Mongo95
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Concetti Chiave

  • Esplorazione del rapporto tra la terapia palliativa e l'evoluzione del vissuto umano del dolore, con attenzione al significato attribuito dal soggetto contemporaneo.
  • L'analisi della sofferenza viene spesso affrontata da prospettive psicologiche, sociologiche e antropologiche per identificare comportamenti ricorrenti.
  • L'interpretazione del dolore è influenzata dall'evoluzione filosofica, con un impatto tangibile sui cambiamenti psicologici e socioculturali.
  • La società odierna è definita da un paradigma analgesico, che mira a eliminare rapidamente il dolore, riflettendo un cambiamento culturale e filosofico.
  • Sorgono interrogativi sull'attuale rilevanza della riflessione filosofica sul dolore in una società che tende a sopprimere la sofferenza.

Il tentativo ambizioso di individuare, se esiste, qualche possibile rapporto tra l’istanza terapeutica palliativa (emergente nel contesto contemporaneo, qualificante di un aspetto rilevante di tutte le professioni a contatto con il mondo della sofferenza) e l’evoluzione del concreto vissuto umano del dolore nel suo affetto di senso e di significato ad esso attribuiti dal soggetto umano nella contemporaneità. Il vissuto della sofferenza è spesso indagato sul terreno psicologico e talvolta su quello sociologico ed antropologico, al fine di verificare modalità comportamentali ricorrenti, paradigmatiche.

Tali comportamenti, anche in tali rilievi, non sarebbero però mai indipendenti dall’evoluzione dell’ermeneutica del dolore in campo filosofico, cioè dell’interpretazione filosofica del dolore. Si vive in virtù di cambiamenti intervenuti nell’approccio psicologico e socioculturale al dolore, ma anche del suo cambiamento ermeneutico-filosofico. L’istanza terapeutico-palliativa oggi emergente, indubbiamente connessa all’ampliarsi del decorso di talune patologie ormai non più trattabili in vista della guarigione, o a taluni disagi psichici del tutto insopportabili, è correlata anche ad una diversa autocomprensione del dolore da parte dell’uomo contemporaneo, e più in generale da parte della filosofia contemporanea. Nell’orizzonte culturale odierno si ha un paradigma dominante: la società analgesica, cioè che il dolore non dovrebbe esserci, o se c’è va tolto di mezzo immediatamente, eliminato. Il dolore deve essere estinto e sedato. Tale espressione, “sedato”, non è soltanto un codice medico-sanitario, ma anche culturale-filosofico. La filosofica non vive al di fuori della realtà, il modo in cui oggi si pone sul piano filosofico la domanda intorno al dolore non può prescindere completamente dalla cultura diffusa, dalla peculiare modalità con cui ci percepisce nella società occidentale il dolore. La domanda provocatoria è dunque: oggi è ancora possibile sollevare la domanda filosofica sul dolore, o chi la solleva si pone in una posizione residuale. Oppure l’evento della sofferenza è depotenziato nella sua valenza interrogativa, in un certo qual modo annullato in una società appunto analgesica per cui si vorrebbe eliminare la realtà stessa del dolore sulla quale il filosofo dovrebbe porre la propria grande domanda?

Domande da interrogazione

  1. Qual è il rapporto tra l'istanza terapeutica palliativa e l'evoluzione del vissuto umano del dolore?
  2. L'istanza terapeutica palliativa è connessa all'evoluzione del vissuto umano del dolore, influenzata da cambiamenti psicologici, socioculturali e filosofici, che portano a una diversa autocomprensione del dolore nella contemporaneità.

  3. Come viene percepito il dolore nella società contemporanea?
  4. Nella società contemporanea, il dolore è percepito come qualcosa da eliminare immediatamente, portando a un paradigma di "società analgesica" dove il dolore deve essere estinto e sedato, influenzando anche l'approccio filosofico al tema.

  5. È ancora possibile sollevare la domanda filosofica sul dolore oggi?
  6. La domanda filosofica sul dolore è messa in discussione in una società analgesica, dove si tende a eliminare la realtà del dolore, riducendo la sua valenza interrogativa e ponendo chi la solleva in una posizione residuale.

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