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Sintesi
Sulla critica della ragion pura ci sono molti dibattiti. Kant ha capito che non esiste il mondo ma l’esperienza del mondo, la filosofia deve occuparsi della nostra rappresentazione della realtà. Il soggetto è soggetto di realtà e filosofia. Non c’è altro oggetto se non la coscienza, se anche la realtà è una realtà di coscienza, se tutto è una mia costruzione perché devi mettere questa realtà in sé, indipendente da me? Un noumeno? Io conosco solo fenomeni ma se tolgo il condizionamento del soggetto non c’è più niente. Se non c’è forma il soggetto non può fare niente. Per i critici non è così, dicono che i postulati di Kant poiché non dimostrabili sono assurdi, un concetto impossibile come la radice di un numero negativo. Se non si può dare un oggetto in relazione a una coscienza, il concetto stesso di noumeno è impossibile perché è qualcosa di non pensabile non rappresentabile. Kant rifiuta questa critica, senza una realtà in sé la mia conoscenza non ha materia. Rifiuta ogni forma di idealismo. Il pensiero veste una forma. Rifiuta l’idealismo cioè negare la cosa in sé, Kant non nega la cosa in sé quindi nega l’idealismo. Il noumeno causa la nostra conoscenza applica la casualità al di fuori dei fenomeni quindi delle cause. Una materia deve esserci. Tolto il noumeno solo il pensiero e quindi mette la materia e la forma e il soggetto crea, come la realtà. Se c’è colo apparenza non la chiamiamo più così perché possiamo chiamare qualcosa apparenza solo nel momento in cui vediamo la realtà. L’idealismo deriva dall'eliminazione della cosa in sé dell’essere tutto non solo della sua forma. Soggetto come azione, attività di sintesi sulla materia, indipendentemente dalle circostanza. Qualsiasi altra persona davanti a essa la riconoscerebbe bella quindi non è la piacevolezza che, al contrario, implica solo me. Non può Kant interpretare l’eccedenza come oggettività della realtà. Oltre al bello e al piacere c’è l’eccedenza che mi contraddistingue ed è la mia legge morale. Dialogo dal soggetto con se stesso, me stesso come soggetto morale. L’arte per creare un gioco di sentimenti. L’idealismo diventa la corrente principale. La cosa in sé è una realtà indipendente dal pensiero. Quando rinuncio al noumeno manca la materia, rinunciando alla cosa in sé vedo che rimane solo la coscienza pensante stessa e diventa una coscienza creativa.
Estratto del documento

trattarlo. L’unico pensiero possibile. Se l’idealismo crede che il pensiero crea l’essere

questo porrà un pensiero sopraindividuale, spirito. Per Kant era inconcepibile, la

ragione è universale nel senso che ciascun uomo è strutturato con la sua ragione. Es:

problema della ragione di Dio, verso la realizzazione di un pensiero assoluto che crea

l’essere. La filosofia riterrà di star svolgendo la filosofia di Kant cioè ciò che in lui era

implicito. Come cosa, sostanza non lo posso mai avere il soggetto, posso vederlo come

azione di sintesi. L’io non può vedere sé stesso secondo sostanza. Un’azione creatrice,

la critica della ragion pratica dà uno sguardo all’io. L’io come originariamente libertà

un IO attivo ed eternamente libero. La realtà è il prodotto di un’incessante azione del

pensiero. L’idealismo parla di un pensiero e bisogna capire come fa e capire cosa è la

realtà per gli idealisti cioè ciò che appare oltre il pensiero. Non essendoci mai il

positivo senza il negativo, lo spirito ha bisogno dell’antitesi vivente. La natura causata

dallo spirito e l’uomo sia effetto dello spirito. Se lo spirito è attività incessante.

L’azione è una lotta, lo scontro con qualcosa. Quando agiamo ci scontriamo con la

realtà, agendo noi facciamo noi stessi, andare incontro a qualcosa e mettersi in

relazione. Se lo spirito è attività incessante bisogna capire che ha bisogno di un

ostacolo e lo pone la natura, momento necessario per continuare ad agire

opponendosi incessantemente ad esso, Hegel la chiamerà vita. Pensiero assoluto che

definiscono spirito. I singoli soggetti di spirito che infiniti non sono. Kant aveva negato

alla filosofia la possibilità di affermare uno spirito. Un pensiero creatore della realtà,

l’io libero della critica della ragion pratica. È uno spirito in azione, attività incessante,

quando penso mi muovo, descrizione della vita come movimento, pensare è un’attività

creatrice con cui lo spirito pone, crea qualcosa. Lo spirto è tutto, ciò che lo spirito pone

non può essere altro dallo spirito. L’attività creatrice è un’attività incessante di auto

creazione. Non c’è un fuori dello spirito, ciò che agisce è in sé e per sé. Non siamo il

prodotto di noi stessi. La pensa in profondità. Lo spirito è attività, unica realtà, tutto è

spirito pone in sé e sé stesso quindi è auto creazione. Se lo spirito è azione l’azione

può essere solo al cospetto di un ostacolo, l’azione pone qualcosa che si oppone a

soggetto che la deve compiere, la risposta a qualcosa, un evento, un pensiero in

questo odo l’io oppone a sé un non io. Per Fichte l’io si oppone a questo non io e da

questo scontro si genera. Esperienza vera e incassante, l’azione è una risposta,

corrispondere a un evento, opposizione a qualcosa nel senso di “fare i conti” con

qualcosa e li si scontra incessantemente. La natura è questo, è l’ostacolo sembra non

essere spirito e scontrandosi con essa lo spirito genera se stesso. Non c’è più il singolo

pensiero mio di uomo, pone un pensiero sovra individuale, assoluto. Lo spirito è il

creatore della realtà ma la realtà non è creata fuori dallo spirito stesso. Questo spirito

in quanto pensiero è attività, è un’azione incessante il cui prodotto è ancora spirito.

Agendo questo spirito fa se stesso, tutto è uno spirito che si fa. Attività di spirito ha

bisogno di un ostacolo ma tutto è già dentro. Io pone sé stesso-Io pone all’interno di sé

un non sé. Pensa generando sé stesso ma per farlo genera qualcosa, un’apparenza di

non sé, generato da sé, pensiero della natura che scrive per continuare a muoversi.

Per l’idealismo, per Fichte la realtà, l’esperienza che vediamo sono un prodotto di

questo movimento, vediamo frammenti di spirito e frammenti di natura. Spirito e non

spirito, un po’ di natura ecco questo è quello che vediamo. Tutto questo movimento e

questi scarti è spirito dentro spirito. Frammenti d quell’assoluto lì. Portare o insegnare

il fatto che natura e spirito, che appaiono slegati, sono frammenti della stessa cosa di

uno spirito in continuo movimento. Momento dello spirito perché non c’è realtà

indipendente allo spirito. Chiamiamo la verità di questo momento che è della verità

dello spirito. La filosofia torna a essere il problema della verità per Hegel. Capire cosa

è in verità. Tutto è vita dello spirito, connettere la molteplicità caotico e dare ordine. La

vita del vivente è attività, è un pensiero in azione, un pensiero compiuto che è

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