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Concetti Chiave

  • L'ontologia linguistica di Gadamer propone che l'essere e il linguaggio siano inscindibili, rendendo tutte le forme di vita interpretabili attraverso il linguaggio.
  • Gadamer sostiene che la realtà è ermeneutica e che l'essere umano è parte di un processo di interpretazione linguistica.
  • La filosofia presocratica integra linguaggio e realtà, mentre Platone separa linguaggio e conoscenza autentica, influenzando la percezione ermeneutica.
  • Gadamer vede una ricomposizione tra linguaggio e realtà nel romanticismo e nella dottrina cristiana, con riferimenti nel Vangelo di Giovanni.
  • Critiche all'ermeneutica di Gadamer riguardano la possibile relativizzazione della conoscenza e la mancanza di una critica ideologica illuministica.

Indice

  1. Linguaggio e ontologia secondo Gadamer
  2. Platone e la separazione tra parole e idee
  3. Critiche all'ermeneutica di Gadamer

Linguaggio e ontologia secondo Gadamer

Con questa apodittica formula Gadamer non intende (solo) evidenziare, tautologicamente, come all’uomo risulti intellegibile ciò che è strutturato come linguaggio, ma intende dire, più profondamente, che l’essere è linguaggio, ossia che tutte le forme di vita sono linguaggio e come tali possono venir esperite e comprese.

Il nostro «accesso alle cose» è linguistico, le cose fanno tutt’uno con il nostro linguaggio, il linguaggio fa tutt’uno con la nostra conoscenza concreta delle cose: «non c’è cosa dove vi è meno il linguaggio»; non c’è concezione strumentalistica del linguaggio: tutte le forme di vita e della realtà sono linguaggio e, come tali, possono essere comprese esclusivamente in forma linguistica. La realtà è di tipo ermeneutico: infatti, dire che l’essere è linguaggio significa dire che l’essere in generale e l’essere umano in particolare è interpretazione.

Platone e la separazione tra parole e idee

Secondo Gadamer, un’ontologia linguistica si ha pienamente nella filosofia presocratica, che non ha distinto tra “parole e cose” (Foucault→rottura tra parole e cose: età classica) in quanto il linguaggio era il linguaggio delle realtà, così la realtà era realtà attraverso il linguaggio; la divaricazione avviene, secondo Gadamer, con Platone (similmente a Nietzsche), che parla di un mondo delle idee, spostando la vera ed autentica realtà su un piano ideale, facendo del linguaggio uno strumento inadeguato proprio di questa realtà. Infatti, Platone ritiene che il linguaggio appartenga al momento della doxa, non della conoscenza autentica; è nel romanticismo che, a suo avviso, questa unità si ricompone (tuttavia, c’era stato un antesignano al romanticismo: nella dottrina cristiana c’è questa ricomposizione, secondo una visione storica della realtà e dell’Assoluto, che si storicizza; perciò, Gadamer indica all’inizio dell’Evangelo di Giovanni il principale riferimento a questa ricomposizione. Inoltre, sono presenti importanti indicazioni anche in qualche scritto minore di San Tommaso). Quindi, nella terza parte di Verità e metodo è presente una storia della filosofia del linguaggio, ma anche un’interpretazione ermeneutica del messaggio cristiano.

Critiche all'ermeneutica di Gadamer

Il possibile limite di questa indagine è stato rintracciato nella relativizzazione della conoscenza, per cui certe interpretazioni assolutistiche dell’ermeneutica (come quella di Vattimo) possono certamente portare al suo declino relativistico; Habermas tacciò l’ermeneutica di ricadere nel coscienzialismo, cioè in un idealismo (che affermava “tutto è idea e la realtà si coglie nell’idea”) laddove viene affermato «tutto è linguaggio e la realtà si coglie nel linguaggio». In essa manca completamente l’idea di un’ermeneutica libera dai vincoli della tradizione, fin troppo idealizzata a discapito di un necessario spirito illuministico, capace di muovere una critica dell’ideologia, cioè una critica radicale del presente e delle false conoscenze.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il significato profondo dell'affermazione di Gadamer "L’essere, che può venir compreso, è il linguaggio"?
  2. Gadamer intende dire che l'essere è linguaggio, ossia che tutte le forme di vita sono linguaggio e possono essere comprese solo in forma linguistica. La realtà è interpretazione, e il nostro accesso alle cose è linguistico.

  3. Come si sviluppa l'ontologia linguistica nella filosofia presocratica secondo Gadamer?
  4. Nella filosofia presocratica, non c'era distinzione tra parole e cose; il linguaggio era il linguaggio delle realtà, e la realtà era realtà attraverso il linguaggio. Questa unità si rompe con Platone, che sposta la vera realtà su un piano ideale.

  5. Quali critiche sono state mosse all'ermeneutica di Gadamer?
  6. Le critiche includono la relativizzazione della conoscenza e l'accusa di ricadere nel coscienzialismo, mancando di un'ermeneutica libera dai vincoli della tradizione e di uno spirito illuministico capace di criticare l'ideologia.

  7. In che modo il romanticismo e la dottrina cristiana ricompongono l'unità tra linguaggio e realtà?
  8. Nel romanticismo, l'unità tra linguaggio e realtà si ricompone, e nella dottrina cristiana questa ricomposizione avviene attraverso una visione storica della realtà e dell'Assoluto, come indicato nell'Evangelo di Giovanni e in alcuni scritti di San Tommaso.

Domande e risposte

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