Concetti Chiave
- Gehlen si concentra sull'uomo come "problema biologico eccezionale", enfatizzando la condizione di difettività e non-specializzazione dell'essere umano.
- L'uomo è al centro dell'interesse filosofico di Gehlen per la sua capacità di conciliare dialetticamente le contrapposizioni filosofiche attraverso l'azione.
- La filosofia di Gehlen si allontana dall'idealismo, mirando a un'unità antropologica che integra le scienze come psicologia e sociologia.
- Gehlen cerca di ricondurre le diverse discipline a un'unità tematica per una visione omogenea e totale dell'essere umano.
- L'antropologia classica di Gehlen nasce quando diventa chiaro che ogni scienza ha punti di contatto con l'uomo, richiedendo un'integrazione filosofica.
L'uomo al centro della filosofia
Negli anni ’30 Gehlen aveva cercato di identificare gli stati dell’essere e dello spirito dotati di maggiore forza effettuale, ritrovandoli in ultima analisi nelle espressioni spirituali dell’uomo e soprattutto nella capacità umana di conciliare dialetticamente le contrapposizioni filosofiche nell’azione. L’uomo viene a porsi al centro dell’interesse filosofico di Gehlen non più come “occasione” per il dispiegarsi della produttività dell’essere o dello spirito, ma nella sua condizione di essere biologico dai tratti particolari. Rappresenta un “eccezionale problema biologico” (biologisches Sonderproblem). Tale collocazione speciale (Sonderstellung) dell’uomo nella natura viene ricondotta a caratteristiche biologiche basilari dell’“animale umano”, che riguardano l’impostazione vitale dell’uomo nel suo complesso, dai rapporti con l’ambiente a quelli con i conspecifici, e fanno capo ad una generale condizione di difettività e non-specializzazione.
L'unità nell'antropologia filosofica
L’aspirazione all’unità di Gehlen è eredità della sua “incompleta” fase idealistica. Ciò che in lui rimane, così come negli altri autori dell’antropologia filosofica classica, è la questione dell’unità, almeno per quanto riguarda l’uomo. Non più tanto in senso ontologico/metafisico, ma appunto antropologico. Ciò emerge nel rapporto con le scienze, con l’antropologia classica che nasce nel momento in cui è chiaro che ogni disciplina a qualcosa per cui ricollegarsi all’uomo (psicologia, sociologia, etc). Per la forma mentis del filosofo, sta a significare che devono essere tutte ricondotte ad un’unità tematica per avere visione omogenea e totale dell’essere umano. Si tratta forse dell’ultima fase filosofica in cui i pensatori si preoccupano di dare visione centrale e unitaria alla propria disciplina, integrando i risultati delle singole scienze all’interno di categorie strettamente filosofiche.