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Concetti Chiave

  • L'immaginazione può emanciparsi dalla realtà, agendo come un gioco sostitutivo che cresce rapidamente e sfugge al controllo.
  • La mimesi platonica suggerisce che l'immaginazione può diventare un mezzo per imitare la pazzia, insinuandosi nella mente dell'individuo.
  • Il processo immaginativo può trasformarsi in un delirio senza limiti, dove la pazzia diventa una patologia dell'immaginazione stessa.
  • Il passaggio dalla pazzia come contenuto alla pazzia come condizione mentale è un cambiamento cruciale nel modo in cui l'immaginazione opera.
  • L'immaginazione sfrenata segue una dinamica degenerativa, accelerando verso la distruzione della psiche.

Rischi dell'immaginazione

Indice

  1. Rischi dell'immaginazione
  2. Il cavallo di Troia mentale
  3. La pazzia nell'immaginazione

Rischi dell'immaginazione

Se l'immaginazione risucchia, essa può farlo proprio perché è vuota: nella misura in cui non è la realtà immaginata (non è la cosa, ma l'immagine).

Il cavallo di Troia mentale

E lo fa soprattutto quando io non me ne accorgo (→Cavallo di Troia, il Nemico che s’impadronisce della Città-Psiche), «sognano senza accorgersi di sognare». Questa è la sua emancipazione dalla realtà: un subdolo gioco sostitutivo che agisce per gradi e che cresce su se stesso, in un «crescendo inarrestabile», una macchina che si mette a vorticare sempre più rapidamente fino a sfuggire di mano. La geniale formula attraverso cui Platone finge che stia ancora parlando di cose da imitare o meno, mentre ormai sta parlando della mìmesis allo stato puro, è che i guardiani non devono «imitare i pazzi». Essa, pur conservando una verosimiglianza anche sul piano contenutistico (l’allievo può effettivamente imbattersi nella lettura in scene di pazzia), si riferisce alla pazzia che si sta insinuando nella mimesi come tale e che sta già operando nella mente-che-immagina, qualunque cosa immagini.

La pazzia nell'immaginazione

Nel passo platonico «ai guardiani è proibito impazzire o imitare chi è pazzo» non si tratta più di calarsi con l’immaginazione in una scena di follia: è che la pazzia si è impadronita del soggetto «immaginante», che incomincia a sfrenarsi in un delirio imitativo e degenerativo senza limiti. Questo punto è due volte fondamentale. Anzitutto il passaggio di livello (dalla pazzia come contenuto alla pazzia come patologia dell’immaginazione), ed è fondamentale la struttura dinamica di quello che succede: l’immaginazione sfrenata non è solo fuori controllo, ma si muove sempre più rapidamente, secondo una logica degenerativa che porta alla distruzione della psyché.

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