Concetti Chiave
- Plotino vede la ricerca del bello come un viaggio spirituale che rivela la radice ultrasensibile dell'anima umana.
- Nonostante l'extasis dell'anima, essa non diventa luce ma si avvicina a Dio, mantenendo la sua individualità.
- L'estetico, sebbene inizialmente dissolto, è salvato e trasformato nell'abbraccio dell'intero essere.
- Il neoplatonismo differisce dalle sue riprese nel pensiero europeo e cristiano, influenzando la metafisica e la teologia.
- La svalutazione del corpo è comune nel neoplatonismo, con la virtù che deve dominare i sensi sospettati di corruzione.
Plotino - Concezione del bello
La ricerca del bello costituisce la missione di eros, ovvero in generale dell’animo umano al quale la bellezza può far scoprire la radice spirituale e ultrasensibile di sé, proprio questa ricerca sembra manifestarsi come un processo di dissoluzione della dimensione estetica. Tuttavia, in Plotino l’anima al culmine dell’extasis rimane illuminata, ma non diviene realmente la luce stessa, l’immagine di toccare Dio dopo aver abbandonato ogni realtà empirica è fondamentale nella filosofia plotiniana, non solo perché comporta l’idea di una relazione dell’essere unito senza poter essere fuso in uno. Proprio nell’istante del contatto, al limite del tempo e delle fatiche umane, nell’abbraccio della totalità di tutti i tempi, anche l’estetico per Plotino è salvo, anche ciò che era stato origine del pensare dell’anima è trasformato. L’intero processo del conoscere vive nel risultato di un sentire reso luce ultrasensibile.Ora, il neoplatonismo antico va distinto dalle sue riprese nel pensiero europeo e nella cristianità, platonismo e neoplatonismo svolsero certamente un ruolo dominante nel processo del rapporto tra metafisica greca e teologia cristiana quando categorie desunte dalla filosofia greca precristiana e pagana furono usate per rielaborare razionalmente le nozioni relative a Dio rivelate dalla fede. Ma una pesante svalutazione della corporeità accompagnò non di rado questo percorso tra autori anche molto eterogenei dispiegando una comune metaforica della battaglia in cui la virtù deve affrontare e soggiogare i sensi di per sé sempre in sospetto di corruzione. Il tatto, nello specifico, fa desiderare il possesso, fa perdere la testa e bruciare intimamente con una voluttà insaziabile.