Concetti Chiave
- Marx concentra le sue analisi economiche sulla società capitalistica, cercando le cause della proprietà privata all'interno delle fabbriche.
- Il Capitale è visto come un rapporto sociale tra persone mediato da cose, caratterizzato dalla duplicità della merce in valore d'uso e valore di scambio.
- La relazione sociale nei sistemi capitalistici si realizza attraverso il mercato, con il lavoro vivo che valorizza il capitale esistente.
- La formula capitalista D-M-D1 enfatizza il ruolo del capitale variabile e costante, evidenziando come il pluslavoro diventi plusvalore per l'imprenditore.
- I tentativi capitalisti di aumentare il plusvalore attraverso il plusvalore assoluto e relativo risultano fallimentari, portando a una crisi di sovrapproduzione e alla possibile caduta del capitalismo.
Marx si orienta sempre più verso le analisi economiche, soprattutto per ciò che concerne la società capitalistica. Le analisi marxiane partono da un presupposto molto diverso dalle altre: mentre tutti gli studiosi erano partiti dalla proprietà privata, Marx la considerava semplicemente un risultato e dunque va a cercare le cause che l’hanno prodotta. Il filosofo cerca queste cause all’interno delle fabbriche. Sarà quest’indagine ad ispirare la stesura del Capitale.
Il Capitale è un rapporto sociale tra persone, mediato da cose. Il carattere essenziale della merce è la sua duplicità:
- il Capitale ha un valore d’uso determinato dall’esistenza naturale. Questo valore è determinato da alcune caratteristiche qualitative volte a soddisfare i bisogni dell’uomo. Si realizza nel consumo. Ne deriva il lavoro concreto.
- Il Capitale ha un valore di scambio determinato dall’esistenza sociale. Questo valore è determinato dalle sue caratteristiche quantitative volte a soddisfare le necessità del mercato. Il valore di scambio è astratto e ne deriva il lavoro astratto, il lavoro in quanto fonte di niente.
Il capitale presuppone che la relazione sociale tra individui si realizzi attraverso il mercato. Il processo di produzione presuppone un rapporto di subordinazione della lavorazione alla valorizzazione. Poiché tutto il valore è prodotto da lavoro, il capitale non è lavoro morto, poiché è stato cristallizzato in mezzi di produzione. La funzione del lavoro vivo, lavoro soggettivo e concreto, è solo quella di valorizzare il capitale in quanto valore esistente. Il capitalismo è dunque dominato da una fondamentale inversione, da una sostanziale alienazione e reificazione. Questo carattere rovesciato si esprime nel fenomeno di Feticismo delle merci.
Formula capitalista
La formula capitalista D- M – D1 è orientata verso la circolazione di denaro.
Bisogna distinguere due tipologie di capitale: capitale costante e capitale variabile.
Con capitale costante (o fisso) si intendono i beni acquistati, come macchine e materie prime, con capitale variabile si intende l’acquisto della forza lavoro. Dallo sfruttamento della forza lavoro (ottenuto con l’aumento delle ore di lavoro e il mantenimento del medesimo salario) si ottiene un pluslavoro. Questo pluslavoro diviene per il proprietario un plusvalore che consentirà a D di diventare D1, dunque alla fine di questo processo l’imprenditore non si ritroverà con la medesima somma di denaro ma D1 > D.
Solitamente il processo di circolazione semplice, tipico della società mercantile è il medesimo:
M – D – M.
Al fine di aumentare il proprio plusvalore, il capitalista decide di allungare la giornata lavorativa (PLUSVALORE ASSOLUTO), ma il tentativo si dimostra fallimentare.
in seguito, sempre al fine di aumentare il plusvalore, si decide di affiancare agli uomini delle macchine che possano velocizzarne il lavoro. (PLUSVALORE RELATIVO). Si dimostrò fallimentare anche questo, poiché il capitalista non aveva considerato la spessa necessaria per l’acquisto delle macchine. Questo fallimento porta ad un calo tendenziale del profitto.
Da questi fallimenti deriva una crisi di sovrapproduzione che porta alla caduta del capitalismo. A questa situazione, vi sarebbero sicuramente due risposte: la prima è la massima privatizzazione del lavoro con la nascita di alcuni Trust, oppure, la massima socializzazione del lavoro, con l’aumento della classe lavoratrice.
Domande da interrogazione
- Qual è il presupposto fondamentale delle analisi economiche di Marx?
- Come Marx definisce il capitale e quali sono le sue caratteristiche essenziali?
- Qual è la funzione del lavoro nel processo di valorizzazione del capitale secondo Marx?
- Qual è la formula capitalista e come si distingue il capitale costante dal capitale variabile?
- Quali sono le conseguenze dei tentativi di aumentare il plusvalore nel capitalismo?
Marx parte dal presupposto che la proprietà privata sia un risultato e cerca le cause che l'hanno prodotta all'interno delle fabbriche, diversamente da altri studiosi che partivano dalla proprietà privata stessa.
Marx definisce il capitale come un rapporto sociale tra persone mediato da cose, con una duplicità essenziale: un valore d'uso determinato dall'esistenza naturale e un valore di scambio determinato dall'esistenza sociale.
La funzione del lavoro vivo, soggettivo e concreto, è quella di valorizzare il capitale come valore esistente, in un contesto di alienazione e reificazione.
La formula capitalista è D-M-D1, orientata verso la circolazione di denaro. Il capitale costante si riferisce ai beni acquistati come macchine e materie prime, mentre il capitale variabile riguarda l'acquisto della forza lavoro.
I tentativi di aumentare il plusvalore, sia attraverso l'allungamento della giornata lavorativa che l'uso di macchine, si dimostrano fallimentari, portando a una crisi di sovrapproduzione e alla caduta del capitalismo.