Concetti Chiave
- Giordano Bruno sosteneva un universo infinito e senza confini, una visione basata sulla sua audacia intellettuale piuttosto che su prove scientifiche.
- La concezione di Dio da parte di Bruno è panteista, vedendo Dio come causa trascendente e principio immanente, legando uomo, natura e divino in un'unica realtà.
- Bruno credeva che l'universo contenga infiniti mondi, sfidando la centralità della Terra e dell'uomo nella tradizione, e celebrando la ragione umana capace di comprendere l'infinità cosmica.
- L'uomo, secondo Bruno, è superiore agli animali grazie all'intelletto e alle mani, strumenti per il progresso tecnico e scientifico, esaltando la tecnica e lo spirito d'iniziativa.
- Bruno cercava di scardinare la mentalità medievale valorizzando il lavoro manuale come elemento fondamentale per la conoscenza, un'idea che disturbava la Chiesa.
Indice
Concezioni cosmologiche di Aristotele e Bruno
Aristotele metteva al centro la Terra e in fondo posizionava il cielo delle stelle fisse che chiudeva l’universo, quindi era un universo finito.
Cosa dice Giordano Bruno? L’universo è infinito, non ha confini.
Come fa a dirlo? Non ha prove. Lui non è uno scienziato, ma ha soltanto un’audacia intellettuale, cioè riesce a capire che questa è la cosa vera, ma non ha prove e questo è il suo male perché poi verrà accusato di eresia e arso sul rogo.La visione di Dio secondo Bruno
Dio per Giordano Bruno è sia causa che principio, dove:
• causa vuol dire trascendente (qualcosa che va oltre): Dio è mens super omnia, cioè la mente al di sopra di tutto che si identifica con Dio stesso
• principio vuol dire immanente (che rimane all’interno): Dio è mens insita omnibus e in questo caso Dio è conoscibile dalla ragione studiando la natura.
Monismo e panteismo in Bruno
In Giordano Bruno uomo, natura e Dio sono un tutt’uno: e questa è una concezione panteista. Se questo tutto è Dio, dentro ci stanno anche materia e forma. Materia e forma sono unite: questa concezione la chiama monismo metafisico (ovvero fare riferimento a un solo principio che è tutto; “metafisico” perché non riguarda solo l’ambito terreno ma anche l’ambito metafisico).
Secondo Bruno la ragione non può cogliere Dio come principio trascendente, cioè come mens super omnia, ma può conoscerlo come principio immanente del cosmo, cioè come mens insita omnibus.
L'infinità dell'universo e la ragione umana
Per Bruno lo spazio non solo è infinito, ma contiene infiniti mondi. In questo universo tutto è centro e periferia al tempo stesso.
Una conseguenza di questa concezione dell’universo è che la Terra e l’uomo sembrano non occupare più quel posto privilegiato che la tradizione aveva assegnato loro.
Inoltre, l’ipotesi dell’infinità dell’universo esalta la ragione umana, in grado di innalzarsi fino a essa e di riconoscere l’illimitata potenza divina.
L’uomo è un essere naturale e divino, in quanto è partecipe del processo creativo di Dio.
Tecnica, magia e conoscenza in Bruno
Giordano Bruno esalta la tecnica e lo spirito d’iniziativa dell’uomo, infatti l’uomo è superiore agli animali perché possiede l’intelletto e le mani, ossia gli strumenti con cui manipola e conosce le cose del mondo in vista del progresso tecnico e scientifico.
Bruno è un pensatore che non è contemplativo e vuole riuscire ad avere tutte le conoscenze immediatamente: ecco perché intraprende la magia; lui vorrebbe con un atto magico conoscere tutto. Questo gli permette di avere questo impulso prepotente di voler conoscere e appropriarsi della natura, e questo lo rende estremamente vulnerabile.
Il lavoro manuale nel Medioevo era lasciato agli schiavi; ora Bruno, dicendo che il lavoro manuale è un elemento fondamentale per l’uomo perché riesce a conoscere, cerca di scardinare una mentalità e alla Chiesa dà fastidio.
Domande da interrogazione
- Qual è la concezione dell'universo secondo Giordano Bruno?
- Come Giordano Bruno vede il rapporto tra Dio, uomo e natura?
- Qual è il ruolo dell'uomo secondo Giordano Bruno?
- Perché Giordano Bruno è considerato un pensatore audace e vulnerabile?
Giordano Bruno concepisce l'universo come infinito e senza confini, contenente infiniti mondi, in cui tutto è centro e periferia al tempo stesso.
Bruno vede Dio, uomo e natura come un tutt'uno, in una concezione panteista, dove Dio è sia causa trascendente che principio immanente, conoscibile attraverso la ragione studiando la natura.
L'uomo è visto come un essere naturale e divino, partecipe del processo creativo di Dio, superiore agli animali grazie all'intelletto e alle mani, strumenti per il progresso tecnico e scientifico.
Bruno è audace per la sua visione dell'universo infinito e la sua esaltazione della ragione umana, ma vulnerabile per il suo desiderio di conoscenza immediata e il suo impulso di appropriarsi della natura, che lo portano a intraprendere la magia.