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Concetti Chiave

  • La fenomenologia, fondata da Husserl, è un metodo che si concentra sulla descrizione dei fenomeni così come appaiono, senza interpretazioni quantitative.
  • L'approccio fenomenologico ha come motto "andare alle cose stesse", evidenziando la necessità di descrivere esattamente ciò che si manifesta ai sensi.
  • Si distingue dalle scienze tradizionali per il suo focus qualitativo, cercando di capire l'essenza e il significato dei fenomeni percepiti.
  • La fenomenologia esplora il concetto di intenzionalità, dove la coscienza è sempre coscienza di qualcosa, mai astratta o isolata.
  • Analizza i vissuti della coscienza, cercando di mantenere l'oggettività dei dati e mettendo in luce il rapporto intenzionale tra coscienza e fenomeni.

Molti filosofi si sono dedicati al tatto, il più importante è Husselr, fondatore dell’indirizzo metodologico che corrisponde alla Fenomenologia. Il metodo fenomenologico ha un motto particolare “andare alle cose stesse” che è il presupposto teorico: preoccuparsi puramente di descrivere ciò che appare, ovvero un fenomeno. In quanto metodo puramente descrittivo di ciò che appare il procedimento implica che i sensi vengono messi in giochi quale primissimo luogo nel quale le cose si manifestano. In contrapposizione del metodo delle scienze, che si focalizza sull’aspetto quantitativo, qui è un metodo fondato sull’istanza qualitativa.

Obiettivi della fenomenologia

La fenomenologia punta ad indagare se ciò che appare corripsonda a ciò che è effettivamente, all’essenza di ciò che è, oppure se non ne modifichi la qualità o ne costituisca un vero e proprio travisamento. L’obiettivo è cogliere il significato e quindi si declina come un sapere di tipo riflessivo, che non significa che implichi un nuovi tipi di indagine psicologica, ma analizza i vissuti della coscienza, gli atti coscienziali. Quindi, considera le cose in quanto appaiono in relazione ai vissuti della coscienza, il proposito è dunque quello di far emergere il rapporto intenzionale nel quale la coscienza consente alle cose presenti di manifestarsi con evidenza, salvaguardando l’oggettività dei dati, e quindi delle cose. Il fenomenologi assumono che la coscienza è sempre coscienza di qualcosa, non ne esiste una astratta, è già rivolta a qualcosa d’altro e questa caratteristica costituita si chiama intenzionalità (è sempre un’intenzione in atto che si rivolge ad atti o oggetti).

La scena percettiva, nella quale si prende coscienza di qualcosa, non si risolve nell’ottica di una acquisizione, di una pienezza del fenomeno.

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