Concetti Chiave
- La natura è distinta dalla coscienza e non una formazione spirituale, con una gerarchia dell'essere non mediata dalla coscienza.
- Il Bello naturale è inesauribile alla fruizione, grazie alla sua capacità di ripetizione continua, a differenza della storia che è caratterizzata dal progresso.
- La natura non rappresenta un ordine perfetto, ma piuttosto un equilibrio precario e una conflittualità perenne non mediata dalla coscienza.
- Il Bello naturale è necessario e universale, condiviso da tutti gli uomini di ogni tempo, senza necessità di collocazione storica.
- Secondo Hegel, la storia è una prospettiva ottimistica e non garantisce il recupero completo dell'umanità precedente, a differenza delle scienze e della tecnica.
La gerarchia della natura
La natura è altro dallo Spirito, dalla coscienza: non è una formazione spirituale, ma è altro. Nella natura c’è una gerarchia dell’essere che non è mediata dalla coscienza, alcuni fenomeni sono più complessi di altri (come l’elefante rispetto al verme), mentre ciò non vale per le civiltà: non possiamo affermare che i Greci sono soltanto più complessi dei Cinesi, in quanto alla civiltà greca si è arrivati attraverso un ribaltamento della coscienza, cioè del modo di pensare degli orientali; questo nuovo modo è poi entrato in crisi, quando è subentrata la civiltà cristiana.
Il progresso della civiltà
Nella natura c’è pura ripetizione, infatti il Bello naturale ha il vantaggio di essere inesauribile alla fruizione, perché ritorna continuamente, mentre nella storia ciò non è possibile, non c’è ripetizione ma progresso: purtroppo o per fortuna «non possiamo ripeterci», dal momento che possediamo una memoria; il dimenticare può esserci d’aiuto, ma non sempre ci riusciamo (siamo un tessuto di memoria).
L'ordine precario della natura
La natura non è il perfetto ordine che la gente pensa, ma è un ordine estremamente precario, che neanche l’uomo riesce a controllare nel suo corpo; essa è una perenne conflittualità, non mediata dalla coscienza. Altro vantaggio del Bello naturale è quello di essere necessario ed universale, che vale per tutti gli uomini di tutti i tempi, i quali hanno condiviso sempre ed ogni dove gli stessi bisogni: cioè, esso non ha bisogno di essere storicamente collocato; spesso diamo per scontato che ci sia la storia, mentre secondo Hegel quest’idea indica una posizione, una prospettiva molto ottimistica: se fosse davvero così, una civiltà avente alle spalle venti secoli di storia recupererebbe sempre tutta l’umanità a sé precedente; questo non è ovvio, non vale allo stesso modo delle scienze e della tecnica, in cui ogni teorema è atemporale ed universale: diversamente accade per l’arte e la religione, i cui princìpi non sono stati sempre tramandati, così da essere comprensibili intuitivamente.
Domande da interrogazione
- Qual è la differenza tra la natura e la civiltà secondo il testo?
- Perché il Bello naturale è considerato inesauribile?
- Quali sono i vantaggi del Bello naturale rispetto alla storia?
La natura è descritta come una gerarchia dell'essere non mediata dalla coscienza, mentre la civiltà è il risultato di un ribaltamento della coscienza, come nel passaggio dalla civiltà orientale a quella greca.
Il Bello naturale è inesauribile perché si ripete continuamente, a differenza della storia che è caratterizzata dal progresso e non dalla ripetizione.
Il Bello naturale è necessario ed universale, valido per tutti gli uomini di tutti i tempi, e non ha bisogno di essere storicamente collocato, a differenza della storia che non sempre recupera il passato.