Concetti Chiave
- Il giudizio morale richiede giustificazioni basate su criteri morali condivisi.
- Se i criteri morali non sono condivisi, il giudizio può risultare irrilevante per gli altri.
- I termini “bene” e “buono” sono spesso usati in senso non morale nella vita quotidiana.
- Giudizi di bene non morale si applicano a una vasta gamma di oggetti e situazioni.
- I giudizi morali si concentrano principalmente sulle componenti della personalità.
Il contesto del giudizio morale
Naturalmente, ciò è valido in un contesto in cui gli altri, chiunque essi siano, condividono i criteri ai quali io dichiaro di ispirarmi e che adduco come ragione per il mio giudizio. Se gli altri non condividono questi criteri o questo orizzonte di valori, la mia ragione non sarà una ragione, cioè non sarà una giustificazione o una spiegazione del mio giudizio; o, almeno, non lo sarà per gli altri. Ciò che qui si vuole dire è innanzitutto che il giudizio sulla bontà morale deve essere giustificato con ragioni a sua volta morali, secondo certi criteri che hanno natura morale.
Distinzione tra bene morale e non morale
La maggior parte delle volte che utilizziamo i termini “bene” e “buono” non li intendiamo in senso morale, ma in un senso non morale. È per esempio in questo significato che pronunciamo il giudizio «Queste ciliegie sono buone». Qui emerge ancora la distinzione a cui si è accennato sopra: gli oggetti del giudizio sono le ciliegie, e le ragioni che adduciamo sono ragioni di tipo non morale, per esempio che queste ciliegie sono molto dolci, consistenti, saporite. Nel caso di un giudizio di bene non morale, comunque, gli oggetti del giudizio sono molto, infinitamente più numerosi di quelli del giudizio di bene morale, che sono invece limitati alle componenti della personalità. Molte cose e molti oggetti possono essere giudicate/giudicati buone/buoni in questo senso.