Concetti Chiave
- La filosofia della religione è un'indagine razionale e argomentativa sul fenomeno religioso, mirata a comprenderne l'essenza universale.
- La religione è un fenomeno culturale fondamentale e universale, che continua ad evolversi e a influenzare la storia e il futuro dell'umanità.
- La filosofia della religione si distingue dalla teologia, che riflette su una specifica tradizione religiosa condividendo i suoi presupposti.
- A differenza delle scienze religiose, la filosofia della religione non si limita a una prospettiva specifica, ma cerca di comprendere la totalità del fenomeno religioso.
- La filosofia della religione può assumere una prospettiva critica, senza pregiudizi aprioristici, esplorando il fenomeno religioso come parte reale dell'esperienza umana.
La filosofia della religione è la riflessione filosofica sul fenomeno detto religione.
Con riflessione filosofica si intende un senso di riflessione “razionale” sul fenomeno religioso. Razionale è infatti qualcosa che prende distanza dai nostri impulsi, prospettive soggettive, apre alla dimensione d’universalità, una riflessione di tipo argomentativo che parte da premesse e arriva delle conclusioni. Con il fine di comprendere fino in fondo l’essenza della religione, in tutte le sue componenti.
Indice
Religione come fenomeno universale
La religione è un’esperienza che è parte costituente del nostro essere umano, uno dei primi fenomeni culturali che caratterizzano la nostra specie. Primitive credenze magico-religiose che sono poi divenute, in varie forme, comuni a tutte le società. Un fenomeno universale e caratterizzante della storia dell’uomo, che non da segni di essere superato (nonostante le varie teorie di secolarizzazione), ma anzi è in continua trasformazione. Un fenomeno che, nella sua inventività, connoterà sicuramente anche il futuro dell’umanità.
Distinzione tra filosofia e teologia
Si deve distinguere la filosofia della religione da altre discipline che si occupano, in maniera diversa, delle stesso fenomeno:
a. Teologia: è sì un esercizio riflessivo, ma in genere su una determinata tradizione religiosa, che è quella di appartenenza, quindi c’è la condivisione dei suoi assunti e presupposti. Non si elaborano dottrine, ma si accettano per fede alcune verità e dottrine.
Critica e prospettive della filosofia
L’assenza di presupposti nella filosofia della religione è a dire il vero comunque un presupposto metodologico, che andrebbe chiarito: è possibile farlo? Non si parte certo da una religione determinata, ma potrebbero anche esserci delle tendenze verso certe posizioni (e.g. il teismo), che influenzano il proprio pensiero a svolgere un’operazione che potrebbe collimare con alcune teologie. In ogni caso, la filosofia della religione non ha un fine apologetico. Per quanto riguarda la filosofia della religione dal punto di vista ateo, ha il difetto di considerare la religione come un fenomeno illusorio, qualcosa che può essere spiegato per mezzo di qualcosa d’altro. Quindi tale filosofo non si può più qualificare come filosofo della religione, e deve diventare qualcosa d’altro. La filosofia della religione può anche essere intesa in senso critico. Il presupposto di “illusorietà” che accompagna il filosofo della religione ateo è piuttosto una conclusione a cui si può giungere studiando la religione come un fenomeno reale. Ma non è una sentenza aprioristica, che quindi assume un valore pregiudiziale. La religione ha una sua parte di “irrazionale”, parte della sua fenomenicità, ma non si può dire che il fenomeno sia di per sé assurdo. Possono esserlo elementi di alcune determinate sfaccettature del fenomeno religioso, cioè le varie religioni. D’altronde, se ci fosse stata assurdità, l’umanità di sarebbe liberata da tempo di tale fenomeno, cosa che invece non è mai accaduta.
Scienze religiose e filosofia
b. Scienze religiose/della religione/delle religioni: sono quelle scienze che studiano la religione, ma non appartengono alla teologia, ma lo fanno dalla prospettiva delle scienze umane.
Da un punto di vista accademico, la filosofia della religione può essere accomunata ad esse, ma ha però una sua particolarità: non sviluppa una determinata prospettiva sulla religione (psicologica, sociale, etc) che la parcellizza, ma mira alla comprensione della totalità e dell’essenza di essa.
Domande da interrogazione
- Qual è l'obiettivo principale della filosofia della religione?
- In che modo la filosofia della religione si distingue dalla teologia?
- Qual è il ruolo delle scienze religiose rispetto alla filosofia della religione?
- Come viene vista la religione dal punto di vista della filosofia della religione atea?
- Perché la religione è considerata un fenomeno universale e in continua trasformazione?
L'obiettivo principale della filosofia della religione è comprendere l'essenza della religione in tutte le sue componenti attraverso una riflessione razionale e argomentativa.
La filosofia della religione si distingue dalla teologia perché non parte da una tradizione religiosa specifica e non ha fini apologetici, mentre la teologia riflette su una tradizione religiosa di appartenenza accettando per fede alcune verità.
Le scienze religiose studiano la religione dalla prospettiva delle scienze umane, mentre la filosofia della religione mira a comprendere la totalità e l'essenza della religione senza parcellizzarla in prospettive specifiche.
La filosofia della religione atea tende a considerare la religione come un fenomeno illusorio, spiegabile attraverso altri fenomeni, ma questa visione non è una sentenza aprioristica.
La religione è considerata un fenomeno universale perché è una parte costituente dell'essere umano e caratterizza la storia dell'uomo, continuando a trasformarsi e a influenzare il futuro dell'umanità.