Concetti Chiave
- Eraclito di Efeso, filosofo aristocratico, usa un linguaggio oracolare per sottolineare la difficoltà di accedere alla verità, contrapposta all'opinione comune.
- La teoria del divenire di Eraclito descrive il mondo come un flusso continuo di trasformazioni, con il fuoco come elemento primario e simbolo del cambiamento costante.
- La dottrina dei contrari afferma che l'unità si raggiunge attraverso la lotta e l'interdipendenza degli opposti, con il logos come principio razionale che governa l'universo.
- Eraclito identifica l'universo con Dio in una visione panteista, dove l'unità degli opposti e il mutamento continuo rappresentano l'essenza divina.
- La teoria della conoscenza di Eraclito critica chi si ferma alle apparenze, valorizzando invece l'esperienza sensoriale come fonte di verità.
Indice
Eraclito e la sua filosofia
Eraclito visse a Efeso, di nobili natali e fiere tendenze aristocratiche. La sua filosofia rivela come egli appartenesse a un indirizzo politico avverso al demos e alla sua cultura. Scrisse un’opera in prosa la cui enigmicità spiega l’appellativo di “oscuro” e causa del suo linguaggio oracolare. Nasce nello stesso contesto politico, storico, economico e culturale di Anassimandro. I frammenti della sua opera (raccolti in quella di Aristotele chiamata “Perì Physeos”) sono esposti con un linguaggio chiamato oracolare, complesso e tipico degli oracoli (mezzi attraverso il quale Dio dava delle risposte alle persone). L’oracolo stava nella parte più interna del tempio, dove poteva esserci anche la bocca di un vulcano. Il più importante oracolo era quello di Apollo a Delfi. La pizia, sacerdotessa dell’oracolo (colei che era a contatto con il Dio) ingeriva anche droghe per poter sentire la presenza del Dio dentro di sé. C’era un’intera casta sacerdotale dedicata allo studio e all’interpretazione dell’oracolo, che (tramite la pizia) non si esprimeva mai chiaramente. All’oracolo erano mandati rappresentanti delle varie Poleis a porre domande all’oracolo riguardanti la collettività.
Il linguaggio oracolare e la verità
Eraclito utilizza un linguaggio simile a quello dell’oracolo. Questo fa intendere che non tutti potessero arrivare a capire la verità (ha un’idea aristocratica della sapienza); non tutti possono conoscere/capire la verità. Aristotele lo considera un filosofo della Physis. Alla base del pensiero di Eraclito vi è la contrapposizione tra la filosofia (=verità) e la comune mentalità degli uomini (=errore). È come se la maggior parte degli uomini vivessero in un sogno illusorio e fossero incapaci di comprendere le autentiche leggi del mondo. Ai dormienti (coloro i quali si accontentano di risposte già date), Eraclito contrappone gli svegli: i filosofi (coloro che vanno al di là delle apparenze immediate, che sanno cogliere il segreto delle cose, coloro che abbandonano l’ingannevole mondo delle idee comuni, chi sa riflettere in solitudine).
Aetheia ≠ Doxa → Verità ≠ Opinione (è solo un punto di vista della realtà).
Vocabolario:
• Estasi: (da ex = fuori e stasi = stare) stare fuori.
• Entusiasmo: (da en e teos) sentire Dio dentro, perdere le inibizioni razionali.
• Dialetica: concezione secondo la quale tutto è basato sui contrasti (la realtà è in contrasto), due opposti (dialeghestai).
La teoria dell'unità dei contrari
Eraclito concepisce il mondo come un flusso perenne in cui tutto scorre (“pantarei”); la forma dell’essere è il divenire, poiché ogni cosa è soggetta al tempo e alla trasformazione. La concezione della realtà come fluire si concretizza nella tesi secondo cui il principio di tutte le cose è il fuoco, elemento mobile e distruttore per eccellenza: tutto ciò che esiste proviene dal fuoco e ritorna al fuoco.
È la teoria dell’unità dei contrari. La legge segreta del mondo risiede nella stretta connessione dei contrari, che in quanto opposti, lottano tra loro ma allo stesso tempo non possono stare l’uno senza l’altro, in quanto vivono solo l’uno in virtù dell’altro.
“L’uno vive la morte dell’altro, come l’altro muore la vita del primo”
Ciò che a prima vista può sembrare disordine e irrazionalità (un opposto non può esistere indipendentemente dall’altro) manifesta un’interiore razionalità.
Il logos e l'armonia del mondo
Eraclito definì la legge dell’interdipendenza e inscindibilità degli opposti con il termine logos (“ragione”). Egli denomina il principio dell’universo come fuoco (principio fisico che costituisce le cose) o come logos (legge universale che le governa). L’armonia del mondo non risiede nella conciliazione dei contrari (ossia nel raggiungimento di una “morte quiete”), bensì nel mantenimento del conflitto. La vita è lotta e opposizione, e la sua armonia risiede in questo fatto, senza il quale non ci sarebbe l’Essere.
La visione di Eraclito sfocia nell’identificazione panteista dell’universo con Dio inteso come unità di tutti i contrari, mutamento continuo e fuoco generatore dell’universo inteso come insieme di fasi alterne di distruzione-produzione.
La critica ai dormienti
Eraclito rivolge una critica radicale ai dormienti (coloro che si fermano alle apparenze, restando esclusi dalla comprensione dell’autentica legge del tutto), crede nell’affidabilità dell’esperienza immediata e nella veridicità delle informazioni che ci vengono fornite dai sensi.
La guerra era considerata simile al logos perché il conflitto è il principio costitutivo ed esclusivo della realtà, superiore alla realtà stessa, e armonizza la tensione degli opposti. Il conflitto è anche il principio trascendente che sta al di sopra (è razionale), è in grado di spiegare i contrari ed è anche la struttura della realtà, spiegazione dell’eterno finire.
L'armonia degli opposti
Si parla delle coppie degli opposti. Ciò che è opposto non è semplicemente tale ma risulta concorde. Da questa discordia apparente nasce l’armonia che bisogna analizzare/trovare con il logos, con la ragione e non con i sensi. Ci sono apparenti esemplificazioni del secondo principio ma Eraclito propone l’armonia che deriva dalle apparenti opposizioni. Da tutta la realtà in eterna opposizione deriva l’uno, unità degli opposti; dall’uno derivano tutte le cose. Noi possiamo indurre da tutti gli opposti: il principio che li spiega è l’uno, e dall’unità possiamo dedurre tutte le opposizioni della realtà (tutte le cose).
Vocabolario:
• Induzione: processo conoscitivo per cui si passa dalla raccolta dei molteplici dati sensibili all’elaborazione di un unico principio che li contiene.
• Astrazione: si astraggono da tutti i particolari che non mutano nel tempo, essenziali per spiegare un concetto unitario che li contiene tutti (solo quelli che non cambiano).
• Deduzione: da un principio unitario si possono dedurre tutti i dettagli.
I dormienti non capiscono il logos che contiene infinite opposizioni (dialettica interna). L’armonia non è qualcosa di statico, bensì è la dialettica del contrasto degli opposti. Secondo Eraclito non esiste una salita senza una discesa, necessita di due elementi opposti.
Domande da interrogazione
- Chi era Eraclito di Efeso e quale era la sua visione filosofica?
- Qual è la teoria del divenire di Eraclito?
- Cosa intende Eraclito con la dottrina dei contrari?
- Come Eraclito vede l'universo in relazione a Dio?
- Qual è la critica di Eraclito alla conoscenza comune?
Eraclito di Efeso era un filosofo di nobili natali con tendenze aristocratiche, noto per il suo linguaggio oracolare e complesso. La sua filosofia si basava sulla contrapposizione tra verità e opinione comune, sostenendo che la maggior parte delle persone vive in un'illusione, incapaci di comprendere le leggi autentiche del mondo.
La teoria del divenire di Eraclito concepisce il mondo come un flusso perenne in cui tutto scorre ("pantarei"). Egli vede il fuoco come il principio di tutte le cose, un elemento mobile e distruttore da cui tutto proviene e a cui tutto ritorna.
La dottrina dei contrari di Eraclito afferma che l'unità del mondo risiede nella connessione dei contrari, che lottano tra loro ma non possono esistere l'uno senza l'altro. Questa interdipendenza è governata dal logos, la legge universale che mantiene l'armonia attraverso il conflitto.
Eraclito vede l'universo come un Dio-tutto, un'unità di tutti i contrari in continuo mutamento. Questo panteismo identifica l'universo con Dio, inteso come fuoco generatore e insieme di fasi alterne di distruzione e produzione.
Eraclito critica i "dormienti", coloro che si fermano alle apparenze e non comprendono la legge autentica del tutto. Egli crede nell'affidabilità dell'esperienza immediata e nella veridicità delle informazioni fornite dai sensi, opponendosi alla mentalità comune che considera erronea.