Concetti Chiave
- Simone Weil è una filosofa francese di origine ebraica, il cui pensiero è profondamente influenzato dalla sua esperienza personale e dalla sua identità di genere.
- Il tema del lavoro è centrale nel pensiero di Weil, che lo considera il mezzo con cui l'uomo entra in contatto con il mondo e modifica la realtà.
- Critica la subordinazione dell'uomo alla macchina e rifiuta il determinismo marxista, valorizzando invece la libertà umana e la lotta per l'emancipazione.
- Weil critica il potere, vedendolo come una forza corruttrice che si manifesta attraverso la sottomissione simbolica e ostacola l'emancipazione culturale.
- Associa il totalitarismo all'irrazionalità e alla distruzione delle culture locali, sottolineando l'importanza della critica alle forme di dominio e la rinuncia all'egoismo.
È una filosofa francese di origine ebraica. Il suo pensiero è collegato alla sua vita. Secondo l’interpretazione del pensiero della differenza le caratteristiche del pensiero di Simone è legata alla loro identità di genere. Il pensiero della differenza si basa sull’idea che tra uomini e donne ci sia una differenza e quindi l’emancipazione femminile non passa dall’uguaglianza dei diritti in senso generico ma passa dalla specificità della storia, della biologia femminile.
Da qui deriva l’idea che sia fondamentale l’esperienza diretta, la dimensione personale e individuale.Indice
Carriera e impegno politico
Simone Weil È nata nel 1909 a Parigi da una famiglia ebraica non praticante. Lei raggiunge risultati importanti come donna riuscendo anche ad entrare alla Sorbona e studiare filosofia. Diventa così una professoressa di filosofia con una carriera importante. Simone all’epoca era atea e dava rilevanza alla questione operaia e al lavoro basandosi su un’ottica diversa da quella di Marx. Secondo lei non si può parlare di ciò di cui non si esperienza diretta. Nel 1934 abbandona l’insegnamento e inizia lavorare nell’industria della Renau. Fa esperienza e critica Marx perché non ha fatto esperienza diretta. Dopo ciò si lega alla politica con l’idea che sia necessario mettere in discussione le strutture di potere (questi sono gli anni dello stalinismo in URSS e gli anni dell’avvento del nazismo in Germania). In questo contesto la Francia avrà successo sul fronte popolare con l’unione di comunisti, socialisti e democratici radicali. Simone aderisce al fronte popolare non concependo il proprio impegno dal punto di vista internazionale ma dando importanza allo spazio europeo.
Conversione e critica alla chiesa
Nel 1936 va a combattere in Spagna contro la Francia ma dopo un incidente militare è costretta a tornare in Francia. Due anni dopo, nel 1938 si avvicina al cristianesimo e a una conversione mistica. Si avvicina alla parola di Cristo ma non alla chiesa. Critica la struttura di potere, l’ambiguità del Vaticano nei confronti del nazismo e del fascismo e anche la struttura gerarchica della chiesa cattolica. Lei sostiene che questa conversione la costringe a rimanere sulla soglia. Nel 1940 scoppia la guerra E la Francia viene occupata dai nazisti. Simone scappa a Marsiglia, va negli USA e vuole partecipare contro la lotta al nazifascismo. Nel 1942 torna in Inghilterra dove c’è il generale Degaul. A Londra spera di aiutare il governo in esilio ma non viene coinvolta dalla resistenza e si dedica alla scrittura. Decide di tenere un regime alimentare pare i suoi concittadini per vicinanza ai francesi. Nei mesi precedenti si ammala di tubercolosi. La malattia e il razionamento alimentare la portano alla morte nel 1943 alla sola età di 34 anni. I suoi manoscritti vengono raccolti e pubblicati postumi.
Lavoro e necessità nel pensiero di Simone
Questo tema è centrale in entrambe le fasi del suo pensiero, sia per quanto riguarda l’impegno sindacale sia per quanto riguarda la conversione. Secondo Simone il lavoro e ciò che permette all’uomo di entrare a contatto con il mondo come necessità il mondo è visto come mondo naturale fatto di rapporti necessari. Le cose avvengono in maniera inevitabile. Noi non modifichiamo il mondo tramite il pensiero ma tramite il lavoro.
Nella società contemporanea i rapporti di lavoro sono di subordinazione. Non è solo rapporto di potere ma è subordinazione dell’uomo alla macchina. In generale condivide con Marx la base dello sfruttamento e delle origini materiali di esso. Non condivide però la dialettica cioè l’idea che i rapporti di sfruttamento verranno rovesciati dalla dialettica cioè non crede che la contraddizione tra forze produttive e produzione piedini al rovesciamento. È contro il determinismo e sostiene la libertà umana.
Negli ultimi anni della vita questi temi sono condizionati dalla religione e la lotta per emancipate i lavoratori diventa la lotta per la redenzione. Questa idea viene ripresa dal una parte del cattolicesimo.
Critica al potere e sottomissione
Un altro aspetto che caratterizza il pensiero di Simone è la critica al potere. Secondo lei il potere è un qualcosa che corrompe e gli esseri umani e la sete di potere spinge coloro che intraprendono questa strada ad essere i logori fondamentali delle guerre e delle violenze perché alcuni vedono la prese del potere come un fine a se stesso. La critica al potere d’etica anche da alcune delle forme in cui il potere veniva associato. Il potere deriva solo in misura limitata dall’immaginazione. Piega gli altri essere umani tramite le firme di sottomissione simbolica ad esempio il legame tra schiavo e padrone. Spesso gli schiavi non scappano neanche se lasciati liberi.
Questo è un aspetto che viene ripreso molto anche per quanto riguarda la sottomissione delle donne: la mancata maturazione dell’emancipazione femminile deriva anche da una lunga catena di sottomissione simbolica mentale.
Inseguito a tutto ciò Simone dice che è importantissimo maturare un’emancipazione del linguaggio e della cultura che permetta di avere un’emancipazione simbolica. Bisogna appropriarsi di un proprio linguaggio e cultura non imposta dall’esterno. Lei vuole che vengano esercitate le teorie critiche che mettono i discussione i modi di agire e pensare.
Totalitarismo e critica culturale
Tutto ciò si ricollega anche alla critica sul totalitarismo di Simone. Lei collega l’imporsi dei totalitarismi a 2 forze:
- Irrazionalità: si impone con propaganda e prende forma in un fanatismo religioso.
- Distruzione delle culture locali: dovute dall’accentramento del potere negli Stati.
Secondi Simone noi dobbiamo tenere viva la capacità di criticare le forme di potere e totalitariste cercando di rifiutare il potere perché corrompe l’uomo.
Rinuncia al potere e visione impersonale
Nei Quaderni, insieme di pensieri che compone, dice che Dio è il primo a rinunciare al proprio potere perché ha lasciato il mondo svilupparsi nella libertà dell’uomo è nella necessità della natura ma senza alcun intervento. Secondo lei gli esseri umani dovrebbero rinunciare al proprio io per entrare in contatto con Dio. In questo modo il prevalere sugli altri lo sostituisco con una visione impersonale in modo tale che il mio io si ritrae e vede le cose in modo più oggettivo.
La rinuncia al potere diventa anche rinuncia al soggetto e all’egoismo.
Domande da interrogazione
- Chi è Simone Weil?
- Qual è il pensiero di Simone Weil sulla differenza di genere?
- Qual è il ruolo del lavoro nel pensiero di Simone Weil?
- Qual è la critica di Simone Weil al potere?
- Come collega Simone Weil il totalitarismo all'irrazionalità e alla distruzione delle culture locali?
Simone Weil è una filosofa francese di origine ebraica.
Simone Weil sostiene che tra uomini e donne ci sia una differenza e che l'emancipazione femminile non passi solo dall'uguaglianza dei diritti, ma anche dalla specificità della storia e della biologia femminile.
Simone Weil ritiene che il lavoro sia ciò che permette all'uomo di entrare in contatto con il mondo e che modifichi il mondo tramite il lavoro anziché tramite il pensiero.
Simone Weil critica il potere perché lo considera corrotto e causa di guerre e violenze. Sostiene che il potere pieghi gli esseri umani tramite la sottomissione simbolica e che sia importante maturare un'emancipazione simbolica del linguaggio e della cultura.
Simone Weil ritiene che il totalitarismo si imponga attraverso la propaganda e il fanatismo religioso, e che la distruzione delle culture locali sia causata dall'accentramento del potere negli Stati.