Concetti Chiave
- Il tema degli universali è centrale nella logica filosofica, introdotta da Aristotele, che analizza il significato del discorso.
- Platone affrontò il problema degli universali attraverso la dottrina delle idee, considerando gli individui copie di modelli ideali.
- Nella filosofia medievale, il dibattito sugli universali rifletteva la contrapposizione tra le idee di Aristotele e Platone.
- I realisti medievali consideravano gli universali come realtà concrete, mentre i nominalisti li vedevano come semplici parole.
- La questione degli universali nel Medioevo offre una visione dinamica del pensiero filosofico, oltre la semplice categorizzazione.
Il tema degli universali, ossia di quei termini generali predicabili di più soggetti, rientra in uno specifico campo della filosofia: la logica, che si occupa del significato del discorso ed è stata introdotta per la prima volta nella storia della filosofia da Aristotele.
Aristotele e Platone
Aristotele però non è stato il primo che si è occupato del problema degli universali dal punto di vista logico, in quanto già Platone se ne era occupato con la dottrina delle idee. Per Platone infatti uno stesso termine come uomo si può applicare a diverse persone con nomi diversi in quanto questi sono tutti copie del modello di uomo.
Correnti medievali sugli universali
Nella filosofia medievale la questione degli universali diventa lo specchio della contrapposizione tipica del Medioevo del pensiero di Aristotele e Platone. La risposta che veniva data al problema degli universali aveva creato due diverse correnti di pensiero: i realisti, i quali affermavano che gli universali sono delle “res” ossia delle realtà, e i nominalisti, i quali al contrario affermavano che gli universali erano dei “nomen” vale a dire delle parole. Dietro alla questione degli universali si nasconde però un qualcosa di più profondo che ci fa capire che nel Medioevo il pensiero non era stagnante: la visione della realtà.