva di caratteristiche predeterminate, che lo rende capace di scegliere e definire se stesso.
- La libertà umana si manifesta nella capacità di scegliere e desiderare, assumendosi la responsabilità di formarsi attraverso strumenti culturali.
- La formazione dell'uomo si realizza attraverso tradizioni e percorsi culturali che mirano alla coltivazione dell'intelligenza, della morale e dell'ideale dell'amore.
- Pico evidenzia l'importanza della pluralità delle vie culturali e la loro concordia, sottolineando una struttura culturale funzionale per l'uomo.
Pico sostiene che l’uomo è un miracolo, inteso quale cosa straordinaria ed evento degno di ammirazione, che interroga nella sua eccezionalità (non ci si chiede se è un miracolo, ma perché), affermazione apolitica attribuita ad Abdullá Saraceno (non si sa chi sia, un autore ritrovato da Pico in una citazione), citato per giustificare e qualificare l’affermazione come assioma culturale universale. L’uomo non è un miracolo perché è l’essere più forte, ma anzi è proprio il più debole, non è né il più veloce, né il più intelligente (gli angeli sono più interessanti dell’uomo), ma perché possiede una dignità superiore all'animale più forte e agli stessi angeli: l’uomo è un miracolo perché Dio, dopo aver creato tutte le altre creature ed avendo dato a ciascuna specie un tratto particolare, si è ritrovato senza più doni, senza più caratteri specifici da attribuire all'uomo (ripresa del mito di Protagora), né qualcuno con cui condividere la meraviglia del mondo creato, allora costruì l’uomo come opus indiscrete imaginis, opera dall’immagine, natura e caratteristica indeterminata, non definita, cioè senza caratteristiche predeterminate.
Ecco il miracolo: l’uomo è ciò che vuole, che opta (ciò che sceglie, ma anche che desidera: individua ciò che è, il suo Bene, l’oggetto di una tensione, che sente come Bene), è l’unico essere dotato di autentica libertà. La “mancanza di” si rivela come una qualità, è libertà, che vuol dire “essere ciò che si è”; se optare significa scegliere, allora l’uomo si definisce in base a ciò che sceglie: libertà è responsabilità, compito in quanto ruolo proprio del’umanità, di formarsi grazie a strumenti, o vie, offerti dalla cultura e consistenti nella cultura stessa (tradizioni, diverse vie e percorsi che hanno un comune obiettivo: la formazione dell’uomo; in tutte sono presenti strumenti per la coltivazione dell’intelligenza: la scelta, la morale e l’ideale dell’amore). Egli dimostra di avvertire l’esigenza dell’uomo come possibilità in gioco, la pluralità delle vie ma anche la loro concordia, in una struttura culturale funzionale all'uomo (per l’uomo).Domande da interrogazione
- Perché Pico considera l'uomo un miracolo?
- Qual è il ruolo della libertà nell'essere umano secondo Pico?
- Come si manifesta la pluralità delle vie nella formazione dell'uomo?
Pico considera l'uomo un miracolo non per la sua forza o intelligenza, ma per la sua dignità superiore e la libertà autentica, essendo l'unico essere capace di scegliere e definire se stesso.
La libertà è vista come una qualità fondamentale dell'uomo, che gli permette di essere ciò che sceglie di essere, rendendolo responsabile della propria formazione attraverso la cultura e le tradizioni.
La pluralità delle vie si manifesta attraverso diverse tradizioni e percorsi culturali che, pur essendo vari, condividono l'obiettivo comune di formare l'uomo, offrendo strumenti per la coltivazione dell'intelligenza, la scelta morale e l'ideale dell'amore.