Concetti Chiave
- Eduard Bernstein critica l'uso della dialettica marxiana e propone la democrazia come unica via al socialismo, recuperando l'etica kantiana della libertà.
- Karl Kautsky si oppone al revisionismo teorico, confermando la prassi politica democratica e proponendo una visione deterministica della storia.
- Rosa Luxemburg sostiene la necessità di un'azione rivoluzionaria e l'autonomia del proletariato, difendendo al contempo la democrazia politica.
- Lenin enfatizza il ruolo del partito come avanguardia rivoluzionaria e considera l'imperialismo l'ultima fase del capitalismo, sostenendo il realismo gnoseologico.
- Antonio Gramsci vede il marxismo come filosofia della prassi, rivalutando la sovrastruttura e sottolineando l'importanza dell'egemonia basata sul consenso, piuttosto che sul dominio.
Indice
Critica di Bernstein al marxismo
Eduard Bernstein critica l’uso marxiano della dialettica in termini di lotta di classe, la tesi del condizionamento della struttura sulla sovrastruttura, la teoria del crollo e dell’impoverimento. Recupera l’etica kantiana della libertà e, nella democrazia, vede l’unica via al Socialismo.
Reazioni di Kautsky e Luxemburg
Karl Kautsky reagisce al revisionismo teorico, ma conferma la prassi politica democratica. Prospetta una visione rigidamente deterministica della storia.
Rosa Luxemburg sostiene la teoria del crollo del capitalismo e l’esigenza di un’azione rivoluzionaria, in cui si affermi l’autonomia del proletariato. Sostiene la democrazia politica.
Lenin e la dittatura del proletariato
Lenin afferma il partito come avanguardia rivoluzionaria e la dittatura del proletariato. L’imperialismo è l’ultima fase dello sviluppo capitalistico. In filosofia sostiene il realismo gnoseologico: la conoscenza è rispecchiamento e approssimazione continua alla realtà. Nell’URSS, sotto la dittatura di Stalin, il Marxismo verrà insegnato come dottrina di Stato e presentato come il modello della scienza, basato sull’assunzione dogmatica della dialettica materialistica.
Gramsci e la filosofia della prassi
Per Antonio Gramsci il Marxismo è una filosofia della prassi, una teoria dell’azione legata a una visione del mondo compiuta e alternativa. Si misura con la filosofia di Croce e, pur condividendone lo Storicismo e la critica alla versione determinista del Materialismo storico, rifiuta il carattere speculativo e metafisico della sua filosofia. Guarda alle condizioni nuove dello sviluppo capitalistico che si realizzano con il Taylorismo e il Fordismo. Rivaluta il ruolo della sovrastruttura. Prendendo le distanze dallo stalinismo, afferma l’egemonia — basata sul consenso — e non un dominio del partito rivoluzionario. Le ideologie sono non solo forme di “falsa
coscienza”, ma anche il luogo in cui i soggetti prendono coscienza dei conflitti reali. Da qui il - confronto fra le ideologie e l’importanza attribuita alle questioni della cultura, della funzione degli intellettuali (dell’intellettuale tradizionale e di quello organico, collegato alla classe operaia) e della scuola.
Domande da interrogazione
- Quali sono le critiche di Eduard Bernstein al marxismo tradizionale?
- Come si differenzia il pensiero di Antonio Gramsci dal marxismo stalinista?
- Qual è la posizione di Lenin riguardo all'imperialismo e alla conoscenza?
Eduard Bernstein critica l'uso della dialettica in termini di lotta di classe, la tesi del condizionamento della struttura sulla sovrastruttura, e la teoria del crollo e dell'impoverimento, proponendo invece l'etica kantiana della libertà e la democrazia come via al Socialismo.
Antonio Gramsci si distanzia dallo stalinismo affermando l'egemonia basata sul consenso piuttosto che il dominio del partito rivoluzionario, rivalutando il ruolo della sovrastruttura e sottolineando l'importanza delle ideologie e della cultura.
Lenin considera l'imperialismo come l'ultima fase dello sviluppo capitalistico e sostiene il realismo gnoseologico, secondo cui la conoscenza è un rispecchiamento e un'approssimazione continua alla realtà.