pexolo
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Concetti Chiave

  • Platone criticava la scrittura come mezzo di comunicazione, ritenendola incapace di scegliere interlocutori e difendersi senza l'autore.
  • La controversia sulla scrittura ha portato a nuove interpretazioni del pensiero di Platone, focalizzate su dottrine non scritte.
  • Le teorie di maggiore valore per Platone, riguardanti il Bene, venivano discusse oralmente nell'Accademia, non fissate in scritti.
  • L'esercizio della dialettica nell'Accademia era libero e critico, come dimostra la designazione di Speusippo, critico delle idee platoniche, come successore di Platone.
  • La Scuola di Tubinga e la Cattolica di Milano hanno sviluppato interpretazioni ermeneutiche delle dottrine non scritte di Platone.

Indice

  1. L'importanza della scrittura secondo Platone
  2. Le dottrine non scritte di Platone
  3. La ginnastica della dialettica nell'Accademia

L'importanza della scrittura secondo Platone

Si tratta di un esercizio, quello dello sforzarsi al massimo delle capacità umane, con il quale l’uomo può raggiungere verità universalmente valide; il passo mostra anche uno degli aspetti più controversi per l’interpretazione di Platone, cioè viene rilevata la criticità della scrittura, il nuovo mezzo di comunicazione diffuso nella Grecia del IV secolo a.C.

Le dottrine non scritte di Platone

, contro cui Platone conduce una delle sue due campagne, assieme a quella contro i sofisti: secondo lui le cose di maggior valore non potevano essere scritte (tuttavia egli scrive molto e anzi i suoi scritti rappresentano probabilmente le vette più alte della letteratura greca) anzitutto poiché lo scritto non può scegliere i suoi interlocutori e non sa difendersi da chi lo attacca, ma ha sempre bisogno del suo autore per difendersi (e messo in mano a chi non è in grado di comprenderlo, rischia di dire cose diverse dalle intenzioni dell’autore), che è chiamato a completare il suo scritto ed eventualmente, nel caso in cui fosse attaccato, a portare ulteriori argomenti in difesa dello stesso: per questi motivi non ci sarà mai uno scritto sui princìpi primi e supremi; da ciò si è sviluppata la nuova interpretazione di Platone che pone precisamente al centro il tema delle dottrine non scritte e che ha reso la questione platonica più complessa: tale modello interpretativo si è sviluppato come paradigma ermeneutico, con la Scuola di Tubinga (Krämer, Gaiser, Szlezák) e la Cattolica di Milano (Reale); seguendo tale interpretazione, il cui rappresentante più estremo è Reale (che scrive una copiosa opera sulle dottrine non scritte, ricostruendo il pensiero non scritto di Platone), le cose di maggior valore, di cui Platone dichiarerebbe di non voler scrivere, sarebbero quelle riguardanti le teorie intorno al Bene: di esse il filosofo avrebbe parlato nei corsi tenuti nell’Accademia, sulle realtà ultime o supreme, ossia sui princìpi primi cui gli allievi potevano pervenire soltanto con un severo tirocinio metodico e dialettico (atteggiamento ascetico della filosofia, che ricorda molto quello pitagorico).

La ginnastica della dialettica nell'Accademia

La ginnastica della dialettica veniva quindi esercitata nell’Accademia, nel rispetto della più completa libertà di pensiero, ne è una testimonianza (forse la più forte) il primo successore di Platone, che è Speusippo, un critico della stessa teoria delle idee (tanto da ricondurle ai numeri pitagorici), il cuore stesso del pensiero platonico e che sebbene fosse un suo avversario diretto Platone designò ugualmente come suo successore.

Domande da interrogazione

  1. Qual è la critica di Platone alla scrittura?
  2. Platone critica la scrittura perché non può scegliere i suoi interlocutori, non sa difendersi da chi la attacca e rischia di essere fraintesa senza l'autore presente per chiarire le intenzioni originali.

  3. Qual è il ruolo della dialettica nell'Accademia di Platone?
  4. La dialettica era esercitata nell'Accademia come un metodo di allenamento rigoroso e metodico, permettendo agli allievi di raggiungere la comprensione delle realtà ultime o supreme attraverso la libertà di pensiero.

  5. Chi è stato il successore di Platone e quale era la sua posizione rispetto alla teoria delle idee?
  6. Il successore di Platone è stato Speusippo, che era critico della teoria delle idee di Platone, tanto da ricondurle ai numeri pitagorici, ma nonostante ciò, Platone lo designò come suo successore.

Domande e risposte

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