Fabrizio Del Dongo
Genius
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Concetti Chiave

  • Platone esplora il destino delle anime dopo la morte attraverso miti escatologici, superando le limitazioni del logos razionale.
  • La metempsicosi, o trasmigrazione delle anime, è centrale nei miti platonici e deriva dalle teorie orfiche, ampliandole in forme complementari.
  • Nel "Fedone", Platone descrive anime legate ai piaceri terreni che si reincarnano in nuovi corpi secondo la loro condotta morale passata.
  • In "Repubblica", Platone introduce una reincarnazione ciclica, con premi e punizioni ultraterreni di durata limitata, influenzata dalla mistica pitagorica.
  • I miti di Er e della "biga alata" supportano la visione platonica di un ciclo individuale e cosmico di reincarnazioni.

Indice

  1. Il destino delle anime secondo Platone
  2. La metempsicosi nel Fedone
  3. Reincarnazione nell'opera Repubblica

Il destino delle anime secondo Platone

Platone affronta il tema del destino delle anime dopo la morte ricorrendo a diversi miti e in ogni caso la questione è assai complessa. Lo scopo di tutti questi miti escatologici è quello di portare a credere, in vario modo, medianti diverse rappresentazioni allusive, alcune verità di fondo che non possono essere risolte con il puro “logos”, inteso come semplice manifestazione del pensiero, anche se non contraddette e anzi, in parte sorrette dal medesimo.

Per avere un’idea più precisa del destino delle anime dopo la morte, occorre chiarire il concetto platonico di “metempsicosi”. La metempsicosi è la dottrina che indica la trasmigrazione dell’anima in vari corpi, quindi la “rinascita” della medesima in differenti forme viventi. Platone riprende la teoria dagli orfici, ma la amplia, presentandola, sostanzialmente in due forme complementari:

La metempsicosi nel Fedone

1) Nel Fedone, Platone ce la descrive in modo dettagliato. Afferma che le anime che hanno vissuto una vita eccessivamente legata ai propri corpi, alle proprie passioni e ai piaceri terrestri, hanno difficoltà a staccarsi dal corpo; per questo motivo, prima vagano per un certo tempo intorno alla loro tomba, finché non si leghino nuovamente a nuovi corpi non solo di uomini, ma anche di animali, a seconda del tenore di vita morale tenuto nella precedente vita. Invece quelle anime che hanno condotto una vita più virtuosa si incarneranno in animali più mansueti e socievoli oppure in uomini giusti. La possibilità di entrare a far parte della stirpe degli Dei è concesso alle anime che in vita furono amanti del sapere.

Reincarnazione nell'opera Repubblica

2) Nell’opera Repubblica, Platone parla di un altro tipo di reincarnazione dell’anima notevolmente diverso dal precedente. Le anime sono in un numero limitato per cui se tutte nell’aldilà avessero un premio o un castigo, ad un certo momento sulla terra non ne resterebbero più. Per questo evidente motivo, Platone ritiene che il premio e il castigo ultraterreni per una vita vissuta sulla terra debbano avere una durata limitata e un termine fisso Inoltre, poiché una vita terrena dura al massimo cento anni, influenzato dalla mistica pitagorica del numero dieci, Platone ritiene che la vita ultraterrena debba avere una durata di dieci volte cento anni; quelle anime che hanno commesso crimini molto gravi e insanabili la punizione continua anche dopo il millennio. Trascorso questo ciclo, le anime tornano a incarnarsi, Idee simili sono espresse anche nel Fedro; pur con alcune differenze, ciclicamente le anime ricadono nei corpi e poi risalgono al cielo. Pertanto ci troviamo in un ciclo “individuale” di reincarnazioni, cioè legato alle vicende personali dell’individuo e ad un ciclo “cosmico” che è il ciclo millenario. Alla metempsicosi e al relativo andamenti ciclico fanno riferimento anche il mito di Er e il mito della” biga alata”.

Domande da interrogazione

  1. Qual è lo scopo dei miti escatologici di Platone riguardo al destino delle anime?
  2. Lo scopo dei miti escatologici di Platone è di portare a credere in alcune verità di fondo sul destino delle anime dopo la morte, che non possono essere risolte solo con il "logos", ma sono supportate da rappresentazioni allusive.

  3. Come descrive Platone la metempsicosi nel Fedone?
  4. Nel Fedone, Platone descrive la metempsicosi come la trasmigrazione delle anime in nuovi corpi, influenzata dal tenore di vita morale precedente. Le anime legate ai piaceri terrestri faticano a staccarsi dal corpo, mentre quelle virtuose si reincarnano in forme più elevate.

  5. Qual è la differenza tra la reincarnazione dell'anima nel Fedone e nella Repubblica?
  6. Nel Fedone, la reincarnazione è legata al comportamento morale, mentre nella Repubblica Platone introduce l'idea di un numero limitato di anime e di un ciclo di reincarnazione con premi e punizioni ultraterreni di durata limitata, influenzato dalla mistica pitagorica.

  7. Cosa rappresentano i miti di Er e della "biga alata" nel contesto della metempsicosi?
  8. I miti di Er e della "biga alata" rappresentano il ciclo individuale e cosmico delle reincarnazioni, dove le anime ciclicamente ricadono nei corpi e risalgono al cielo, riflettendo il concetto di metempsicosi e il suo andamento ciclico.

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