Concetti Chiave
- Cartesio propone quattro regole semplificate derivanti da un'opera incompleta di 21 regole, per superare la logica aristotelico-scolastica.
- La prima regola dell'evidenza incoraggia a considerare solo ciò che è chiaro e distinto, evitando la fretta e usando il dubbio come antidoto al pregiudizio.
- La seconda regola dell'analisi suggerisce di dividere i problemi in parti più semplici per facilitarne la risoluzione.
- La terza regola insiste sull'importanza di un ordine logico, partendo dal semplice per arrivare al complesso, usando ipotesi chiare.
- La quarta regola dell'enumerazione garantisce un controllo completo dei passaggi attraverso la numerazione, evitando di trascurare dettagli.
Indice
Le regole di Lullo e Cartesio
È bene che le regole siano poche, cosa che non è propria della logica, ma piuttosto del pensiero di Lullo. Logica affinata dai secoli di Scolastica, ma resa disciplina infeconda e puramente formalistica. Poche regole, che sono quindi più chiare e facili da osservare. Ne cita quattro, da non mancare mai di rispettare. Tra il 1619 e il 1629 aveva appunto scritto Le Regole, dove ne enuclea 21 in un’opera incompleta. Le 4 regole del Discorso sono poi tratte per sottrazione da queste originarie, nell’ennesima opera di semplificazione.
La prima regola: evidenza e chiarezza
La prima regola è quella dell’evidenza, cioè non accogliere mai nessuna cosa come vera che non sia evidente. L’evidenza ha a che fare naturalmente con il tema della visione. Ma vedere sensibile, o mistico, o nessuno dei due? Cartesio ci dice che bisogna evitare con cura la fretta nelle conclusioni, a favore della precisione, cioè evitare di passare da un principio ad un altro senza considerare tutti i passaggi, senza sottoporre il ragionamento al necessario esame. L’antidoto alla precipitazione è la circospezione. Per quanto riguarda la prevenzione, si ha l’esaminare le cose senza sottoporle ad esame, cioè esaminare dei giudizi mantenendo le idee ricevute a cui crediamo per educazione ed esperienza. L’antidoto a ciò è il dubbio. Chiarezza e distinzione, con sullo sfondo il tema della luce e del vedere attraverso di essa. La chiarezza di un’idea è quell’idea illuminata, e perchè distinta per esempio da sogno e dal ricordo. Una presenza immediata alla mente. Distinta in quanto non sovrapposta ad altre cose, ma separata dalla confusione di idee. Quindi idee chiare e distinte in questi due sensi, idee che contengono solo ciò che gli appartiene. Così da superare dubbio ed errore.
La seconda e terza regola: analisi e ordine
La seconda regola è la regola dell’analisi. Di fronte ad un problema, un ostacolo, è necessari dividerlo per poi semplificare e giungere ad una conclusione. Dividere e separare è il primo significato del metodo analitico.
La terza regola impone, una volta diviso in parti semplici, di procedere con ordine dal semplice stesso per poi risalire gradualmente alla conoscenza del più complesso. Aggiunge poi che è necessario anche supporre un ordine dove sembra non esserci. L’uso delle ipotesi è possibile anche quando non si è sicuri che sia effettivamente così, ma si può utilizzare per vedere se può funzionare, purchè sia un’ipotesi chiara e distinta. Un ordine anche finto dunque, artificiale.
La quarta regola: enumerazione e controllo
La quarta è la regola dell’enumerazione, con un riferimento alle matematiche, cioè contare, sempre senza salti. La numerazione stessa è uno strumento di controllo dell’ordine, dato che non bastava il risalire dal semplice al complesso, ora con la numerazione si può fare un controllo di quanto già fatto, dei vari passaggi. Così da non dimenticarne alcuno. Numerazioni che sono complete, non vi si può tralasciare nulla.
Cartesio contro Aristotele
Con queste quattro regole, Cartesio intende fare fuori le categorie di Aristotele, che erano quell’insieme di categorizzazioni e ordinamento del sapere che ci consentiva, ambito per ambito, di utilizzare una categoria od un altra, un modo di mettere insieme alcuni concetti a seconda dell’oggetto studiato. Cartesio mette fine a tutto questo, alla logica aristotelico-scolastica. Queste quattro semplici regole si inquadrano in quella lunga introduzione ai tre saggi che è il Discorso sul metodo, dove appunto il metodo viene utilizzato, e in qualche modo le regole vanno così a esplicarvisi e chiarificarsi. Cartesio non si pone tanto il problema di cadere nel banale e di dire cose molto semplici, in quanto forse questo passaggio è soltanto introduttivo.
Domande da interrogazione
- Qual è l'importanza delle poche regole secondo il pensiero di Cartesio?
- Qual è la prima regola del Discorso sul metodo di Cartesio?
- In cosa consiste la regola dell'analisi di Cartesio?
- Come si applica la terza regola del metodo cartesiano?
- Qual è il ruolo della numerazione nella quarta regola di Cartesio?
Cartesio ritiene che poche regole siano più chiare e facili da osservare, semplificando la complessità della logica scolastica e rendendo il pensiero più efficace.
La prima regola è quella dell'evidenza, che implica accettare come vero solo ciò che è evidente, evitando la fretta nelle conclusioni e promuovendo la precisione e il dubbio.
La regola dell'analisi prevede di dividere un problema in parti più semplici per semplificarlo e giungere a una conclusione, rappresentando il primo passo del metodo analitico.
La terza regola impone di procedere con ordine dal semplice al complesso, utilizzando ipotesi chiare e distinte per creare un ordine anche dove sembra non esserci.
La numerazione serve come strumento di controllo dell'ordine, permettendo di verificare i passaggi già compiuti e assicurando che nulla venga tralasciato, completando così il processo analitico.