Concetti Chiave
- Heidegger sposta l'interesse filosofico dal razionale al valore dell'esistenza, riflettendo sulla sofferenza e le difficoltà post-belliche del 900.
- Si definisce ontologico, non esistenzialista, e indaga l'Essere come un orizzonte complesso, impossibile da definire senza perderne il valore.
- Introduce il concetto di "dasein", l'esser-ci, che implica infinite possibilità e la necessità di scegliere per realizzare un progetto esistenziale.
- Distinzione tra esistenza autentica e inautentica: la prima implica consapevolezza e responsabilità, mentre la seconda è acritica e filtrata dalle opinioni altrui.
- L'essere gettato nel mondo si manifesta attraverso la situazione affettiva, il comprendere e il parlare, culminando in un'esistenza consapevole e scelta.
Heidegger (1889-1976)
Fa parte dei filosofi del 900 ed è un esistenzialista. La sua filosofia è quindi legata a quella di kierkegaard, spostano l'interesse da tutto quello che è positivo ,scientifico a qualcosa che non è razionalmente dimostrabile e quindi richiama il valore dell'esistenza legato al problema della sofferenza, al travaglio dell'uomo ecc.. questa filosofia nasce anche in relazione ad una difficoltà oggettiva dell'uomo dei primi del 900 come l'uscita dalle guerre mondiali e quindi la paura, la sofferenza, la fame rappresentavano elementi portanti di questo momento.
Gli uomini di questo momento sono sopravvissuti ai regimi totalitari.Rifiuta l'appartenenza all'esistenzialismo perché si definisce un ontologico e come Aristotele parte dal concetto di essere. Sarà uno dei teologi del nazismo. Parte dalla domanda: che cos'è l'Essere?
Per lui definire l'essere è impossibile perché nel momento in cui definisco l'essere e gli attribuisco una definizione, l'essere perde di valore. Quindi l'essere è tutto ciò che sta all'interno di un orizzonte entro il quale tutto assume una collocazione, ma di questo ente che sta all'interno del orizzonte non è possibile dargli una definizione. Non si può rispondere alla domanda su cos'è l'essere perché implicherebbe dare una definizione, ma nel momento in cui do la definizione di essere questo perde di valore. L'essere è tutto quello che sta all'interno di un orizzonte, quindi all'interno di un sistema complesso di significati nel quale ogni essere diventa un ente, ente inteso come generico perché se lo definisco diventa una cosa e quindi perde di valore.
Questi enti hanno delle caratteristiche:
1. Essere dasein: dasein significa per hidegger “esserci” (dal tedesco: essere con) , è un essere che deve essere qui in questo momento, deve esserci e deve essere infinite possibilità (tutto quello che vuoi essere). In questo spazio preciso ho infinite possibilità e per questo motivo devo essere chiamato a scegliere. L'essere è obbligato a scegliere in quanto ha un compito preciso che è quello di realizzare un progetto (progetto esistenziale, legato alla vita).
2. Essere nel mondo: ha il compito di mette insieme due elementi fondamentali cioè l'io e il rapporto con la realtà che ha intorno. Questi due elementi fondamentali stabiliscono che il soggetto è corpo e mondo. Le cose a cui non posso dare definizione acquistano valore in funzione all'utilità, comprendo quello che mi sta intorno in funzione all'utilità, che deriva dalla possibilità degli strumenti che io ho intorno mi consentono di realizzare il progetto che è per me vitale. (Posso conoscere il valore del chiodo e del martello se devo attaccare un quadro).
Ci possono essere due modi dell'essere differenti che sono; la comprensione e la cura, cioè posso analizzare l'essere da questi due punti di vista.
La comprensione: è la modalità attraverso cui un significato viene colto rapportandolo ad un orizzonte ampio (le cose non devono essere comprese in funzione di quello che realmente sono ma in funzione dell'utilità che esercitano rispetto alla realizzazione del mio progetto). Conoscere è interpretare tutto quello che mi sta intorno. (Ermeneutica: comprensione dei significati nascosti)
La cura: rappresenta la relazione tra il soggetto e le cose che gli stanno intorno. Questo rapporto si traduce in due tipi di esistenza: l'esistenza autentica e l'esistenza inautentica.
– L'esistenza inautentica è uno stato di pre-comprensione, l'individuo è piuttosto acritico rispetto alla realtà che ha intorno e ha la visione del mondo che gli viene filtrata dalla visione degli altri (es. il bambino che ripete la parola “penna” ma non è cosciente del significato). L'uomo prende per buono le verità che ha intorno. Quando prendo per buono le cose che mi dicono gli altri mi trovo chiuso in un processo di deiezione dove il soggetto perde di valore, e tutto viene ricordato al quotidiano, perde di significato e viene nascosto all'interno della realtà. Nella deiezione non parlo perché se parlo rifletto, la mia parola è ridotta a chiacchiera perché non ha valore.
– L'esistenza autentica in cui il soggetto prende la consapevolezza delle proprie responsabilità. Il passaggio dall'inautentico all'autentico è segnato dall'angoscia perché l'uomo prende la consapevolezza di dover fare delle scelte. L'uomo è un essere gettato nel mondo ma nel momento in cui è un essere gettato nel mondo è obbligato alla scelta, deve poter scegliere. Il peso della scelta è gravoso perché l'uomo che è gettato nel mondo no ha scelto di essere gettato in quel mondo ma nel momento in cui io vengo gettato in questo mondo e comincio a scegliere, da quel momento le scelte sono le mie. Nel momento in cui vivo la vita che non ho scelto di vivere le scelte sono le mie.
I modi fondamentali attraverso cui l'essere gettato nel mondo sono tre: la situazione affettiva, il comprendere e il parlare.
– la situazione affettiva: corrisponde con le emozioni. L'uomo a un certo punto scopre di essere gettato senza sapere dove sta andando, senza avere una meta significativa. L'elemento caratterizzante di questa fase è l'angoscia perché l'uomo è disorientato.
– il comprendere: dopo la fase di disorientamento entra in gioco la fase di comprensione, e inizia la comprensione rispetto al progetto che deve intraprendere, il progetto coincide con l'esistenza. Per hidegger esistere equivale a scegliere. Per realizzare il progetto si deve scegliere.
– il parlare: il parlare presuppone una rielaborazione della comprensione di questo percorso interiore, non è più chiacchiera ma diventa parlare vero. È raccontare e rielaborare questo vissuto.
Domande da interrogazione
- Qual è il concetto centrale della filosofia di Heidegger?
- Cosa significa "dasein" secondo Heidegger?
- Qual è la differenza tra esistenza autentica e inautentica?
- Quali sono i modi fondamentali attraverso cui l'essere è gettato nel mondo?
- Come Heidegger interpreta la comprensione e la cura?
Il concetto centrale della filosofia di Heidegger è l'Essere, che non può essere definito senza perdere di valore. L'Essere è tutto ciò che si trova all'interno di un orizzonte di significati complessi.
"Dasein" significa "esserci" e rappresenta l'essere che deve esistere in un determinato momento e luogo, con infinite possibilità, obbligato a scegliere per realizzare un progetto esistenziale.
L'esistenza autentica è quando il soggetto diventa consapevole delle proprie responsabilità e scelte, mentre l'esistenza inautentica è uno stato di pre-comprensione, dove l'individuo accetta passivamente le verità altrui.
I modi fondamentali sono la situazione affettiva, il comprendere e il parlare, che rappresentano rispettivamente le emozioni, la comprensione del progetto esistenziale e la rielaborazione del vissuto.
La comprensione è interpretare i significati in funzione dell'utilità per il progetto esistenziale, mentre la cura rappresenta la relazione tra il soggetto e le cose, distinguendo tra esistenza autentica e inautentica.