Concetti Chiave
- La fede è considerata un dono divino, non un merito umano, concesso da Dio a chi sceglie, senza tenere conto delle azioni umane.
- La salvezza è un dono gratuito di Dio e non può essere raggiunta tramite azioni umane; solo gli eletti, scelti attraverso la grazia divina, ne beneficiano.
- Il peccato originale giustifica la dannazione di molti, ma la grazia salvifica è concessa solo a pochi, secondo l'imperscrutabile volontà di Dio.
- L'elezione divina non è meritata né dagli eletti né dai dannati; gli eletti devono la loro salvezza alla grazia di Dio, non ai propri meriti.
- La salvezza non è universale ma riservata ai predestinati; Dio salva chi vuole, attraverso la sua volontà e la mediazione di Cristo, indipendentemente dalle classi sociali.
Indice
Il dono della fede
La fede è da considerarsi inclusa nei doni divini. Coloro che credono in Dio lo fanno soltanto perché Dio ha concesso loro di credere. La fede non è un merito dell’uomo, ma un dono divino. Dio sceglie in senso assoluto, senza tener conto dei comportamenti umani (pur conoscendoli dall’eternità), per il semplice motivo che tali comportamenti provengono dalla sua stessa scelta e non la precedono (per quanto riguarda fede e opere buone). La conclusione è che non c’è nessuna azione umana che possa essere sufficiente, da sola, a raggiungere la salvezza o meritare la salvezza: la salvezza è un dono gratuito di Dio.
Il mistero degli eletti e dannati
Problematico è il caso di eletti e dannati. Se non è infatti la risposta dell’uomo alla chiamata divina a giustificare la scelta, che cosa determina il fatto che alcuni vengono abbandonati alla condanna?
La dannazione ha in realtà un motivo e una causa, il peccato originale. Però il fatto che hai dannati non venga concessa la grazia non ha nessuna spiegazione, se non l’imperscrutabile volontà divina. Dio non destina nessuno al male, Egli impartisce solo ad alcuni al sua misericordia, lasciando gli altri alla loro “giusta” condanna.
Gli eletti non possono attribuire a sé o ai propri meriti il fatto di essere tali, ma solo alla grazia divina; i dannati non possono incolpare Dio, ma solo a sé e alle proprie colpe.
La predestinazione e la salvezza
Tutti gli uomini sono in stato di peccato per effetto del peccato originale. Tutti meritano quindi la condanna, ma l’infinita misericordia di Dio fa si che alcuni possano sfuggirle. Sono gli eletti, quindi, l’eccezione. Perché avvenga ciò è del tutto incomprensibile. È vero, ci si salva unicamente per mezzo della fede, perché solo per la fede ci è concesso di compiere opere buone, ma la fede stessa è a sua volta un dono di Dio, riservato fin da principio soltanto agli eletti.
In sintesi: crederanno soltanto coloro che sono stati predestinati a credere; potranno poi compiere opere buone e, perseverando (l’unico margine di libertà umana), essere sottratti all’inevitabile condanna determinata dal peccato originale.
La limitazione della salvezza cristiana
Qualunque pratica umana, anche la più virtuosa, è di per sé inefficace ad assicurare felicità e salvezza, che sono dono gratuito di Dio. La filosofia non può liberare assolutamente nessuno, ma anche il cristianesimo non libera tutti, ma solo i predestinati. Anche la salvezza cristiana non è più universale, ma riservata solo gli eletti, poiché la chiamata di Dio è irresistibile.
Dio salva tutti coloro che vuole salvare, il che vuol dire che tutti coloro che si salvano, si salvano solo attraverso volontà divina. Dio non salva tutti gli uomini, ma salva uomini appartenenti a tutti i ceti e tutte le classi. Dio non vuole che tutti si salvino, ma quelli che si salvano, si salvano solo per il volere divino e la mediazione di Cristo.
La grazia e la felicità
Senza la grazia non c’è salvezza, e senza salvezza non c’è felicità. I filosofi hanno fatto di tutto per persuadere se stessi e gli altri che ci si possa procurare la felicità con le sole forze della propria volontà, condannandosi così alla condizione opposta: ineluttabile infelicità.
Domande da interrogazione
- Qual è il ruolo della fede nella salvezza secondo il testo?
- Come viene spiegata la dannazione nel testo?
- Chi sono gli eletti e come si distinguono dagli altri?
- Qual è la visione del testo sulla possibilità di ottenere la felicità e la salvezza attraverso le proprie azioni?
- In che modo la volontà divina influisce sulla salvezza degli uomini?
La fede è considerata un dono divino e non un merito umano. Solo coloro che Dio ha scelto possono credere e, di conseguenza, compiere opere buone. La salvezza è un dono gratuito di Dio.
La dannazione è attribuita al peccato originale, ma la mancata concessione della grazia ai dannati è dovuta all'imperscrutabile volontà divina. Dio non destina nessuno al male, ma impartisce misericordia solo ad alcuni.
Gli eletti sono coloro che Dio ha predestinato a credere e a compiere opere buone. Non possono attribuire il loro stato ai propri meriti, ma solo alla grazia divina. Sono l'eccezione alla condanna universale dovuta al peccato originale.
Il testo afferma che nessuna pratica umana, per quanto virtuosa, può garantire felicità e salvezza, che sono doni gratuiti di Dio. La filosofia non può liberare nessuno, e la salvezza cristiana è riservata solo ai predestinati.
Dio salva solo coloro che vuole salvare, e la salvezza avviene solo attraverso la volontà divina e la mediazione di Cristo. Senza la grazia non c'è salvezza, e senza salvezza non c'è felicità.