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Concetti Chiave

  • Tommaso d'Aquino distingue tra ente ed essenza, considerando l'ente come l'essenza che ha ricevuto un atto d'essere, passando dalla potenzialità all'attualizzazione.
  • L'essere perfetto non soggetto al divenire è Dio, che conferisce l'essere a tutte le cose, sebbene il verbo "essere" abbia significato analogico tra Dio e gli altri enti.
  • I Trascendentali, ossia Unum, Verum e Bonum, sono proprietà universali dell'essere che aumentano con la perfezione della cosa, con Dio come esempio massimo di semplicità e perfezione.
  • Tommaso critica il modello a priori sull'esistenza di Dio, proponendo invece un approccio a posteriori che parte dall'osservazione della realtà per dedurre l'esistenza di un creatore.
  • Le cinque vie di Tommaso d'Aquino sono argomenti che, attraverso l'analisi di aspetti come il movimento e la causalità, mirano a dimostrare l'esistenza di Dio come creatore della realtà.

Tommaso d'Aquino - la metafisica, i trascendentali e le cinque vie

Indice

  1. Concetti di ente ed essenza
  2. L'essere e la sua perfezione
  3. I trascendentali dell'essere
  4. Le cinque vie di Tommaso

Concetti di ente ed essenza

Si distingue tra ente ed essenza:

_ENTE: è tutto ciò che è (“essente”). Esistono sia enti logici (che non esistono nella realtà) che reali. La metafisica si occupa però solo degli enti reali.

_ESSENZA: è ciò che la cosa è, espresso con una definizione. Inizialmente si trova soltanto nella mente della persona, poi è necessario verificare se rispecchi o meno la realtà.

L'essere e la sua perfezione

L'ente è l'essenza che ha ricevuto un suo atto d'essere; che è cioè passato dalla potenzialità (ciò che può essere) all'attualizzazione.

L'”essere” per definizione è perfetto, non soggetto al divenire. Poichè tutto ciò che conosciamo è in continuo cambiamento, è naturale che niente sia l'”essere” per definizione. Ma tutte le cose devono allora aver ricevuto l'essere da qualcos'altro: è proprio il divenire che ci fa risalire alla necessità dell'esistenza di un “essere” perfetto, non soggetto a sua volta al divenire, che può cedere un po' del suo essere a tutte le cose. Questo “essere” per eccellenza è Dio.

Il verbo essere con cui posso intendere l'essere di Dio o quello degli altri enti ha significato analogico: i due modi di utilizzo hanno cioè qualcosa in comune, ma anche differenze sostanziali.

I trascendentali dell'essere

I Trascendentali sono proprietà universali dell'essere. Ogni cosa della realtà è “res” (“cosa”) e “alicuid”(qualcosa di determinato). Se la cosa possiede queste caratteristiche allora possiederà anche i tre trascendentali: “Unum, Verum, Bonum”, ai quali alcuni filosofi novecenteschi aggiungono il “Pulchrum”.

_UNUM: le cose sono uniche perchè distinte dal resto e possiedono una certa unità.

_VERUM: le cose sono vere perchè pensate dall'intelletto divino. In seguito l'intelletto umano forma una conoscenza vera se dice le cose come sono, al contrario la conoscenza è falsa.

_BONUM: le cose sono buone perchè corrispondono alla volontà divina. Tutto ciò che è voluto da Dio è bene. E' bene anche ciò che è fine o scopo della volontà umana, che sempre segue quella divina.

Aumentando la perfezione della cosa, aumentano anche l'unità, la verità e il bene. Da qui deriva il fatto che l'essere più perfetto possibile è assolutamente semplice. Dio, massimo della semplicità, è massimo della perfezione.

Le cinque vie di Tommaso

Ma possiamo affermare che Dio esista? Dio è un mistero troppo accecante per l'uomo, e impossibile è definirne l'essenza, come anche capire se esista o meno. La natura umana può soltanto tentare di raccogliere argomenti in merito a ciò. Questi argomenti corrispondono alle cinque vie: strade cioè volte al raggiungimento di una conclusione. Tramite queste egli ci ha dato un modello a posteriori (o cosmologico), opposto a quello a priori. In base a quest'ultimo (adottato ad esempio da Anselmo d'Aosta) l'esistenza di Dio si desume prima di vedere la realtà, partendo cioè dal fatto che nella mente dell'uomo è presente l'idea di Dio.

Tommaso critica questo modello, in quanto sostiene che per affermare l'esistenza di qualcosa, se ne deve necessariamente avere esperienza. Nel suo modello a posteriori egli parte dunque dalla considerazione della realtà, la quale si può spiegare soltanto assumendo che qualcuno (Dio) l'abbia creata. Le cinque vie che ci portano a questa conclusione sono:

1)Il divenire, il movimento.

2)Il vedere le cose come effetto di altro.

3)La realtà è contingente e non necessaria.

4)Nella realtà sono presenti vari gradi di essere e di perfezione: il fatto che possiamo notarli indica che necessariamente dobbiamo possedere un termine di paragone rispetto a qualcosa di assoluto.

5)Anche gli esseri privi di intelligenza tendono a un fine, quindi qualcuno deve averlo permesso. A questo proposito Tommaso propone l'esempio di una freccia (non intelligente) che colpisce un bersaglio: qualcuno deve per forza averla indirizzata (intelligenza divina).

Riflettendo su questi cinque aspetti della realtà, risalgo all'esistenza di Dio.

Domande da interrogazione

  1. Qual è la distinzione tra ente ed essenza secondo Tommaso d'Aquino?
  2. L'ente è tutto ciò che esiste nella realtà, mentre l'essenza è ciò che la cosa è, espresso con una definizione. L'ente è l'essenza che ha ricevuto un atto d'essere, passando dalla potenzialità all'attualizzazione.

  3. Come Tommaso d'Aquino definisce l'"essere" perfetto?
  4. L'"essere" perfetto è definito come non soggetto al divenire. Poiché tutto ciò che conosciamo è in continuo cambiamento, l'essere perfetto deve essere qualcosa che cede il suo essere a tutte le cose, identificato con Dio.

  5. Cosa sono i Trascendentali e quali sono le loro caratteristiche?
  6. I Trascendentali sono proprietà universali dell'essere. Ogni cosa della realtà è "res" e "alicuid" e possiede i trascendentali "Unum, Verum, Bonum", a cui alcuni filosofi aggiungono il "Pulchrum". Questi rappresentano l'unità, la verità e il bene.

  7. Qual è il modello a posteriori di Tommaso d'Aquino per dimostrare l'esistenza di Dio?
  8. Il modello a posteriori di Tommaso parte dalla realtà, che si può spiegare solo assumendo che Dio l'abbia creata. Le cinque vie che portano a questa conclusione includono il divenire, la causalità, la contingenza, i gradi di perfezione e il fine degli esseri privi di intelligenza.

  9. Qual è la critica di Tommaso d'Aquino al modello a priori di Anselmo d'Aosta?
  10. Tommaso critica il modello a priori perché sostiene che per affermare l'esistenza di qualcosa, se ne deve necessariamente avere esperienza. Egli preferisce un approccio basato sull'osservazione della realtà, piuttosto che partire dall'idea di Dio presente nella mente.

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