Concetti Chiave
- Gorgia, nato a Lentini nel 485 a.C., fu probabilmente discepolo di Empedocle e divenne famoso per l'insegnamento della retorica nei centri ellenici.
- Nel 427 a.C. arrivò ad Atene per un incarico diplomatico e vi ritornò frequentemente, acquisendo ulteriore fama.
- La sua opera più importante, "Sulla natura o sul non essere", contrappone le tesi di Melisso e l'Eleatismo.
- Gorgia si concentra sulla retorica e l'analisi del linguaggio, distaccandosi dall'approccio più politico di Protagora.
- Rivoluziona l'idea tradizionale dell'arte poetica, ponendo l'accento sulla persuasione emotiva piuttosto che sulla funzione profetica.
Gorgia
Gorgia nasce a Lentini,in Sicilia, nel 485 a.C. e forse diventa discepolo di Empedocle. Visita i maggiori centri ellenici, insegnando la retorica e riscuotendo un grande successo. Nel 427 giunge ad Atene (per svolgervi un incarico diplomatico a favore della sua città, minacciata dalla potente Siracusa) e vi tornerà più volte, accrescendo ulteriormente la propria fama. Delle numerose opere attribuitegli (in gran parte perdute) la più j importante è quella dal titolo Sulla natura o sul non essere, che si presenta come il capovolgimento delle tesi di Melisso (la cui opera principale, ricordiamo, aveva appunto il titolo Sulla natura o sull’essere) e, più in generale, dell’Eleatismo.
Suoi sono anche L’encomio di Elena e L’apologia di Palamede. Se della Sofistica antica Protagora incarna l’ala più “politica”, Gorgia sviluppa maggiormente i temi della retorica, dell’analisi del linguaggio e della critica della cultura tradizionale.
Gorgia modifica profondamente l’idea tradizionale dell’arte e della poesia.
In quest’epoca, ad esempio, è Pindaro a ribadire la tesi arcaica della funzione profetica del poetare, riprendendo l’idea che il compito del poeta sia ermeneutico (da ermenéus, interprete), cioè dettato dall’esigenza di interpretare il “mistero” del presente, rivelandolo al pubblico e svolgendo così — come nel passato — un ruolo di “maestro di verità”. Con Gorgia, invece, tale funzione profetica viene del tutto meno. Ciò che conta è persuadere il prossimo attraverso l’emozione che il canto poetico è in grado di suscitare. Proprio come il retore, il poeta cantando incanta, trascinando con sé l’ascoltatore, togliendogli il controllo dei propri atti e portandolo a compiere azioni non volute. In tal modo, più che una funzione di verità, il poeta sembra svolgere il ruolo del “persuasore occulto”, di colui che entra segretamente nella mente del prossimo e riesce — in tal modo — ad agire per interposta persona. E contro questa funzione che negli anni seguenti si alzerà forte la critica di Socrate e di Platone.
Domande da interrogazione
- Chi era Gorgia e quale fu il suo contributo principale?
- Come Gorgia ha influenzato la concezione dell'arte e della poesia?
- Qual è stata la critica di Socrate e Platone nei confronti della visione di Gorgia?
Gorgia era un filosofo e retore nato a Lentini, in Sicilia, nel 485 a.C. Fu noto per il suo insegnamento della retorica e per le sue opere, tra cui "Sulla natura o sul non essere", che sfidava le tesi dell'Eleatismo.
Gorgia ha trasformato l'idea tradizionale dell'arte e della poesia, spostando l'attenzione dalla funzione profetica e ermeneutica del poeta alla capacità di persuadere e incantare l'ascoltatore attraverso l'emozione.
Socrate e Platone criticarono la visione di Gorgia, che vedeva il poeta come un "persuasore occulto" capace di influenzare segretamente la mente delle persone, piuttosto che come un maestro di verità.