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Concetti Chiave

  • Il relativismo e il convenzionalismo delle leggi suggeriscono che esse siano espressione degli interessi individuali e dell'utile personale.
  • Crizia, leader aristocratico e filospartano, rappresenta una posizione politica distinta dai Sofisti democratici, sostenendo che la legge è un'invenzione per instaurare ordine.
  • La politica di Crizia si basa sull'idea di uno stato naturale dominato dalla violenza e dall'istinto, da cui gli uomini si sono allontanati grazie alla legge.
  • Crizia critica la legge umana per la sua incapacità di punire le violazioni nascoste, sviluppando una visione della religione come strumento di controllo.
  • Secondo Crizia, la religione è stata creata da un governante per instillare il timore degli dei nei sudditi, assicurando così il rispetto delle leggi.

Indice

  1. Il relativismo delle leggi
  2. Crizia e la politica ateniese
  3. La concezione della legge e della religione

Il relativismo delle leggi

Il relativismo e il convenzionalismo delle leggi spingono sempre più a teorizzare che le leggi sono espressione degli interessi dell’individuo, del suo utile. L’azione dell’individuo appare sovrana, soprattutto quando è in grado di imporsi con la forza.

Crizia e la politica ateniese

Una prova della diversità di posizioni politiche presenti tra i Sofisti e dei cambiamenti prodotti dalla situazione politica è data da Crizia. Questi è capo della fazione aristocratica e filospartana in Atene e “leader” del governo dei Trenta Tiranni, lontano, dunque, da quella fede democratica a cui si sono ispirati molti altri Sofisti. La sua concezione della politica (leggiamo nel Sisifo satiresco, da lui ispirato o scritto) prende le mosse

dall’idea di uno stato originario di natura dominato dalla violenza e dall’istinto ed afferma che gli uomini inventarono la legge proprio per instaurare un ordine.

La concezione della legge e della religione

La legge ha quindi solo un significato convenzionale. Crizia riprende l’argomento di Antifonte sull’incapacità della legge umana di punire coloro che la violano di nascosto, per elaborare una interpretazione del fenomeno religioso ancora più “eversiva” di quella di Prodico.

La religione è stata, secondo Crizia, escogitata da un ingegnoso governante il quale, per evitare che gli uomini violassero di nascosto le leggi da lui emanate, ha alimentato nei sudditi il terrore degli dei, cioè di entità soprannaturali capaci di vedere anche quelle violazioni della legalità e di punirne gli autori.

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