Concetti Chiave
- Platone, nato ad Atene da una famiglia nobile, fu profondamente influenzato dall'incontro con Socrate, che lo portò a fondare l'Accademia e a sviluppare il suo pensiero filosofico, segnando una svolta dalla politica alla filosofia.
- Platone utilizzò il mito come strumento didattico e sovrarazionale per comunicare le dottrine filosofiche, permettendo di esplorare aspetti della realtà che la ragione da sola non può cogliere.
- La teoria delle idee di Platone rappresenta un passo oltre l'insegnamento di Socrate, introducendo concetti di essenze perfette e immutabili che sono alla base della conoscenza certa, separate dal mondo sensibile e mutevole.
- Platone stabilisce un dualismo tra il mondo sensibile e il mondo delle idee, sostituendo l'opinione con la scienza attraverso la riflessione sulle idee, che sono considerate modelli universali delle manifestazioni particolari sulla Terra.
- L'idea del Bene è centrale nella gerarchia delle idee di Platone, rappresentando la perfezione massima e il principio da cui derivano tutte le altre idee, con il Bene raffigurato come il sole che illumina e fa crescere.
Indice
Le origini di Platone
Platone nasce ad Atene nel 428 a.C. da famiglia nobile.
Non si chiamava Platone ma Aristocle e Platone era un soprannome che viene dal fatto che aveva una fronte ampia (gr. platos = ampiezza).
Platone è un uomo che nella vita fa un grande incontro che lo segnerà per sempre, quello con Socrate di cui diventa allievo. Platone ha viaggiato molto, ha visitato il Nord Africa, la Calabria, la Sicilia e si è stabilito infine ad Atene dove fonda la sua scuola. La scuola platonica si chiama Accademia.
Platone muore a 80 anni nel 345 a.C.
Platone è il filosofo dell'antichità di cui sono rimaste tutte le opere: abbiamo 35 dialoghi e 13 lettere. Ci sono anche alcuni corsi che tenne a alcuni discepoli prediletti che non sono mai stati messi per iscritto perché, per lui, alcuni temi filosofici non potevano essere messi per iscritto.
L'influenza di Socrate
Platone è un discepolo di Socrate e proprio l'incontro con Socrate ha segnato la sua filosofia e la sua vita perché lui da giovane voleva fare politica. È stata la morte di Socrate a fargli cambiare idea, non tanto il pensiero di Socrate, ma la sua testimonianza fino alla morte.
Lui capisce che, se la gloriosa Atene, la città più culturalmente levata, ha messo a morte l'uomo più giusto, questo è un fatto che deve far riflettere e capisce che, se la politica ha toccato il fondo, allora è necessaria una riforma globale dell'uomo. Non è solo necessario cambiare la forma di governo ma serve una rivoluzione esistenziale, di come l'uomo si concepisce. È necessario capire per l'uomo cosa è il bene e quindi decidere di cambiare. Platone capisce che non è importante fare politica e si convince che solo se si conosce il bene (cioè, solo se si è filosofi), si è nelle condizioni di attuare una buona politica.
Il metodo dialogico
Nel pensiero di questo filosofo, il metodo resta quello di Socrate, cioè il dialogo: tutti i testi scritti di Platone sono in forma dialogica a parte le lettere. Nei dialoghi di Platone, al centro, c'è Socrate. Platone si sforza di tirare fuori il pensiero di Socrate facendo dire a Socrate cose che Socrate non ha mai detto perché Socrate non voleva fondare una scienza ma avviare l'uomo nella vera ricerca.
Quelle di Socrate sono delle intuizioni ma non volevano dare definizioni. Platone tira fuori le definizioni del filosofare di Socrate.
Il dialogo scritto serve a rammentare il pensiero di Socrate non a sostituirlo perché quello che Socrate ha detto, per Platone, va conservato ma sa bene che non può sostituire la ricerca dell'uomo in una persona.
Il ruolo del mito
Nel suo filosofare, Platone utilizza i miti. La filosofia era nata proprio facendo la guerra al mito (il racconto fantastico) in nome della ragione, del logos.
Per Platone il mito ha due funzioni:
1) rende più accessibile la comunicazione delle dottrine filosofiche. (Es.: racconto una parabola per spiegare una dottrina). Attraverso delle immagini comunico meglio quindi il mito, in quanto esposizione fantastica, è uno strumento didattico.
2) il mito permette di andare oltre quello che la ragione conosce: ci sono degli aspetti della realtà che la ragione non può conoscere. Per esempio: dove va la mia anima dopo la morte? la dimostrazione razionale non arriva a cogliere questa verità, può solo fare delle ipotesi. Il mito non è irrazionale ma sovrarazionale, è verosimile e permette di andare oltre.
Il mito rende più accessibili le verità della filosofia attraverso delle immagini.
L’uomo vitruviano è il simbolo del Rinascimento. Rende subito visibili i cardini del Rinascimento: l’esaltazione dell'uomo come centro dell'universo, protagonista della storia e padrone della natura. Un'immagine di Platone è l'anima come biga alata guidata da un auriga. È un’escogitazione didattico-espositiva con cui io colgo, in un'immagine, una verità filosofica che non è coglibile con l'intelletto.
Il mito è il racconto fantastico frutto di fantasia ma verosimile che mi racconta di una verità non accessibile alla ragione. Siccome parliamo di cose non perfettamente accessibili all'intelletto (ragione), devo entrare nel mondo del mito che mi descrive questo aspetto della realtà che la ragione non riesce a cogliere.
L'anima è questa immagine della biga che a un certo punto cade sulla terra per una colpa. Come mai l'anima che è desiderio di bontà, bellezza e verità si trova qui? Ci si trova per una colpa. E' verosimile perché altrimenti che ci fa un’anima nel mondo che è imperfetto e in divenire?
Il mito procede alla luce della ragione su base filosofica. La fantasia opera con la ragione (filosofia). Nel racconto mitico c'è un aspetto di fantasia e immaginazione che è legato alla ragione ma è distinto. Platone ci restituisce la verità del nostro animo curioso di tutto, la nostra struttura razionale non si accontenta mai, c'è tensione continua al sapere.
L'uomo e la conoscenza
L'uomo è coscienza della realtà nella totalità dei suoi fattori: l'uomo è fatto per avere coscienza di tutto e non accontentarsi mai. L'uomo vuole scoprire tutto per conoscere sé stesso.
L'uomo non è fatto per vivere come un bruto. Io sono come Ulisse che continuamente cerca e dopo aver esplorato tutto quello che la ragione può conoscere (il Mediterraneo), arriva alle Colonne d'Ercole (non plus ultra) e capisce che deve aprirsi all'Oceano e dice ai suoi compagni: “Non negate che c'è dietro qualcos'altro e seguitemi!”.
Ulisse sfida tutti, anche il non conoscibile. L'uomo è questo esploratore. Ulisse dice che vuole diventare del mondo esperto, lui deve realizzare se stesso e non va a casa ma prosegue pure se non ha mezzi, ha una “barca picciola”, dirà Dante e quella barca piccola è la propria ragione che è piccola rispetto alla totalità, perché la ragione non può conoscere tutto e si deve servire del mito. Ulisse va all'Inferno perché era convinto di conoscere tutto con la ragione.
Il rapporto tra Platone e Socrate si chiarisce prendendo come riferimento una lettera autobiografica di Platone in cui dice che per lui è stato fondamentale l'incontro con Socrate e soprattutto lo è stato la sua morte perché, attraverso la morte di Socrate capisce la bassezza in cui è caduta Atene e capisce che bisogna fare una rivoluzione esistenziale, bisogna cambiare l'uomo, aprirlo alla verità. L'uomo deve diventare nuovo, Platone dice di dover portare l'uomo al bene e alla verità.
L'unico modo è che i filosofi diventino politici. Nei suoi scritti Platone riprende Socrate ma va oltre esprimendo concetti che Socrate non ha mai espresso ma che erano profondamente di Socrate, dentro la dottrina di Socrate ma in fondo sono di Platone. Da una parte Platone è fedele all'intuizione di Socrate, per quanto riguarda l'anima, dall'altra ci sono spunti che vanno oltre l'anima che Socrate non ha mai sviluppato e che Platone ricaverà.
La teoria delle idee
Con la teoria delle idee noi arriviamo al punto più impegnativo della teoria di Platone. Questa teoria è una scoperta di Platone che inizia ad andare al di là di quello che Socrate aveva insegnato.
Con questa teoria, il pensiero di Platone diventa un pensiero proprio, originale (è farina del suo sacco.).
Tuttavia, in questa teoria Platone riprende argomentazioni di Socrate e poi le porta avanti in maniera originale. Platone parte dal metodo socratico delle definizioni.
Socrate, nel suo metodo, cercava di conoscere la definizione di una cosa, tutto il suo dialogo era finalizzato all'essenza di una cosa, “il che cos'è”, voleva risposte che svelassero la definizione (essenza di una cosa).
Platone, procedendo in modo autonomo arriva al concetto di idea.
Quando noi pensiamo, elaboriamo e produciamo le idee e queste idee sono le essenze delle cose.
Idee = essenza.
Quando l'uomo pensa alle idee, pensa alle essenze delle cose. Non è un pensiero arbitrario. il pensiero dell'uomo è riferito alle essenze e quindi, di fatto, le idee sono nelle cose che l'uomo può conoscere attraverso il pensiero.
Per Platone le essenze di Socrate sono le idee e queste idee l'uomo le può conoscere attraverso il pensiero.
L'idea in greco vuol dire forma, figura, aspetto per cui la parola idea esprime il volto delle cose, ciò che è visibile nelle cose, ciò che io posso conoscere e come lo posso conoscere? attraverso l'intelletto.
Gli animali non possono conoscere l'essenza delle cose perché non hanno il pensiero. Queste idee sono essenze universali a differenza delle cose sensibili che sono invece particolari.
Quando io dico l'essenza di una cosa, dico l'idea.
Qual è l'idea dell'uomo? l'essenza dell'uomo è essere anima razionale dentro un corpo animale e sto dicendo qualcosa di universale perché appartiene a tutti gli individui.
Invece le cose sensibili sono particolari e riguardano l'aspetto materiale, io sono diverso, come aspetto, dagli altri.
Tutti gli oggetti hanno delle diversità materialmente, ecco perché, secondo Platone, un sapere stabile, certo, deve necessariamente arrivare all'essenza perché altrimenti rimango nell'individuale dove una cosa è diversa dall'altra. Un sapere stabile esige qualcosa di universale, che vale per tutti, che non cambia.
Platone ritiene necessario riflettere sulle essenze perché è ciò che rende certo il sapere.
Senza l'idea saremmo sempre in un mondo in cui tutto è in continuo cambiamento e questo renderebbe il sapere instabile. Per avere certezza sulle cose, devo avere un’essenza.
Socrate ha insegnato a Platone la ricerca dell'essenza. Platone la chiama Idea e l'idea la puoi conoscere solo con il pensiero. Per Platone questa idea è necessaria perché è ciò che permette stabile il sapere perché l’essenza è universale.
Se noi rimaniamo nell’ aspetto sensibile, superficiale, siamo nell'opinione (doxa). Per poter superare l'opinione, devo riflettere sulle idee perché quelle non mentono mentre le cose sensibili sono imperfette e mutevoli.
Le idee sono quelle essenze perfette e mutabili che permettono agli stessi individui di essere la stessa cosa.
Noi siamo un misto di sensibilità, infatti siamo fatti di carne, ma abbiamo dentro di noi le idee, cioè, siamo fatti di essenze anche se queste idee, essendo perfette e immutabili, vivono in un altro luogo che è l'iperuranio, (al di là del cielo) e però sono presenti in questo.
In me c’è l'idea dell'uomo. Ogni cosa sulla terra è una copia di ogni idea nell’iperuranio.
Il cavallo è una copia dell'idea del cavallo nell'iperuranio. Noi siamo copie pallide e sbiadite, il nostro mondo è imperfetto mentre queste entità, le idee, sono perfette e immutabili.
Sulla terra non c'è la bellezza assoluta così non c’è l'idea dell'uomo o del cane. Nessuno è il cane come essenza, è presente qui la pienezza è altrove.
La nostra vera umanità si compie nell’idea dell'uomo la cui perfezione è nell'altro mondo quindi se mi fermo a questo mondo sono sempre insoddisfatto. Quando trovo la mia essenza in paradiso sarò finalmente io. L'uomo tende a questo, con la filosofia l'uomo si può ricongiungere con le idee che io posso acchiappare attraverso l'intelletto.
Più mi ricongiungo all’iperuranio e più capisco questo mondo.
Platone è come Dante che per conoscere questo mondo fa un viaggio nell'altro mondo. Per conoscere questo mondo deve andare nell’altro.
Il dualismo platonico
Esistono due mondi, il nostro, imperfetto e mutevole perché materiale e l'altro perfetto e immutevole, questi due mondi sono totalmente separati.
Chi può raggiungere l'altro mondo? I filosofi. Non è necessario morire! queste idee sono delle presenze spirituali che si colgono solo col pensiero.
Con Platone inizia la metafisica: è la prima volta che l'uomo fa un viaggio nella mente e arriva al mondo ultrasensibile e quindi inizia la metafisica (cioè, oltre la fisica).
La religione di Platone è purificata alle luce delle idee. Le idee sono divinità che vivono nell'iperuranio. Chiamiamo questa filosofia di Platone metafisica.
Rapporto tra le cose di qua giù e le cose di lassù.
Le idee sono perfette e immutabili.
Le cose sono imperfette e mutabili cioè cambiano.
Quindi abbiamo due zone dell'essere diverse, cioè, abbiamo due mondi, uno terreno e uno ultraterreno (l'iperuranio).
Con Platone abbiamo la scoperta di un nuovo mondo che è un mondo diverso dal nostro e perfetto, ma il nostro mondo non è così separato perché ne è una copia seppur pallida e sbiadita.
La ragione è lo strumento che ci eleva al mondo sovrasensibile.
Le idee sono entità, una realtà, una cosa.
Le idee si chiamano così perché sono conoscibili e quindi ci si può congiungere con l'altro mondo. Il filosofo può sperimentare il paradiso già qua giù.
Io posso contemplare le idee perché sono concetti perfetti, posso contemplare la bellezza in quanto tale.
Le idee sono essenze universali perché racchiudono tutte le manifestazioni particolari della terra, nell'iperuranio ho il modello universale delle cose.
Per dire che una cosa è bella, devo avere un'idea di bellezza universale quindi nel nostro pensiero l'idea è sempre universale e attraverso i sensi tocchiamo qualcosa di particolare. Per dire che questa penna è rossa devo avere l'idea della penna e del rosso. Nell'iperuranio ci sono dei paradigmi e dei modelli che vivono perfettamente realizzati e sono le idee.
I due mondi sono in rapporto.
Platone è arrivato alle idee perché, se vogliamo fare scienza dobbiamo avere un sapere certo e Platone cercava un sapere certo e immutabile.
Per Platone la scienza è un sapere sulle idee e chi fa scienza riflette sulle idee.
Chi riflette sulle cose avrà un'opinione (doxa).
Ad un dualismo ontologico, cioè dell'essere che si divide fra le cose di quaggiù e le cose di lassù, corrisponde un dualismo della conoscenza (gnoseologico) che si divide tra opinione e scienza.
Come c'è una diversità tra i due luoghi, abbiamo una diversità tra due conoscenze. (Dualismo = due cose opposte).
Se rifletto sulle cose ho l'opinione, se rifletto sulle idee ho la scienza.
C'è dualismo ma c'è anche un rapporto perché questi due mondi non sono così diversi, infatti, le cose imitano le idee. Ogni cosa sulla terra imita le idee, una cosa bella vuole essere sempre più bella, vogliamo assomigliare sempre più alle idee.
Questo lo aveva detto già anche Socrate, cioè, che l'anima ha sete di diventare sempre più grande. È per questo che noi imitiamo le idee:
1) le cose imitano le idee.
2) le cose partecipano delle idee, cioè, prendono parte alle idee quindi io ho qualcosa di quel l'idea. tutta la nostra vita è un desiderio di appartenenza, le idee sono il nostro padre da cui dipendiamo. Siamo mancanti perché la nostra radice è altro da noi, questa radice sono le idee. Io partecipo alle idee.
Siamo fatti per le stelle. desiderio = mancanza di stelle.
Io partecipo alle idee.
3) le idee sono presenti nelle cose.
Questi sono tre aspetti che racchiudono la stessa idea.
Le idee sono la sostanza delle cose.
Io possiedo davvero l'altro quando arrivo a quello che c'è dietro perché lui è rapporto con le idee. Ogni cosa acquista valore nel momento in cui rimanda a qualcos'altro. Beatrice apre Dante al senso di tutto, mi apre al mondo se dentro arrivo al segreto delle cose.
Ogni cosa appartiene alle idee, ha un respiro infinito.
Mimesi (imitazione)
Metessi (partecipazione)
Parusia (presenza).
Se tutto questo è vero le idee sono la causa delle cose, cioè l'origine, il padre, come un padre è causa del figlio.
Le idee sono il criterio di giudizio delle cose, Io posso conoscere una cosa solo alla luce delle idee, devo andare oltre la terra per conoscere la terra. Questo è il viaggio della metafisica.
La gerarchia delle idee
Per Platone c'è una gerarchia delle idee: alcune sono più importanti, altre meno importanti. Queste idee sono in un ordine piramidale e in questa piramide abbiamo un vertice: al vertice c'è l'idea più importante di tutte le idee, cioè l'idea delle idee, tutte le altre che stanno sotto, in qualche modo, ne partecipano.
Questa idea è l'idea del Bene che indica quello che per Platone è la perfezione massima di cui tutte le altre idee sono come un riflesso, un'imitazione.
Tutte le altre idee comunque riflettono il bene e lo vogliono imitare.
Il bene è il segreto delle cose. Senza il bene non esisterebbe nulla.
L'archè, per Platone, è l'idea delle idee, il principio è il bene e tutte le idee sono buone.
Il bene per Platone è il segreto dell'essere. Il bene è raffigurato dal sole perché il sole illumina, fa conoscere e fa crescere; quindi, col sole cresciamo e diventiamo noi stessi.
Il sole illumina, fa crescere, risplende. Il sole è anche l'immagine della bellezza che ha in sé le caratteristiche di chiarità, radiosità e luminosità, cioè lo splendore dell'essere.
Se le cose sono belle sono anche utili perché mi fanno stare bene, perché mi corrispondono.
Il bene e il male
L'idea di bene è l'idea della perfezione massima che genera tutto il resto, sia nell'iperuranio che nel nostro mondo, ne deduciamo quindi che anche le cose sulla terra sono buone e anche nel nostro mondo il male deriva dal fatto che c'è una materia originaria e quindi c'è una resistenza alle idee.
Nell'intenzione di plasmare il mondo, le idee si scontrano con la materia che genera l'imperfezione come per esempio le catastrofi.
Il male è lo scollamento tra materia e idea. I mali come la morte o il terremoto sono sempre passeggeri perché alla fine è l'idea riesce a plasmare il mondo e le idee sono più forti della materia.
Il ruolo del Demiurgo
A livello ontologico, cioè dell'essere, tutto è buono perché tutto quello che c'è è plasmato dall'idea. L'idea plasma la materia attraverso una divinità che si chiama Demiurgo che alla luce delle idee plasma la materia.
Per Platone non esiste l'idea del male. Noi, dice Platone, viviamo nel migliore dei mondi possibili. Il mondo, perciò, non finirà mai perché ha come modello le idee che sono eterne. Il demiurgo è una divinità più piccola che plasma la materia originaria (Chora).
Sotto il Bene, nella piramide, ci sono le idee valori tipo la giustizia, poi sotto abbiamo le idee matematiche tipo l'idea del quadrato e l'idea dei numeri.
Tuttavia, Platone attribuiva grande importanza alla matematica, infatti, all'ingresso della sua Accademia c'era scritto: “non entri chi non è matematico”.
Poi ci sono le idee delle cose naturali tipo l'idea di uomo, l'idea di cane, l'idea di pianta. Poi ci sono le idee delle cose artificiali tipo l'idea del letto e sono le cose che fabbrichiamo noi, sono un prodotto dell'uomo.
Le idee delle cose naturali e artificiali in qualche modo partecipano delle cose superiori, quindi queste idee comunicano. C'è una trama tra le idee.
Domande da interrogazione
- Qual è il metodo filosofico di Platone e come si collega a Socrate?
- Qual è il ruolo del mito nella filosofia di Platone?
- Come si sviluppa la teoria delle idee di Platone?
- Qual è il rapporto tra le idee e le cose secondo Platone?
- Qual è la gerarchia delle idee nella filosofia di Platone?
Platone adotta il metodo del dialogo, ispirato da Socrate, per esplorare e definire concetti filosofici. Sebbene Socrate non volesse fondare una scienza, Platone sviluppa le intuizioni socratiche in definizioni filosofiche, mantenendo il dialogo come strumento centrale.
Platone utilizza il mito per rendere accessibili le verità filosofiche e per esplorare aspetti della realtà che la ragione non può cogliere. Il mito è uno strumento didattico che permette di andare oltre i limiti della ragione, offrendo una visione sovrarazionale.
La teoria delle idee di Platone rappresenta un'evoluzione del pensiero socratico, introducendo il concetto di idee come essenze universali e immutabili delle cose. Le idee sono conosciute attraverso il pensiero e sono necessarie per un sapere stabile e certo.
Le idee sono perfette e immutabili, mentre le cose sono imperfette e mutevoli. Le cose terrene sono copie delle idee nell'iperuranio. Le idee fungono da modelli universali e sono la causa e il criterio di giudizio delle cose.
Platone struttura le idee in un ordine gerarchico, con l'idea del Bene al vertice. Il Bene è la perfezione massima e tutte le altre idee ne partecipano. Le idee matematiche, naturali e artificiali si collocano sotto il Bene, riflettendo una trama di comunicazione tra le idee.