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Concetti Chiave

  • Il mito è una forma narrativa tradizionale che trasmette messaggi importanti e meravigliosi, con una struttura complessa e diversificata.
  • I miti fungono da espressione di società fondate sulla tradizione, ma la filosofia greca cerca di superare questa dimensione narrativa.
  • La critica filosofica del mito rappresenta anche una critica della società, poiché il mito è parte integrante delle civiltà pre-filosofiche.
  • Il mito è uno "spazio narrativo di relazione" che costruisce la socialità e la cultura, collegandosi a spiegazioni finalistiche della realtà.
  • Ogni epoca si forma su un orizzonte mitico, con contenuti allegorici che rispondono alle domande sul senso della vita e definiscono l'umanesimo.

Dal pensiero mitico al pensiero filosofico

Il mito è una particolare forma di racconto divenuto tradizionale sia per le doti narrative, sia perché portava un messaggio importante per la vita: il racconto che l’uomo fa per dar senso alle cose (contrapposto al racconto eracliteo, struttura relazionale dell’universo); è costituito da un insieme di fatti che destano meraviglia. È difficile isolare le qualità fondamentali caratterizzanti il mito, data l’enorme diversità tra i complessi di miti, spesso non aventi elementi da confrontare; esistevano miti originali e miti educativi (carattere parabolico).

Se è vero che i miti sono, in genere, l’espressione di tipi di società fondate sulla tradizione, è anche vero che il racconto mitico, espressione di una tradizione orale che poi ha trovato forma scritta, è la dimensione con cui i greci si confrontano e che cercano di superare. Poiché la fede nel mito è la regola secondo la quale sono vissute tutte le civiltà precedenti (e la società stessa in cui la filosofia nasce), la critica filosofica del mito diventa inevitabilmente una critica della società. Esso è uno “spazio narrativo di relazione” (definizione generale data da Weil), cioè un luogo di relazionalità che si sviluppa in due sensi, orizzontale perché diventa lo spazio nel quale si costruisce la socialità e si definisce la cultura, verticale laddove rinvia alla ricerca di un’origine (causa prima e risposta ultima), di una spiegazione finalistica della realtà; per questo ogni mito può considerarsi a fondamento di ogni forma di umanesimo: ogni epoca si costruisce in un orizzonte mitico (Grecia-Illiade e Odissea; Medioevo-Bibbia, i cui primi cinque libri non hanno contenuto storico, ma allegorico, da una parte rispondono alla domanda sul senso della vita, dall’altra valgono per l’uomo di ogni tempo; Germania di Weimar-ricerca di racconti fondativi). I contenuti mitici che preparano la nascita della filosofia sono, da una parte, una religione pubblica e, dall’altra, una religione dei misteri: all’interno dell’orizzonte religioso non vi era uniformità.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il ruolo del mito nella società secondo il testo?
  2. Il mito è una forma di racconto tradizionale che porta un messaggio importante per la vita e funge da "spazio narrativo di relazione", contribuendo alla costruzione della socialità e della cultura.

  3. Come si relazionano mito e filosofia nella cultura greca?
  4. La filosofia nasce come critica del mito, che rappresenta la tradizione orale e scritta con cui i greci si confrontano e cercano di superare, portando a una critica della società stessa.

  5. Quali sono le due dimensioni del mito descritte nel testo?
  6. Il mito si sviluppa in due sensi: orizzontale, come spazio di costruzione sociale e culturale, e verticale, come ricerca di un'origine e spiegazione finalistica della realtà.

Domande e risposte

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