Esplorazione della psicoanalisi: metodi, resistenze e trasferimento

La psicoanalisi vuole mettere in evidenza un mondo più profondo, non immediatamente percepibile, ma che deve essere svelato. Essa vuole individuare le leggi che regolano ciò che avviene nella nostra mente.

Metodo dell'associazione libera

Ben presto, Freud decide di rivoluzionare il mondo della psicoterapia con il suo metodo dell’associazione libera. Immaginatevi: il paziente, sdraiato comodamente sul famoso divano, entra in uno stato di rilassamento profondo – praticamente un invito a dire qualsiasi cosa gli venga in mente. No, non c’è un filtro razionale. E sì, ogni pensiero, anche il più assurdo, deve essere esternato senza paura di sembrare un totale pazzo. Ridicolo? Imbarazzante? Inconfessabile? Non importa, parla pure! Perché, come giustamente ci insegna Freud, nella psiche non c’è nulla di casuale. Se pensi a un piccione che ti perseguita, probabilmente c'è una ragione profonda. Chi siamo noi per giudicare?

Per questo il paziente è chiamato a lasciarsi andare completamente, senza censura, a tutto ciò che gli viene in mente. Compito dell'analista è comprendere i legami nascosti tra quelle associazioni apparentemente disconnesse.

Resistenze e ostacoli interiori

Tuttavia, questa metodologia, pur nella sua libertà, si scontra con le resistenze. Le resistenze sono le forze che ostacolano la libera espressione del materiale rimosso, che ne impediscono l'emersione alla coscienza. In altre parole, sono le barriere che la psiche erige per proteggersi dal dolore di rivivere esperienze dimenticate o represse. Esse si manifestano come forme di rimozione o censure interiori, potenti ostacoli che bloccano il fluire naturale del pensiero. L'analista deve affrontarle con delicatezza, con l'obiettivo di aiutare il paziente a superarle, affinché possa riappropriarsi del materiale rimosso e, di conseguenza, diventare consapevole di ciò che ha ignorato. Solo così la guarigione può compiersi.

Rivivere il passato nel presente

Ma questa metodologia non si limita al semplice ricordo di eventi passati. Non si tratta solo di "rievocare" esperienze lontane; il paziente deve rivivere quel passato nel presente, come se fosse ancora lì, nel momento stesso in cui lo richiama alla coscienza. Non basta ricordare gli episodi rimossi: è necessario riviverli, con la stessa intensità emotiva, con i medesimi dettagli, come se quei fatti accadessero ora, davanti agli occhi del paziente. Solo attraverso questa riattualizzazione, attraverso l’esperienza viva del passato nel presente, sarà possibile fare i conti con esso fino in fondo.

Il fenomeno del trasferimento

In questo processo, si inserisce un fenomeno cruciale: il trasferimento. Durante il percorso analitico, il paziente tende a proiettare su di lui stati d'animo e emozioni che appartengono a esperienze passate, specialmente quelle legate alla figura dei genitori. Questo fenomeno, Freud lo definisce come traslazione, ed è il cuore pulsante della dinamica terapeutica.