annaemmei
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Concetti Chiave

  • Il mito della caverna di Platone è un'allegoria che descrive il percorso conoscitivo del filosofo, esplorando i temi della verità e della conoscenza.
  • Platone distingue tra due tipi di conoscenza: quella opinabile (doxa) e quella vera (epistemologica), con un percorso che porta dalla fantasia alla conoscenza del Bene.
  • La caverna rappresenta il mondo sensibile, dove la maggior parte dell'umanità è incatenata nell'ignoranza e crede che le ombre siano la realtà.
  • Il prigioniero che si libera rappresenta il filosofo che raggiunge la vera conoscenza delle idee, simbolicamente uscendo dalla caverna per vedere il sole.
  • Il filosofo che conosce il Bene e il Bello ha il compito etico di tornare nella caverna per liberare gli altri dalla loro ignoranza, rischiando l'ostracismo e l'incomprensione.

Indice

  1. Lo stato ideale di Platone
  2. Il mito della caverna
  3. Il percorso del prigioniero
  4. I livelli di conoscenza platonica
  5. La condizione umana e la verità
  6. Il ruolo del filosofo

Lo stato ideale di Platone

Nel testo Repubblica Platone ci presenta uno stato ideale e giusto, al quale al governo ci sono i sapienti, a difendere i confini sono presenti i guerrieri, e a farlo funzionare economicamente e socialmente ci sono i cittadini, e tutti devono svolgere al meglio il proprio compito cosicché lo stato funzioni.

Nella Repubblica i personaggi che conversano con Socrate sono i 2 fratelli di Platone.

Nella seconda parte della Repubblica parla di come diventare sapienti e governare, in quanto per Platone è un’aristocrazia intellettuale e morale, perché chi è al potere consce il bene e sa esercitarlo.

La qualità più importante è la sapienza, uno stato funziona bene quando chi lo guida è un giusto.

Il mito della caverna

Il mito della caverna è un’allegoria contenuta nel settimo libro della Repubblica, è una descrizione del percorso conoscitivo del filosofo, che affronta il tema della verità e della conoscenza.

E’ possibile distinguere la conoscenza: conoscenza opinabile (doxa) e la conoscenza vera (epistemologica).

Il mito si presenta come un dialogo tra Socrate e Glaucone, nel quale Socrate paragona la condizione umana a quella di un prigioniero rinchiuso in una grotta, legato a gambe e collo così che possa vedere solo le ombre proiettate sulla parete in fronte a loro.

Dietro i prigionieri si ha un muro dietro il quale camminano degli uomini portando oggetti e ancora dietro si presenta un fuoco, che proietta le immagini sulle pareti.

I prigionieri vedendo per tutta la vita tali immagini crederebbero che fossero vere e le voci degli uomini che portano gli oggetti verrebbero scambiate con quelli degli altri incatenati.

Il percorso del prigioniero

Se un prigioniero venisse liberato dalle catene e costretto a rimanere in piedi con il volto rivolta verso il fuoco rimarrebbe abbagliato dalla luce e le forme a cui era abituato sembrerebbero molto meno reali. Il prigioniero incapace di capire e disorientato valuterebbe le cose che vedeva prima più vere, e preferirebbe tornare nell’ombra.

Se, invece, fosse costretto ad uscire alla visione della luce aspetterebbe la notte per uscire, ma essendo anche le stelle troppo luminose guarderebbe ciò che lo circonda solo grazie alle immagini riflesse nell’acqua. Col passare del tempo, però, il prigioniero riuscirà a guardare un paesaggio sempre più luminoso, fino a riuscire a vedere il sole e voler vivere lì.

Il ricordo dei compagni ancora costretti a guardare le ombre lo tormenterà.

Se il prigioniero ritornasse nella caverna non saprebbe vedere più nulla, perché ormai accecato dalla luce. Se lui raccontasse di tutte le bellezze fuori nessuno gli crederebbe, infatti il destino del filosofo è indicare verità, anche se scomode a tutti gli uomini, non accettabili dalla comunità tanto da portarlo alla condanna.

È il percorso di formazione che l’uomo deve compiere per diventare filosofo libero, facendosi strada in una società distrutta e corrotta, paragonandola alla società che ha ucciso Socrate, andando incontro ad una tragica fine.

I livelli di conoscenza platonica

In questo testo possiamo distinguere quattro livelli di conoscenza platonica, due di opinabile e due di scientifica:

• la fantasia, cioè le ombre, è il grado più basso della conoscenza, quella illusoria. Platone condanna l’arte, in quanto agisce sulla parte irrazionale dell’uomo, stimolando le passioni; è la copia della copia delle idee e ha un ruolo marginale nella formazione del filosofo.

• La credenza (dei sofisti), cioè gli oggetti, sono le opinioni comuni, superiori alla fantasia perché hanno un legame con la verità, è la conoscenza del mondo delle cose, dotata di errore.

• La conoscenza scientifica, matematica, astronomica, fisica, geometrica… , cioè il riflesso che l’uomo vede il riflesso nell’acqua, che lo porta a ricercare e studiare.

• Il sole rappresenta la conoscenza filosofica della dialettica, delle idee, del bello, del giusto e la più importante, del Bene, la causa di tutte le idee. La conoscenza più elevata è la conoscenza del Bene. Quando arrivi a tale conoscenza sei in grado di governare.

La condizione umana e la verità

La caverna rappresenta il mondo delle cose e della conoscenza sensibile, dove si trova la maggior parte dell’umanità

a differenza il mondo fuori è il mondo della vera conoscenza e delle idee(iperuranio), che gli uomini devono conquistare e condividere per liberare gli uomini incatenati al mondo dell’opinione.

Gli uomini incatenati rappresentano la condizione di ignoranza dell’umanità, costretti a guardare fin dalla nascita le ombre sulla parete, rinchiusi nel mondo dell’opinione

Gli oggetti proiettati e gli uomini che li proiettano sono i filosofi finti e falsi (sofisti), consapevoli di ingannare gli uomini, che si sono accontentati di risposte parziali e sono portatori di falsa conoscenza.

Il fuoco simboleggia l’archè, e le prime grandi risposte filosofiche elaborate fino a Socrate: l’apeiron di Anassimandro, l’acqua di Anassimene... è il simbolo delle conoscenze ancora opinabili che guidano gli uomini nel mondo delle cose.

Il ruolo del filosofo

L’uomo che si libera è colui che ha avuto e il coraggio e la capacità di alzarsi e guardare alle proprie spalle, che inizia a diventare filosofo. Fuori dalla caverna capisce che esiste un altro mondo, quello delle idee.

Per Platone saggio e sapiente coincidono, chi conosce il Bene, persegue il Bene, lo contempla e lo insegna.

L’uomo che ha visto il Bene e il Bello prova un sentimento di rabbia e pietà per la condizione dei compagni, ancora incatenati a guardare le ombre.

Nella sua anima inizia a crescere quel senso di etica che lo porta a discendere la caverna e salvare gli altri uomini dall’ignoranza, anche a rischio della sua vita.

Quando scende e svela l’inganno, non viene creduto, gli uomini che proiettavano le statuette smentivano le affermazioni dell’uomo e davano dei premi a chi restava incatenato, accusandolo di volerli distogliere da una vita serena.

Coloro che premiano gli obbedienti sono il potere, i sofisti sono il potere che ti premia se stai a guardare l’illusione e chi svela la verità viene cacciato, accusato di essere un folle e ucciso.

Il filosofo è colui che si impegna per la propria città, un servo della giustizia, della bellezza e del Bene.

Platone ricerca la verità allontanandosi dal mondo sensibile per raggiungere le idee e il Bene, per poi ritornare tra gli uomini e governare le città secondo la giustizia.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il significato del mito della caverna di Platone?
  2. Il mito della caverna è un'allegoria che descrive il percorso conoscitivo del filosofo, affrontando il tema della verità e della conoscenza. Rappresenta la condizione di ignoranza dell'umanità e il viaggio verso la vera conoscenza e le idee.

  3. Come Platone distingue i diversi livelli di conoscenza?
  4. Platone distingue quattro livelli di conoscenza: la fantasia (ombre), la credenza (oggetti), la conoscenza scientifica (riflessi nell'acqua) e la conoscenza filosofica (il sole), con la conoscenza del Bene come la più elevata.

  5. Chi sono i personaggi che dialogano nel mito della caverna?
  6. Nel mito della caverna, il dialogo avviene tra Socrate e Glaucone, dove Socrate paragona la condizione umana a quella di prigionieri in una grotta.

  7. Qual è il ruolo del filosofo secondo Platone?
  8. Il filosofo è colui che cerca la verità, si allontana dal mondo sensibile per raggiungere le idee e il Bene, e poi ritorna tra gli uomini per governare le città secondo la giustizia, anche a rischio della propria vita.

  9. Cosa rappresentano gli uomini incatenati e gli oggetti proiettati nel mito della caverna?
  10. Gli uomini incatenati rappresentano l'ignoranza dell'umanità, mentre gli oggetti proiettati e gli uomini che li proiettano simboleggiano i filosofi finti e falsi (sofisti) che ingannano gli uomini con false conoscenze.

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