Concetti Chiave
- Il male è un atto concreto di negazione, un esercizio di libertà che favorisce la ribellione e la trasgressione.
- La positività del male risiede nel suo essere un atto effettivo di negazione, mentre la sua negatività nella valenza distruttiva.
- Il malvagio cerca di distruggere la positività originaria, finendo per autodistruggersi, come nel caso di Raskolnikov.
- Il male è un fatto spirituale che coinvolge la libertà dell'uomo e consiste in un esercizio deliberato della volontà.
- Il male è diabolico perché simula il bene, apparendone una parodia e contraffazione, e può raggiungere livelli di devastazione universale.
Indice
La natura del male
Il male non è nemmeno privazione di essere o di bene, si diceva. Il male è la realtà positiva nella sua negatività. Sembra un’espressione impropria, ma significa che il male è un atto concreto di negazione, il suo essere in positivo atto di negazione effettivo.
Il male come atto di negazione
Un deliberato schierarsi dalla parte della distruzione. Un effettivo esercizio di libertà che si risolve a favore della negazione, della ribellione, del rifiuto, della trasgressione. Invece, la negatività del male è la potenza e la valenza (auto)distruttiva del male. Positività è in positivo atto di negazione, negatività è l’atto di valenza distruttiva.
La distruzione del sé
Quindi il malvagio è colui che è abitato dal male, che cerca di distruggere la positività originaria, per ribellarvisi. E finisce per distruggere anche se stesso, come si vede nella figura di Raskolnikov quando uccide la vecchia e perde se stesso, pensando invece di diventare un oltreuomo, diventando invece un volgare assassino come tutti gli altri. Il male è un fatto spirituale perché chiama in gioco la libertà dell’uomo, suo tratto spirituale caratteristico.
Il male come parodia del bene
Il male consiste in un esercizio della volontà, implica una scelta, è un atto voluto, ed è diabolico perché è ribellione e parodia del bene, sua contraffazione e simulazione, prendendone spesso le sembianze. Nei suoi massimi vertici è forza devastatrice tesa alla distruzione universale. Non a caso Dostoevskij definisce Satana come spirito del non essere e dell’autodistruzione.