Concetti Chiave
- Pitagora esplorava il tema dell'anima, considerata immortale e contenente l'identità umana, concetti con funzione apotropaica.
- La credenza nell'anima immateriale e immortale è di natura religiosa, non scientifica, vista dalla scienza come un'illusione.
- Pitagora aderiva alla dottrina della Metempsicosi, che prevede la trasmigrazione delle anime in nuovi corpi dopo la morte.
- La vita corporea era vista come una prigione e punizione per un'ingiustizia cosmica, non una colpa personale.
- La filosofia e la pratica di riti purificatori erano la via per liberare l'anima, un concetto che influenzò anche Platone.
La concezione dell'anima
Un altro aspetto della teoria di Pitagora è il tema dell’anima, che inevitabilmente porta a parlare dell'uomo. Ovviamente non è stato Pitagora a inventare il discorso dell’anima, poiché questa concezione c'è sempre stata in tutte le culture primitive. Credere in essa permette di credere nell’esistenza propria dopo la morte, di garantire quindi l’immortalità, di darci la certezza che esiste una parte di noi che rimarrà dopo la morte. Nell’anima è contenuta quindi l’identità, la parte più importante dell’uomo. Questi concetti hanno tutti una funzione apotropaica, quindi qualcosa che allontana una minaccia, un pericolo. L’anima, per essere creduta immortale deve essere immateriale, dal momento che se non lo fosse morirebbe insieme al nostro corpo. Questo concetto è sempre nato nella sfera religiosa, ed è quindi una credenza religiosa, non scientifica, infatti l’anima viene considerata dalla scienza come un’illusione a cui gli uomini si vogliono aggrappare e a cui non vogliono rinunciare.
La dottrina della metempsicosi
Pitagora credeva in una particolare dottrina dell’anima, che è quella della Metempsicosi, che è il viaggio dell’anima, o meglio la trasmigrazione delle anime dopo la morte, in corpi di altri uomini o di animali. Questa è una dottrina orfica, una dottrina religiosa greca, che crede che l’anima sia immortale e che passi via via nei corpi, a causa di una colpa originaria. Il corpo viene considerato come una prigione per l’anima e la vita corporea come una punizione per una colpa originaria, quindi necessaria per espiarla. Questa colpa però non deve essere vista come una violazione commessa volontariamente da ogni essere, ma è una sorta di “ingiustizia cosmica” che, le cose commettevano necessariamente l’una all’altra.
La filosofia come via di liberazione
La via per liberare l’anima dal corpo era per Pitagora la filosofia, che da una parte esigeva la sapienza, dall’altra la pratica di alcuni riti purificatori. La scienza era quindi un tramite per condurre l’anima alla liberazione. In poche parole, questa vita non è altro che una punizione per pagare una colpa passata, e quando l'anima si libera dal corpo torna ad essere immateriale. Questa visione secondo la quale l’uomo è diviso tra una parte nobile, che sarebbe l’anima, e una ignobile, il corpo, è un tratto tipico della filosofia greca, e giungerà fino a Platone.
Domande da interrogazione
- Qual è il concetto centrale della teoria dell'anima di Pitagora?
- Come viene vista l'anima nella filosofia di Pitagora rispetto al corpo?
- Qual è il ruolo della filosofia secondo Pitagora nella liberazione dell'anima?
Il concetto centrale è la Metempsicosi, la trasmigrazione delle anime dopo la morte in corpi di altri uomini o animali, basata sulla credenza che l'anima sia immortale.
L'anima è considerata la parte nobile e immortale dell'uomo, mentre il corpo è visto come una prigione e una punizione per una colpa originaria.
La filosofia, attraverso la sapienza e riti purificatori, è il mezzo per liberare l'anima dal corpo e condurla alla sua condizione immateriale.