Concetti Chiave
- Marsilio Ficino ha rinunciato ai suoi commenti su Lucrezio, considerando il materialismo epicureo una minaccia alla sua teologia platonica.
- Nel suo commento al simposio platonico, Ficino esplora il concetto di amore come desiderio di tre tipi di bellezza: dell'anima, del corpo e del suono.
- La bellezza dell'anima è percepita con la mente, mentre quella del corpo richiede armonia e moderazione, distinguendosi dai piaceri più terreni.
- I sensi umani, dal tatto alla vista, culminano nella ragione, che permette di percepire oltre il mondo materiale, favorendo la vita contemplativa.
- Ficino identifica un amore attivo e umano che trova piacere nel semplice vedere e conversare, senza cedere ai piaceri fisici.
Indice
Marsilio Ficino e il materialismo epicureo
Marsilio Ficino, che commentò Lucrezio, anche se gettò i suoi commenti nel fuoco non appena si rese persuaso che quell’antico materialismo epicureo e lucreziano costituisse la più agguerrita minaccia alla propria teologia platonica.
Il libro dell'amore e la bellezza tripartita
Una traccia evidente di questa missione di Ficino si autoassegnò è il suo commento al simposio platonico, scritto in latino e reso in volgate sotto il titolo “Il libro dell’amore”, lui illustra l’utilità dell’amore che è desiderio di una bellezza tripartita:
1. Bellezza dell’anima, si percepisce con la mente;
2. Bellezza del corpo, si percepisce con gli occhi, esige un’armonia delle parti per concordia delle varie membra, implica temperanza, decoro e moderazione. Al contrario, i piaceri del gusto e del tatto hanno qualcosa di violento e furioso, che allontana l’intelletto dallo stato che gli è proprio e lo perturbano, del resto il tatto dipende dall’elemento terra giacché si esercita per mezzo del corpo intero e dei nervi su qualità altrettanto terrene come la solidità e il peso;
3. Bellezza del suono, si percepisce con le orecchie;
Il raggio d'azione dei sensi
Il raggio d’azione dei sensi si amplia sempre più salendo dal tatto, al gusto, all’olfatto, all’udito e alla vista, per non dire della ragione, che è il sesto potere dell’anima capace di percepire ben oltre ciò che nel mondo terreno è presente. Se ci dispone a una vita contemplativa, vedere la bellezza corporea eleva la contemplazione della bellezza spirituale divina, se invece è la vita voluttuosa a prevalere si degrada dalla vista al concupiscenza del tatto. Tuttavia, sussiste anche un amore attivo umano che può dilettarsi del solo vedere e conversare