Concetti Chiave
- Per Kierkegaard, l'esistenza implica una scelta tra possibilità senza mediazione, portando la minaccia del nulla quando non si può più scegliere.
- L'angoscia è legata alle possibilità indeterminate come la morte e la libertà, distinguendosi dalla paura che è verso ciò che è determinato.
- L'angoscia è il fondamento del peccato originale, dove Adamo intravede la libertà tramite il divieto divino, generando angoscia.
- La disperazione è la condizione umana di fronte a se stessi, dove la scelta di essere o non essere se stessi porta a un'incompletezza esistenziale.
- La fede è l'antidoto sia all'angoscia sia alla disperazione, offrendo la certezza di tutte le possibilità in quanto a Dio tutto è possibile.
La scelta e l'angoscia
Per Kierkegaard l’esistenza è un dispiegarsi di possibilità tra le quali non vi è mediazione, ma solo scelta.
Ma una scelta è un nulla rispetto alle possibilità scartate, di conseguenza ogni scelta nasconde la minaccia del nulla, ovvero di arrivare ad un punto in cui non è più possibile scegliere.
Con la possibilità è strettamente connessa anche l’angoscia.
Infatti l’uomo non è né puro animale né puro spirito, ma un animale che può divenire spirito.
Ma questa è solo una possibilità, che comporta pertanto rischio ed angoscia. L’angoscia nasce quindi verso ciò che è indeterminato, come la morte (invece la paura è verso qualcosa di determinato) e la libertà.
L'angoscia e il peccato originale
Essa è anche a fondamento del peccato originale, infatti il divieto divino fece intravedere ad Adamo la possibilità di essere libero, e questo generò in lui angoscia.
Poiché l’angoscia si ha verso ciò che è indeterminato, essa si ha quando pensiamo al futuro, ma anche al passato, perché esso può ripetersi.
L’angoscia spiana la strada alla fede, che è la certezza di tutte le possibilità, giacché a Dio tutto è possibile.
Disperazione e fede
La disperazione è invece la condizione dell’uomo di fronte a se stesso: egli può infatti decidere di essere se stesso o no.
Nel primo caso, però, non potrà mai farlo, perché da solo non si può bastare e non è perciò autosufficiente.
Se non vuole invece essere se stesso, e nega quindi la sua natura, egli è una persona che non è.
Quindi non potrà mai realizzarsi e questo genera disperazione contro la quale l’unico antidoto è la fede.