Concetti Chiave
- Il dibattito epistemologico del tardo Novecento evidenzia il passaggio da una visione astratta delle teorie scientifiche a un focus sulla loro efficacia pratica.
- Gaston Bachelard sostiene che la scienza istruisce la ragione e abbraccia una filosofia del non, rompendo con il senso comune.
- Thomas Kuhn introduce il concetto di paradigmi, distinguendo tra scienza normale e rivoluzioni che trasformano la percezione scientifica.
- Imre Lakatos focalizza l'attenzione sulle rivoluzioni scientifiche come sostituzione di programmi di ricerca, rifiutando l'influenza di fattori extrascientifici.
- Paul Feyerabend promuove un anarchismo metodologico, valorizzando la pluralità di regole e teorie, e sostenendo la libertà e inventività della scienza.
Indice
Il dibattito epistemologico del Novecento
Il dibattito epistemologico della seconda metà del Novecento è caratterizzato da:
a. il superamento di una visione astratta, puramente logico-formale, delle teorie scientifiche;
b. un’attenzione per la loro efficacia pratica;
c. l’affermazione di un primato del ragionamento ipotetico-deduttivo;
d. una diversa demarcazione tra proposizioni scientifiche e non scientifiche;
e. la grande rilevanza assegnata alla storia della scienza;
f. un nuovo valore assegnato ai momenti di rottura epistemologica;
g. una più stretta connessione fra sa peri scientifici e saperi extra-scientifici;
h. una visione pluralistica del sapere.
La filosofia della scienza secondo Bachelard
Per Gaston Bachelard la scienza crea una filosofia, in quanto “istruisce la ragione”. Ogni scienza ha una molteplicità di prospettive teoriche. Ha valore epistemologico la storia della scienza, caratterizzata da rotture epistemologiche: la razionalità scientifica implica una filosofia del non. La scienza implica pure un rovesciamento del senso comune. La filosofia deve abbracciare sia il campo del rigoroso, sia quello del non-rigoroso.
Kuhn e la storia della scienza
Per Thomas Kuhn la storia della scienza consente di comprendere le stesse strutture della scienza. Egli distingue fasi di scienza normale da fasi di rottura rivoluzionaria nelle teorie. C’è rottura quando vi è mutamento dì paradigma, passaggio che segna anche una trasformazione del modo di vedere le cose (per l’incommensurabilità dei paradigmi) o riorientamento gestaltico
Lakatos e le rivoluzioni scientifiche
Per Imre Lakatos le rivoluzioni scientifiche sono caratterizzate dalla sostituzione di un programma di ricerca all’altro. Lakatos respinge la tesi che la verità di una teoria possa dipendere da fattori extrascientifici: la spiegazione dei mutamenti è interna alla logica della scienza.
Feyerabend e l'anarchismo metodologico
Quello di Paul Feyerabend è un anarchismo metodologico. La scienza adotta una pluralità di regole, metodi, ecc. che rende le teorie inconfrontabili. Scienza è libertà, inventività. Ogni sistema si lega a fattori non scientifici. La scienza si sviluppa attraverso il confronto fra teorie alternative. Egli afferma anche il primato della teoria sulle osservazioni empiriche.
Geymonat e il Neorazionalismo
Quello di Ludovico Geymonat è un Neorazionalismo: le scienze sono costruzioni razionali ed hanno un valore ipotetico, mai conclusivo e definitivo. Egli afferma la storicità delle teorie e l’incidenza dei contesti storico-sociali e storico-culturali. La gnoseologia è basata su Realismo.
Domande da interrogazione
- Quali sono le caratteristiche principali del dibattito epistemologico della seconda metà del Novecento?
- Come Gaston Bachelard vede il rapporto tra scienza e filosofia?
- Qual è la visione di Paul Feyerabend sulla metodologia scientifica?
Il dibattito epistemologico è caratterizzato dal superamento di una visione astratta delle teorie scientifiche, attenzione all'efficacia pratica, primato del ragionamento ipotetico-deduttivo, nuova demarcazione tra proposizioni scientifiche e non, rilevanza della storia della scienza, valore ai momenti di rottura epistemologica, connessione tra saperi scientifici ed extra-scientifici, e una visione pluralistica del sapere.
Gaston Bachelard sostiene che la scienza crea una filosofia poiché "istruisce la ragione", con una molteplicità di prospettive teoriche e un valore epistemologico nella storia della scienza, caratterizzata da rotture epistemologiche. La scienza implica un rovesciamento del senso comune e la filosofia deve abbracciare sia il rigoroso che il non-rigoroso.
Paul Feyerabend adotta un anarchismo metodologico, sostenendo che la scienza utilizza una pluralità di regole e metodi che rendono le teorie inconfrontabili. La scienza è vista come libertà e inventività, sviluppandosi attraverso il confronto tra teorie alternative, con il primato della teoria sulle osservazioni empiriche.