giulio567
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Concetti Chiave

  • Il concetto di "banalità del male" di Hannah Arendt emerge durante il processo a un ufficiale nazista, descrivendo il male come derivante da individui mediocri e banali.
  • Arendt sostiene che il male non è frutto di astuzia e genialità, ma di persone comuni che aderiscono ciecamente alle convenzioni e all'ideologia dominante.
  • I nazisti vengono visti come burocrati ordinari, che eseguono ordini senza riflessione personale, rendendoli strumenti perfetti per il male radicale.
  • La filosofa contesta le teorie tradizionali e cristiane che attribuiscono il male a entità diaboliche o alla natura umana, indicando invece una mancanza di pensiero critico.
  • Arendt identifica la causa del male nell'assenza della dimensione politica dell'uomo, dove il lavoro diventa l'unico valore, sopprimendo la riflessione critica.

Indice

  1. La banalità del male secondo Arendt
  2. Il soldato nazista e la mediocrità
  3. Critica alle teorie tradizionali sul male

La banalità del male secondo Arendt

Il concetto della banalità del male nasce nella mente di Hannah Arendt durante il processo di un ufficiale nazista.

La filosofa definisce il soldato delle SS come uomo mediocre e banale, che però ha consentito un male così radicale.

Il soldato nazista e la mediocrità

Mediocrità e banalità delineano la figura dell'uomo malvagio, contrariamente all'astuzia e alla genialità del male.

Il soldato nazista è l'esecutore materiale perfetto di un'ideologia perché è banale, cioè aderisce perfettamente alle convenzioni.

Responsabili di un male così atroce come il nazismo, dice Hannah Arendt, sono dei burocrati "normali", ligi al proprio lavoro, al proprio dovere e rispettosi della legge.

Per questo motivo non riflettono, non pensano con la propria testa, ma eseguono meccanicamente.

Critica alle teorie tradizionali sul male

Definendo questo pensiero la filosofa tedesca esclude quelle teorie secondo le quali il male, sarebbe radicato in alcune tradizioni filosofiche e storiche.

Inoltre la filosofa esclude le teorie cristiane sul male e quelle elaborate da Immanuel Kant.

Le prime trovavano la causa semplicemente in un'entità diabolica sovrannaturale. Le teorie Kantiane, invece, nella tendenza dell'uomo ai propri istinti naturali.

Il male é generato da un'assenza della dimensione politica dell'uomo, che pone come unico valore il lavoro.

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